Come costruire un personaggio convincente


foto marco freccero

 

di Marco Freccero. Pubblicato il 16 ottobre 2015.

 

Come si fa a costruire un personaggio convincente?
La risposta non è poi così ovvia come può apparire a prima vista. All’inizio della propria avventura di narratore di storie, non ci si pone alcun problema al riguardo. Io per esempio, ero certo che fossero convincenti. In realtà affogavano sotto il peso delle mie idee, ma si tratta di un aspetto che ho scoperto col tempo. Con gli anni.

Il capitano Achab sul tavolo della cucina

Non sono contrario alle scuole di scrittura, ci mancherebbe. Anzi. Ma dubito che possa esistere un sistema per insegnare a un individuo a creare un personaggio convincente. Certo, occorre leggere, avere una buona conoscenza della lingua, e saper osservare (e non è detto che l’osservazione passi solo attraverso gli occhi).
Tutto questo è sufficiente? Temo di no. Forse esistono delle linee guida. Quali?
Se hai letto tanto (e mi auguro che tu non sia di quelle creature che non hanno tempo di leggere…), avrai probabilmente sviluppato un forte sentimento di simpatia (o affetto? O amore?) per certi personaggi. Ecco, inizia da lì.
Quali sono i personaggi che ti piacciono di più? Bene: riprendi il libro e rileggi. Con attenzione, però: stavolta devi capire come Raskolnikov riesca a “bucare” la pagina e a piazzarsi in camera tua. Come il capitano Achab si sia piazzato sul tavolo della tua cucina e:

Vengo a te, balena che tutto distruggi ma non vinci! Fino all’ultimo ti combatto! Dal cuore dell’inferno io ti pugnalo e nel nome dell’odio ti sputo addosso il mio ultimo respiro.

Vado a memoria, ma dovrebbe essere così. A questo punto qualcuno potrebbe osservare che al lettore non gliene importi un fico secco. È vero.
Che sono questioni di lana caprina.
È falso.

Personaggio funzionante, lettore soddisfatto

Al lettore non può e, oserei dire, non deve interessare niente del processo che conduce a creare il capitano Achab o Raskolnikov. Fa il lettore. A quanti di noi interessa come il meccanico ha rimesso a posto il motore della nostra automobile? Sì, ce lo spiega, mentre guardiamo la fattura e scorgendo in basso l’importo, il colorito del nostro volto si spegne. Ma in fin dei conti a noi importa riavere l’automobile funzionante.
Idem il lettore.
Tuttavia, se lui (il lettore appunto), non gliene importa un accidente, occorre riconoscere che può dirlo solo perché chi ha scritto ha svolto un buon lavoro. Se la macchina esce dall’officina e si blocca, torniamo dentro e pretendiamo spiegazioni.
Lo stesso per un personaggio che non funziona; certo, non il lettore pretende spiegazioni. Ma si rende ben conto che fa acqua da tutte le parti.

Ma come lavora costui?

Si domanda. Perché, anche se non gli è chiaro come un personaggio convincente riesce a essere tale, intuisce che chi scrive ha fallito.
Perciò, come si costruisce un personaggio convincente?
Non saprei. A parte leggere e rileggere i propri personaggi preferiti, si potrebbe tentare di costruire una scena dove i personaggi fanno quello che vogliono. È un momento interessante e delicato, perché occorre evitare il ruolo del gendarme. Dopo avrai tutto il tempo per intervenire e sistemare tutto; ma non in questo frangente. Lascia correre la mano. Lascia che l’anarchia danzi sulla pagina. Lasciati andare e non pensare a quello che la nonna, la mamma, gli amici penseranno perché in quella scena succedono “cose turche”!
Un altro sistema?
Scrivi una scena dove il personaggio fa qualcosa di inaudito, sorprendente. Poi, scrivi le motivazioni che lo hanno spinto ad agire in quella maniera. È un sistema discreto per conoscerlo, e se conosci, padroneggi. Se padroneggi un personaggio ci sono buone possibilità di riuscire nell’intento di renderlo convincente. Perché ti sarai calato dentro di lui, nella sua testa. Saprai spiegare perché fa quello che fa. Perché Raskolnikov uccide la vecchia usuraia?

La domanda delle 100 pistole

Quali sono i personaggi che non ti hanno convinto sino in fondo? Ma soprattutto: hai letto l’anteprima della mia raccolta di racconti “Cardiologia”?


Prima la storia, poi il lettore

12 commenti

  1. Io ho fatto delle schede molto precise dei miei personaggi, però mi rendo conto che “lasciarli liberi” come tu dici è il modo migliore per far emergere il loro vero carattere, senza che risultino forzati. Io cerco di fare così. E mi rendo conto che i brani più istintivi sono quelli su cui poi devo intervenire meno. Se fosse sempre così facile tenere a bada la mia mente, scriverei autentici capolavori. 🙂

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  2. Nei miei primi racconti utilizzavo i miei conoscenti come personaggi: come si comporterebbe X in questa situazione? Che cosa direbbe? quale sarebbe il suo atteggiamento se si trovasse nella tal situazione?
    Diciamo che in questo modo mi sono imprsatichito e oggi posso creare i miei personaggi senza “disturbare” le mie conoscenze 🙂
    Pe ril mio romanzo in corso invece ho stilato una serie di schede dove descrivo sommariamente i personaggi, dove annoto i fatti salienti man mano accadono, alcune loro battute significative ecc.
    No, non ho letto l’anteprima della tua raccolta di racconti “Cardiologia”, ma per il 2016 voglio leggere un po’ di libri dei blogger che frequento 🙂

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    • Niente conoscenti. Adesso che ci penso, proprio nessuno. Mai. Mi è più naturale scegliere qualcosa che non conosco affatto. E qui mi chiedo: davvero scelgo io, oppure… Siamo scelti? 🙂

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  3. Penso, ma non so se questo possa essere valido, che un personaggio è convincente, quando appare integrato nella storia.
    Se la storia è attuale, il personaggio deve rispettare il mondo nel quale vive e agisce. Se la storia è un fantasy, allora le sue caratteristiche devon essere tagliate su misura sul fantasy che proponiamo. Achab è convincente? Certo perché storia e personaggio sono un tutto unico.

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  4. I miei personaggi funzionano… ma solo nella mia testa!
    È così difficile renderli su carta così come li abbiamo plasmati con l’immaginazione!
    Io faccio così: “li vedo”. Sto ferma a fissare il vuoto e me li vedo davanti con i loro volti, le loro movenze, le loro caratteristiche fisiche e poi “parlo con loro”, gli rivolgo domande, mi presento, facciamo amicizia, ci frequentiamo. Quando penso di saperne abbastanza prendo carta e penna.

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