Autore indipendente, costruisci la tua fortuna


autore della tua fortuna

Lo so, me ne rendo conto: ai tuoi occhi tutto questo è superfluo.

Per te il Web è interessante, ma niente di più.

Lascia che ti dica come stanno le cose: la Rete non è un nuovo gingillo tecnologico che si aggiunge al forno a microonde, al telecomando, all’iPod.

Si tratta di un drastico cambio di passo, e non solo di passo, che investe in pieno il rapporto lettrice/scrittore.

Sottovalutare questo, o ignorarlo, non ti farà apparire superiore, ma irrilevante. Anche avvicinarti al blog con la vecchia logica è sbagliato. Quale logica? Quella della televisione, si capisce. Ma lì, la televisione vinceva (e vince) perché poteva contare sull’appoggio incondizionato del divano.

La televisione funziona perché può contare su questo alleato preziosissimo.

Tu, no.

Adesso c’è il clic, e in un attimo vinci o perdi. È il tuo avversario più pericoloso; ma è pericoloso se non sai chi sei, perché scrivi, per quale scopo scrivi.

D’accordo, forse esagero un po’, ma solo per farti capire che devi prendere la Rete seriamente.

O affronti l’impegno di editore di te stesso come un imprenditore che apre un’azienda, oppure:

“Ciao”.

Di solito, si compie il primo passo, vale a dire si annuncia ai quattro venti di aver deciso di essere editore di te stesso. E questo annuncio è tutto quello che il 95% degli autori sono in grado di fare. È, come ripeto spesso, una buona notizia per te, ma solo se fai parte del restante 5%.

Ma ti ritrovi comunque in un oceano.

Un oceano di opportunità però. Lo avrai già capito: il mio pallino è il blog.

Vendere ebook è un’attività impegnativa, e ha senso solo se trovi clienti (cioè lettori). O avvicini, e scovi, nuovi clienti, o non vai da nessuna parte.
Per questa ragione devi:

  • avere qualcosa da dire;
  • farlo arrivare a più persone possibili;
  • trasformare il lettore in un acquirente del tuo ebook.

Tutto il resto è bla bla bla. Lo so, è brutale, e la resistenza a questa realtà è fortissima. Io sto cercando di liberarmene.


Prima la storia, poi il lettore

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