Una piccola anticipazione sui prossimi racconti di Marco Freccero


ebook cardiologia non hai mai capito niente

 

In uno dei racconti della prossima raccolta, la storia sarà circolare. Nel senso che si inizia con la “visita”, se vogliamo chiamarla così, a un luogo.
E si concluderà vent’anni dopo con la visita al medesimo luogo. I protagonisti saranno differenti, ovviamente. Chi prima era figlio, è diventato padre; e con sé porterà il figlio.
Adesso che ci pensO: non sarà nemmeno l’unico ad avere una tale struttura.

Basta la volontà?

Il cuore di questo racconto sarà (anzi: è. Ma per chi legge queste parole, “sarà” è necessario; perché prima dell’autunno non potrà leggere niente), la volontà. Volevo mostrare una storia molto semplice, e che nell’ottimismo dilagante e generale di questi tempi, potrebbe suonare come eresia.
Magari!
Vale a dire: non è esatto che con la volontà puoi raggiungere ogni cosa. Che la volontà vince tutto perché è un bulldozer, e allora dacci dentro con le frasi “che motivano”. Con le biografie che “spingono” a osare, a crederci, crederci, crederci.
Se anche sei bravo, ci sono ottime possibilità che a trent’anni, circa, ti ritrovi al punto di partenza. E la tua volontà è un motore scoppiato.
La volontà, e il denaro, ecco: questo è probabilmente l’unico binomio vincente. Adesso mi dirai che tu conosci un sacco di gente che può smentirmi.
Ma lo so.
È come il Sogno Americano (guarda caso la leggenda dell’imprenditore che si fa da sé, di quello che crea la start-up, arriva da lì): lui ci è riuscito! O meglio, si dice che lui ci sia riuscito, ma il suo successo è basato su un cimitero. Quanti, altrettanto capaci, sono finiti nella polvere?
Però non bisogna dirlo, altrimenti l’ufficio stampa del Sogno Americano si arrabbia.

Ma come fai a essere contrario alla felicità?

Perché il Sogno Americano è sinonimo di felicità, giusto?

Cosa significa raccontare?

Ho dovuto scegliere che direzione prendere, perché non avevo una preda da inseguire, bensì due: volontà e denaro. La seconda l’ho dovuta lasciare correre. Quindi un sacco di persone che leggeranno il racconto, diranno:

Che persona squallida! Tu, che dici di non predicare mai, predichi la rassegnazione!

No. Ho raccontato una storia. Cerco di dire come le cose accadono. E per dire le cose in un certo modo, per far sì che arrivino a fare effetto (almeno me lo auguro), era necessario mettere in campo la sconfitta, la consapevolezza che acquisisce alla fine il protagonista. Vale a dire: se parti dal basso, e cadi, non ti rialzi più (o hai scarse possibilità di riuscirci). Se vivi in alto, e cadi, ti rialzi. Anzi, no: cadi sempre in piedi. Un concetto che tra l’altro avevo “accarezzato” in Cardiologia:

Laura preferì il classico, suo padre era dentista, la madre avvocato, e ci tenevano. Per lei, non cambiava molto. – Tanto io casco sempre in piedi. Lo sai – mi disse.

Ed è questa la seconda preda che ho dovuto lasciar correre: il denaro. Non potevo certo inserire tutto in un racconto. Magari, chissà, riuscirò a trovare qualcosa che mi permetta di affrontare l’argomento; oppure no.
Ecco allora il senso di questo racconto circolare. Si torna al punto di partenza, perché esiste un sistema che lavora in un modo, e in un modo solamente.
Il resto sono chiacchiere.

La domanda delle 100 pistole

Come ho intitolato questo racconto?

Vincitori e vinti

La villa sulla collina

Le luci della festa

Come stanno le cose


Leggi l’anteprima di Cardiologia in PDF su Dropbox.

Scarica l’anteprima in PDF di Non hai mai capito niente.

6 commenti

  1. Io, tra le quattro possibilità, avrei scelto “Come stanno le cose”. I tuoi racconti mi piacciono proprio perché raccontano l’amara realtà. Che poi, a ben vedere, nel tentativo di realizzare un sogno, il bello sta nel percorso, non tanto nell’arrivo. Cioè nel fatto di aver sognato. Quello che conta è continuare a sognare, anche se a volte i sogni si infrangono. 🙂

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