Da qualche giorno leggo John Fante, il suo “La strada per Los Angeles”.
Lo trovo eccessivo. Voglio dire: se lo leggo con occhi americani, ne ricavo l’immagine stereotipata del “solito” italiano sbruffone, spaccone, sopra le righe a tutti i costi. E questo non mi piace.
Qualcuno potrebbe chiedere: “Sei americano?”. No: però non riesco ad appassionarmi ad Arturo Bandini che spara ai granchi, fa a pezzi le riviste nella vasca da bagno, eccetera eccetera. È proprio lui che non amo. Se fosse meno caricatura e più persona, lo troverei ottimo. Per fortuna Fante sapeva il fatto suo, e con questo libro ha dipinto un quadro dell’America di quegli anni, energico e maledettamente convincente.
Ma Bandini…
Non credo che l’intento di Fante fosse quello. Arturo Bandini può risultare ‘sopra le righe’ ma John Fante non è solo Bandini. È molto altro. E c’è un altro libro che mi è piaciuto molto ma ora non ricordo il titolo. Non credo sia ‘Chiedi alla polvere’… devo investigare.
Però Fante è da leggere.
(e magari anche Fanti). beh, non potevo perdere una simile occasione 😉
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Ma infatti ho intenzione di dargli un’altra possibilità; e di solito non lo faccio 😉
Segno che dopotutto non mi dispiace!
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ho trovato fante molto “calligrafico” – a fante nuoce la pubblicità che gli fece bukowski, perchè lo si legge, di solito, cercando hank
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Gli offrirò un’altra possibilità. Per adesso sospendo il giudizio su Fante…
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