Il racconto è una palestra migliore (forse)


Qualche giorno fa, prima di Pasqua, scrivevo a proposito della prossima storia da ambientare a Savona; adesso sono qui a scrivere “Forse è meglio di no”.
Che cosa è successo? Non lo so, ma provo ugualmente a spiegare.

L’idea per il romanzo mi pare buona, ma non è ancora il suo tempo. Per il momento sarà meglio concentrarsi su qualcosa di differente, meno ambizioso (come mole), ma ugualmente prezioso. Una serie di racconti.
Mi sono entrati in testa una serie di titoli (cosa che di solito non succede); poi delle immagini.

Però dovrei smettere di parlare di immagini, ed essere più preciso: sono esseri umani. Persone. Carne e sangue. Ecco, così va meglio.
Mi piace di più come sfida. Il che non significa che il romanzo morirà; però la precedenza sarà data ai racconti. Sarà forse l’effetto Carver? Può darsi.

Alcuni di quelli che hanno fatto parte del mio esperimento saranno della partita; mi ci sono affezionato (non a tutti però), e credo che si debba dare loro un’altra possibilità. Saranno quelli di cui ho proposto una revisione, e no, non ne subiranno una terza; o forse sì?.
In realtà ho riscritto anche “Agnese”, però non ho intenzione di pubblicarlo una seconda volta (non nell’immediato).

Da questo si capisce che ce ne saranno altri, nuovi di zecca e più lunghi. Di più ampio respiro.
Come sempre l’ambientazione resterà la città di Savona.

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