Vuoi diventare un marchio autorevole?


diventare un marchio autorevole

Nell’era cartacea, della casa editrice quindi, era l’editore a offrirti i lettori: quelli che già aveva, grazie alle relazioni che aveva instaurato con recensori e giornali. E al prestigio di cui godeva, costruito attraverso gli anni.
Adesso c’è anche il digitale, e un po’ tutti scriviamo, pubblichiamo… Sommo gaudio e tripudio, vero?
C’è solo un piccolo dettaglio: ci sono migliaia di persone che scrivono, perché le persone dovrebbero acquistare proprio il tuo libro? Quali sono le qualità eccelse in esso contenute?

L’editore è un imprenditore

Io mi auguro che i tuoi prodotti (i tuoi libri), siano di qualità, innanzitutto. Ma credo che balzi agli occhi la differenza tra un dilettante, e un imprenditore del libro. Oppure, se preferisci, un editore di se stesso.
L’imprenditore non pensa ai suoi clienti dopo, ma ci pensa prima. O meglio: sa che il suo prodotto vive se trova un pubblico (no, gli amici e i parenti non sono “pubblico”). Altrimenti, fa la muffa.
Quindi va a caccia del suo pubblico. Dei suoi clienti. Il punto è: o diventi come il marchio Jaguar, oppure ciccia. Come si diventa un marchio forte e riconoscibile come la Jaguar?

Un marchio per molti, non per tutti

Innanzitutto, non rivolgendosi a tutti. Quasi tutti hanno bisogno di un’automobile. Ma pochi hanno intenzione di spendere oltre 50.000 euro per 4 ruote e un abitacolo. Non è una brutta notizia, anzi. È comprendere che non esiste “un” pubblico, ma ce ne sono di differenti. Procedere a casaccio o affidarsi alla buona sorte, non è una strategia. Né lo è il tentativo di rincorrere i gusti del pubblico. Ah, lo so: funziona, mi dirai. Se per te scrivere significa seguire la corrente, chi sono io per dire il contrario?
Io agisco in maniera contraria. Mi pare più difficile, quindi più divertente.
Torniamo però al cuore del post: devi “solo” fare in modo che il tuo prodotto, e quel pubblico particolare, comincino a trovarsi.
Tu sai che il tuo pubblico esiste; ma il tuo pubblico non sa nulla di te. E alla fine rieccoci alla questione centrale: come trovare i tuoi lettori?

Come trovare i tuoi lettori?

Nell’era del Web, 3 sono gli strumenti per riuscire:

  • Il blog;
  • Il motore di ricerca (Google, e chi altrimenti?)
  • le reti sociali.

Il primo (il blog) è lo strumento per pubblicare contenuti che si riveleranno preziosi se sarai capace di scrivere di argomenti interessanti. Deve diventare il punto di riferimento dei tuoi lettori. È una specie di macchina che ha come scopo quello di creare attorno al tuo nome una comunità di estimatori. È il cuore di tutto il resto; perché dopo c’è il motore di ricerca e le reti sociali. Ma tutto parte dai contenuti, dai post che pubblichi.

Google sta migliorando sempre di più la sua capacità di premiare i contenuti di qualità; contenuti che devono essere scritti avendo in testa il lettore, non il motore di ricerca, questo è bene ribadirlo. E questo perché le persone amano leggere contenuti di qualità, approfonditi; e Google si adegua.
E poi ci sono le reti sociali. Certo, possono amplificare i tuoi contenuti. Però riescono in questa impresa solo quando, del tuo contenuto, offri un “assaggio” azzeccato. Spesso ci si limita (lo faccio pure io), a replicare i post pubblicati sul blog.
Però è un tipo di comunicazione differente: il blog è una cosa, Twitter è un’altra. Per questo motivo un brano del post, e il link a quello, sono un aiuto prezioso perché probabilmente riuscirai ad intercettare qualcuno di interessato a quanto dici. E il tuo pubblico lo costruisci una testa alla volta, non a mazzi o a mucchi.


Prima la storia, poi il lettore

2 commenti

  1. Un follower alla volta. Non ci sono scorciatoie o metodi magici. Ne conquisti uno alla volta, finché non ti ritrovi con un gruppo di lettori. Con la tua nicchia.

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