Buone nuove! Perché la mia raccolta di racconti “Non hai mai capito niente“, primo capitolo della mia “Trilogia delle Erbacce”, è stata selezionata dal sito Extravergine d’autore. Li trovi in questa pagina del loro sito. E tu adesso te ne stai lì a guardare queste righe e ti starai chiedendo: “Bene. E a me che me ne importa?”
Ti ringrazio per la sensibilità, e proprio per questo vado a spiegare.
L’autopubblicazione? Ma c’è sempre stata
Come si sa, l’auto-pubblicazione è considerata IL male per antonomasia. Sai perché si sciolgono i ghiacci? Ma per colpa di certa gente come me che pubblica, anzi no, si autopubblica.
Il punto è che l’autopubblicazione c’è sempre stata, aveva solo un altro nome.
Quale?
“Pronto, qui tipografia Basta che paghi e stampo quello che vuoi. Come? Ha un magnifico romanzo di 900 pagine e vuole stamparlo. Bene. Basta che paghi!”.
Et voilà: non era forse pure quella autopubblicazione?
Però questo non è un argomento serio, perché si parte dall’idea che l’autopubblicazione sia di certo spazzatura, mentre solo una casa editrice può darti la patente di autore coi fiocchi.
E qui casca l’asino. La casa editrice sbaglia, a volte.
Perché le dinamiche di una casa editrice, spesso devono tenere conto del mercato (oppure chiudi). Può benissimo esserci un buon romanzo che però non ha pubblico, oppure è un pubblico molto limitato, e gli editori non vogliono rischiare.
E che si fa? Lo si lascia nel cassetto? Niente del genere: lo puoi autopubblicare.
Prima ho scritto “le dinamiche del mercato”; ma avrei potuto dire: “I gusti dei lettori della casa editrice”. Quindi un’opera può non piacere a costoro (e vuol dire solo che non piace a costoro: fine), oppure può piacere ma poi si deve per forza fare i conti con la contabilità, i bilanci, la crisi, e un’opera che merita (se non altro perché permetterebbe al suo autore di confrontarsi, e crescere), riceve il benservito.
Per fortuna c’è l’autopubblicazione.
Come sai, io mi avvalgo dei servizi di StreetLib, che tra l’altro permette di avere gratis l’ISBN, e molto altro. Però, il mercato rigurgita di libri autopubblicati. E per questa ragione è saltato fuori il progetto Extravergine d’autore.
In pratica: che tu abbia un romanzo o una raccolta di racconti, come il sottoscritto, puoi inviare una scheda di lettura e un estratto (le indicazioni le trovi nella sezione FAQ del sito). Se superi questa prima fase, potrai inviare l’opera completa e attendere.
Ma che succede?
Il sito ha un comitato di lettura che, come puoi immaginare, legge. Cioè, prima valuta la scheda di lettura, poi la tua opera per intero. Se superi entrambe le fasi, sei segnalato sul loro sito.
Tutto questo è gratis.
È un servizio studiato per dare una mano ai lettori che restano diffidenti di fronte all’autopubblicazione (una diffidenza che si sta sgretolando), in modo da aiutarli nella scelta delle opera autopubblicate. Siamo di fronte a un fenomeno ancora giovane, forse troppo; ma l’autopubblicazione è qui per restare, e anche se gli editori la guardano con sottile disprezzo, spesso e volentieri arruolano nelle loro file l’autore autopubblicato. Perché? Perché ha un forte seguito, e questo garantisce loro profitti interessanti.
Nei panni del lettore, anzi, della lettrice
Mettiamoci nei panni di un lettore pieno di ottime intenzioni. Uno di quelli che leggono tanto. Costui (più probabilmente: costei) va su Amazon, e per esempio legge le recensioni di Non hai mai capito niente. E cosa pensa?
“Sono tutti suoi amici! Pagati profumatamente! Oppure ha creato più account per scrivere quelle recensioni lì!”
Che un ligure paghi è praticamente impossibile, anche dal punto di vista antropologico.
Però il lettore potrebbe a mio parere dare un’occhiata all’anteprima, sempre disponibile su Amazon. E ti posso garantire che spesso bastano 3-righe-3 per decidere della vita o della morte di una storia.
Ma insomma, il dubbio c’è, ed è legittimo. Per questo il progetto di Extravergine d’autore è interessante. Permette al lettore di conoscere l’autore, e all’autore di rafforzare la sua immagine presso i lettori che non lo conoscono.
Ringrazio quindi il comitato di lettura di Extravergine d’autore per aver scelto la mia opera. E auguro loro di avere successo.
La domanda delle 100 pistole
Ti ricordi qual è stato il primo libro autopubblicato che hai letto? (Io no).
Bravo Marco, complimenti! da autopubblicata concordo 🙂
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Grazie mille! 🙂
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intanto complimenti. Vuol dire che il racconto merita.
Interessante iniziativa
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Provaci anche tu.
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ci proverò. Se avrò successo, lo scriverò. Grazie.
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Allora in bocca al lupo!
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crepi
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Complimenti Marco, bravo!
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Grazie!
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La tua nuova veste mi piace un sacco, intanto!
Il primo libro autopubblicato che ho letto è stato quello di Antonio Romagnolo “e adesso rubami un’altra mela”, bellissimo! Il secondo è stato non lo dico, perché era proprio il classico libro pessimo finito nel calderone del self-publishing.
Complimenti per il tuo lavoro di auto-promozione: ottimo! 🙂
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Felice che ti piaccia!
E grazie dei complimenti! 🙂
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