In base alla mia esperienza (costruita con scrupolosa cura grazie ai miei errori), sono almeno 5 le cose che devi fare per essere un autore indipendente capace di ottenere dei risultati (non nell’immediato).
Apri un blog
Subito. Mi rendo conto che scrivere, e scrivere post, non è facile. Organizzati allora. Scrivere un buon libro elettronico, e non avere pensato almeno al blog significa aver costruito la fusoliera di un aereo, senza però le ali. Un aereo o vola, o non è un aereo. Il blog è la pietra angolare della tua piattaforma, e occorre tempo (almeno un anno e mezzo), per riuscire a ottenere dei risultati.
Una bella scrittura
Bella in questo caso si riferisce non solo a termini appropriati, e corretti, ma anche alla capacità di esprimere in modo semplice concetti anche complessi. Non devi pontificare, le persone non hanno voglia di perdere tempo con tizi che salgono sul piedistallo. Conoscere la lingua non significa parlare difficile. Ma essere efficaci. Comunicare. Se non sei in grado di ottenere simili risultati, impara.
Crea contenuti
Annunciare ogni giorno che hai pubblicato un libro è spam, non è creare contenuti. Ho notato che molti scrivono, uno, due, tre libri. Sono sempre lì a scrivere libri, ne sfornano a getto continuo; senza mai preoccuparsi di creare una piattaforma di fans, un capitale sociale. Ammesso che tu sappia raccontare storie, e non è detto, la stagione “Autunno-Inverno 2015” parla chiaro: Mostra il tuo cervello.
Cambia mentalità
O vendi, o invecchi maledicendo il mondo, il Grande Complotto, e via discorrendo. Per vendere devi passare all’azione, e la prima cosa da fare è cambiare mentalità. Il libro è un prodotto, fine della storia. E per accettare, e assimilare questo concetto, devi studiare. Investire tempo e anche denaro (non molto in realtà). Dai un’occhiata al mio post: Essere editore di se stessi: le letture per capire.
Usa le reti sociali
Il blog è fondamentale, ma assieme al libro, è “solo” un pezzo della strategia. Facebook, Twitter, Google+, Pinterest: sembrano la medesima cosa (“roba sociale”), ma in realtà ciascuna di queste reti sociali pretende un minimo di studio. Sono differenti, e non è detto che tu debba usarle davvero tutte. Se però decidi di esserci, fai in modo che seguirti sia qualcosa che valga la pena di fare. Il tempo è poco, e le persone non hanno voglia di perderlo con uno che occupa solo uno spazio, e non ha nulla di interessante da condividere.
Prima la storia, poi il lettore
condivido in pieno, ho scritto un post dello stesso genere che sarà on lunedì prossimo, tanto per renderti l’idea. Aggiungo che il post che hai scritto vale tanto per coloro che scelgono la strada del self publishing, quanto per coloro che vogliono farsi pubblicare da un editore tradizionale…
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Sì, è vero, valgono per entrambe. Ormai se desideri scrivere, devi per forza essere “sociale”. Il bello è che buona parte degli autori del passato erano sociali, e l’immagine dello scrittore chiuso nella sua stanza a scrivere, è leggenda.
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Vero, una leggenda che molti autori credono sia reale. All’inizio era un’immagine reale anche per me.
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Ma poi si impara, si comprende che la faccenda è un po’ più complicata…
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Sapere che se invecchi maledici il mondo da una certa serenità! Bell’articolo Marco, io non ci sto riuscendo!
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Capisco. Io ci sto provando. Non è detto che ci riuscirò, ma conviene provare. Quando vedi certe storie scalare le classifiche, avere successo… Be’, è per quello che tieni duro e vai avanti.
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