Ho provato a mettere nero su bianco alcuni buoni motivi per autopubblicarsi. Niente di che…
- Controlli ogni aspetto. Sei tu che decidi il prezzo dell’ebook (di alzarlo o di abbassarlo), la copertina. La distribuzione (quali store scegliere? Dipende solo da te). Non c’è quasi aspetto che tu non sia in grado di controllare e quindi di modificare. Potrai conoscere quanto il tuo ebook vende, e quali store rendono di più e quali rendono di meno. Di solito una casa editrice mantiene riservati questi dati, ed è persino difficile avere da essa questo tipo di informazioni (che sono un tuo diritto).
- Non devi sviscerare alcun contratto. Sei l’autore e l’editore: non c’è alcuna necessità di leggere e rileggere un contratto per essere ben sicuri che ogni parte protegga la tua opera, e te. Spesso una casa editrice (anche quelle piccole), sono allergiche anche alle più banali richieste di chiarimenti. Quasi che chiedere rappresentasse un attacco alla loro maestà.
- Dopo la pubblicazione, tutto resta in mano tua. Spesso se si pubblica con un editore avviene una specie di cesura. Anzi, la cesura inizia dopo che il libro va in stampa. Scatta la solitudine dell’esordiente. Dopo settimane di lavoro con l’editor, tutto precipita nel silenzio. Lentamente nella mente appare l’idea che in fondo sei solo uno, forse nemmeno il migliore, anzi non lo sei neppure e ti sei solo illuso.
E “loro” sono già passati al prossimo. “Carne da cannone”? L’immagine è eccessiva, ma rende bene lo stato d’animo.
- Forse sei parte di una piccola rivoluzione. Parliamoci chiaro: l’ebook cresce, a dispetto dello scetticismo di molti. Alcuni cambieranno idea, altri no, ma che importa? Non potrai mai convincere tutti. Meglio rompere gli indugi e imbarcarsi, corpo di mille balene!
- Avrai lettori interessanti. E interessati. I lettori di ebook (le persone in carne e ossa, certo, non i dispositivi!) sono in parte sottovalutati; ma sono più o meno gli stessi che leggono come matti. I celeberrimi (e pochi) lettori forti.
C’è chi crede che siano solo delle persone che vanno in brodo di giuggiole per ogni novità tecnologica. Come se la tecnologia fosse un male: ma chi lo pensa, il fuoco, lo accende con la pietra focaia, giusto?
No: sono persone che amano leggere, e adesso hanno questi gingilli (iPad, Kindle), dove possono scaricare ebook di sconosciuti spesso a un prezzo decente. Le librerie tradizionali spingono quelli celebri, mentre loro hanno sete di acqua fresca.
- La tua faccia. Che vada male, o appena bene, sei tu. Tu e nessun altro che ci metterà la faccia. Dovrebbe eccitarti. A ben vedere, solo Omero aveva un simile privilegio (be’, anche altri dopo di lui, finché non è comparsa l’industria editoriale). Il buon Omero girava per le corti della Grecia, e cantava l’Iliade con tanto di accompagnamento musicale. Il suo pubblico erano i signori della guerra achei: gente da trattare coi guanti. Nessun intermediario, nessuna protezione o rete. Brrrr…
Ma potrebbe essere divertente.
Buon giorno, interessante articolo, ma come si fa ? sono completamente ignorante in questo genere di cose, e poi quanto costa ed a quale sito fare riferimento?
Una buona giornata
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Mica facile rispondere. Direi di iniziare da qui: http://narcissus.me
C’è questo ebook: http://www.elogioebook.com/it/scarica-alcuni-capitoli-del-libro-gratuitamente.html
Questo solo per iniziare…
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Buongiorno, sarebbe bello conoscere anche i buonni motivi per pubblicare tramite editore, per par condicio 🙂
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Chissà, magari lo scriverò… 🙂
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editore, quale editore? 😀 hai un agente?
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L’unico motivo (mio) per autopubblicarmi è di togliere il pensiero di quel file nel disco fisso.
L’unico motivo per cui preferirei un editore è che metterebbe il mio libro in ogni libreria. Ma per fare ciò dovrebbe essere un editore grande, meglio ancora un grande editore.
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giusto e quelli mica perdono tempo con gli esordienti sconosciuti che non sono attori, politici, grandi fratelli e sorelle o comunque volti noti belli da mandare in TV? 😀
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Ricordo di aver letto un’intervista alla scrittrice Silvia Avallone. Lei affermava di aver spedito il suo romanzo all’editore (Rusconi mi pare), e che dopo meno di un mese l’avevano chiamata per proporle un contratto.
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Capito, nel senso che non è così. Se sei bravo ti considerano, giusto?
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Mah! In fondo preferisco pensare che non sono abbastanza bravo.
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Sì, alla fine quella storia te la vuoi togliere dai piedi perché altrimenti staresti lì a ritoccarla sino alla fine dei giorni. No, prima o poi è necessario darle un calcione e dirle: “Aria!”.
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