Come ti mando all’altro mondo la SEO? Scrivendo titoli lunghissimi come questo


savona statua gorilla priamar

 

E già. Da un po’ di tempo i titoli dei miei post sono poco SEO. Sono lunghi, probabilmente troppo, e a quanto mi dicono dalla regia, i primi esperti SEO si stanno già suicidando.
Perché faccio questo? Forse perché sono un essere diabolico, e voglio sfoltire il numero degli esperti SEO del pianeta Terra? Oppure desidero che Google spedisca questo povero blog a pagina 125 della SERP quando qualcuno digiterà nel campo di testo del motore di ricerca “Marco Freccero”?

Metodi alternativi: divertirsi!

Ma no! Niente di tutto questo, sul serio. È che mi piace. Mi diverte. Spero che piaccia e diverta anche qualcun altro, oltre a me. Come sanno i sassi, e anche Google, occorre scrivere per le persone, non per il motore di ricerca. Acchiappa le persone, e vedrai che ti ritroverai con Google che ti spara su Marte con un combustile che nemmeno ti sogni.
Sia chiaro: conosco un po’ il mondo della SEO. C’è gente che ci lavora con serietà e che, senza vendere fuffa, porta a casa dei risultati. Ho scritto: “senza vendere fuffa”. E ti posso garantire che di persone così ce ne sono poche in giro.
Però ho deciso di non preoccuparmi molto. Di trovare un modo alternativo.
Nella mia auto-intervista, spiegavo che ho iniziato a divertirmi solo durante la scrittura di “Cardiologia”. Infatti alcuni mi hanno detto che i racconti della seconda raccolta sono meno cupi. Sarà vero? Non lo so, mi limito a riportare quanto mi è stato riferito, io non sono così obiettivo da notare questi dettagli.
Poi mi sono detto che anche i post potevano essere… Divertenti? Scanzonati? E allora mi sono detto: vediamo l’effetto che fa scrivere dei titoli chilometrici.

E fattela una risata, ogni tanto!

Il nocciolo della questione è che tutto è preso troppo seriamente. Tu dirai:

Senti chi parla. Uno che scrive di gente che perde il lavoro, e robe del genere”.

Credo che per dire qualcosa di importante, e pesante, su un blog, si possa farlo in maniera ironica. Insomma, parliamoci chiaro: tu sei sul Web e dappertutto è un fiorire di guide serie, serissime; oppure serie non lo sono affatto ma ti promettono di guadagnare a palate scrivendo:

Robe che spaKKano!!!!!!

E te ne stai lì a perdere del tem… ehm, volevo dire, a imparare, con la faccia accigliata. Concentrato/a.
Poi scopri questo blog, di uno che racconta storie e che fa titoli bizzarri, e dici:

Mah!

In realtà, per affrontare le cose serie, o almeno provarci, occorre per forza di cose adottare una certa strategia. Un tipo di stile e di linguaggio che metta a proprio agio chi legge. Perché la lettura è diventata una faccenda seriosa, drammatica e pure un poco apocalittica; invece è seria. Per cercare di portare un po’ d’ordine, forse bisogna fare ricorso a un po’ di ironia. In questa maniera si potrà colpire meglio, con maggiore efficacia.
Io credo, e spero, che le persone siano indotte alla fine a guardare a se stesse e agli altri con maggiore compassione. A scoprire il volto degli altri, mentre tutto attorno si cerca, con successo, di eliminare ogni volto perché non è poi così importante.

La domanda delle 100 pistole

Te la fai una risata ogni tanto?


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Scarica l’anteprima in PDF di Non hai mai capito niente.

15 commenti

    • Be’, tra i tanti titoli: SEO Google. Di Francesco De Nobili.
      Non credo che l’argomento sia stupido o irrilevante, anzi. Ma troppo spesso ci si trova dinanzi a ricette vincenti, a trucchi che ti permettono di decollare con gli accessi, eccetera. Questa non è SEO, non è nemmeno stregoneria: è pura Fuffa. C’è una SEO seria che per prima cosa dice: divertiti. Poi: pensa alla persone. Infine: fatti guidare dalla passione.

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  1. Noi campiamo di social, non di queries su Google. Non siamo blogger puri. Se lo fossimo bisognerebbe starci un po’ attenti.
    Che poi sia io che te siamo su WordPress.com, la SEO corretta è garantita. Abbiamo tutto il tempo per farci grasse risate e scrivere storie.
    Il problema resta scrivere cose nuove e interessanti: quello si che funziona, e mica è immediato…

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    • Io ci provo a scrivere cose almeno interessanti. Ci metto tutto l’impegno di cui sono capace, consapevole che non otterrò nulla di eccezionale. Una volta lo pensavo e lo credevo con forza, adesso mi sono reso conto che bisogna avere talento smisurato (ero certo di averlo), e io ne sono privo. Pazienza. Però scrivo lo stesso e cerco di farlo al meglio.

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      • Crederlo è metà del lavoro. Continuare a crederlo l’altra metà. Sarebbe più facile avendo vite ai limiti, bisogna sforzarsi di trovare il lato interessante nella banalità che ci circonda (chi lo inventa fa il giornalista, chi lo trova fa l’autore).

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  2. Questo è il mio post! Parli di ironia? Di farsi una risata? Ma l’unica cosa che mi riesce veramente fare è questo: dire cose serie sempre con il sorriso. Mi viene abbastanza naturale, devo dire, mi aiuta il fatto che nella vita non sono poi così diversa! 😛
    Se posso, ho notato che anche tu sei meno abbottonato. Questo è bello, ti avvicina di più alle persone.
    In tanti spiegate cos’è sta SEO, ma io continuo a non capirci assolutamente nulla: chissenefrega di google e di dove ti piazza…

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