E non lo è affatto, ma il titolo del post sarebbe diventato troppo lungo.
Sto leggendo “Come scrivere” (basta andare su IBS.it o Amazon.it e immettere nel campo di ricerca il titolo, senza virgolette, per saperne di più).
Ho trovato questo
Ogni volta che accettiamo di leggere un testo è il romanzo incarnato, e non quello ideale, che andiamo a interrogare prendendo le mosse dalle sue prime frasi.
Due i cardini di questa frase: “accettiamo”. Il lettore scommette, e accetta la scommessa che gli viene proposta dallo scrittore. Ma quel verbo, per riuscire a tradurlo in un gesto (scorrere lo sguardo sull’incipit, fermarlo, proseguire), richiede una forza, una determinazione e una fatica di cui c’è poca coscienza in giro.
Secondo cardine: “romanzo incarnato” e “ideale”.
Ecco perché scrivere sembra facile: perché siamo immersi nell’ideale, e ne siamo così stregati da perdere di vista l’unico elemento capace di rende le parole vive e pulsanti.
L’incarnazione, appunto.
Eheheh magari lo fosse, per me no di certo. E’ una di quelle cose nella vita mi sarebbe piaciuto fare e invece… saranno stati i mancati studi e la mancata materia prima (cerebrale) fatto sta che è sempre stata una mia lacuna, proprio per questo mi sono affacciato nel mondo dei blog, per cercare di rimediare almeno in piccola parte a questa mia mancanza.
Per fortuna è il verbo orale che non mi manca… ☺
Ciao
"Mi piace""Mi piace"
Il verbo orale? Omero “recitava” l’Iliade, mica l’ha scritta. E lo faceva con tanto di accompagnamento musicale!
"Mi piace""Mi piace"