Ottimi motivi per NON autopubblicarsi – L’elenco TOTALE


ebook cardiologia non hai mai capito niente

 

Un po’ di tempo fa ho pubblicato un post dal romanticissimo titolo “Buoni motivi per essere un autore autopubblicato”. Da allora, secondo le solite fonti bene informate, pare che in Italia il numero degli autori che hanno deciso di autopubblicarsi sia schizzato su del 499%. All’estero, la situazione è analoga. Ho subito delle pressioni da parte dei principali gruppi editoriali del mondo (altro che Mondazzoli), affinché togliessi quel post. Stanno rischiando la bancarotta.
Quando uno è guru e punto di riferimento, succedono queste bazzecole.
Chissà cosa sarebbe accaduto se avessi anche schioccato le dita.
Ma non è tutto oro quello che luccica! Per questo ho deciso di scrivere questo post.

Zero seccatori

Be’, può essere un vantaggio, lo abbiamo visto in precedenza, ma anche uno svantaggio. Siccome ti autopubblichi, tutti si smascellano dalle risate.

E son capace pure io a pubblicarmi così. Che ci vuole?

Quindi nessuno ti considera. Non sei nemmeno uno scrittore di serie C: sei niente. Manco uno scribacchino. Lo dici, e nessuno ascolta.

Siete in troppi, mi togliete lo spazio vitale!

Certo: “voi” siete troppi.
Solo io sono necessario, e quello bravo. E sarei già sulla Costa Azzurra se i miei racconti non fossero offuscati dalle vostre storie da quattro soldi. Sciò, brutta gente! Piantatela di pubblicare. Mi togliete lo spazio vitale.

Mi tocca fare di tutto un po’ (persino scrivere, di tanto in tanto)

Non c’è solo la copertina, l’editing, i lettori beta. Macché: devi pensare al blog e a rifornirlo di roba fresca, di qualità e pure genuina. Pensare alla mailing list, e offrire roba che non può essere il doppione di quanto presenti sul blog.
E le reti sociali? Almeno Facebook e Twitter, e lì devi fare in modo di presentare ulteriori, freschi, simpatici e vincenti contenuti.
Ah, poi ci sarebbe la vita. E quella roba là, come si chiama: il lavoro. Il sonno. Di tanto in tanto, ci scappa anche scrivere qualcosa. Di tanto in tanto…

Wired Italia ti snobba (se scrivi racconti!)

E infine, la ragione definitiva per star lontano dall’autopubblicazione: devi scrivere romanzi. E che ci vuole? Perché solo se scrivi romanzi hai la possibilità di essere segnalato dalla rivista Wired Italia. Altrimenti, ciccia.
Eh, ma si capisce: i racconti, che roba sono? E che ci vuole? Uno nemmeno ci si mette a scriverli, tanto è semplice. Omero: ha scritto racconti? Cervantes: ha scritto racconti? No? E ci sarà un motivo, no? Perché era troppo facile. È nel romanzo che si scopre il valore di chi scrive. Ditelo a quello là, come si chiama: Raymond Carver.

Presentazioni? Stai scherzando, vero?

Lascia perdere, sul serio. Nessuno ti offrirà un palco, un palchetto, una pila di bancali dove salire e spiegare a un pubblico qualunque, chi sei e cosa racconti. Perché sei un autore autopubblicato.

E sono capace pure io! Che ci vuole? Ci vuole il filtro!

Eh già. Il filtro.

Ti chiedono consigli (e poi ti snobbano)

Succede pure questo: che vieni “avvicinato” da scrittori alle prime armi. Ti propongono di dare un’occhiata alla loro prima opera. E tu dici “D’accordo” (che errore).
Perché tu dopo dici la tua: evita questo, prova quello, e così via.
Quando va bene, ti rispondono, dopo qualche giorno, che, sì, d’accordo. Però in fondo anche così va bene, dopotutto. E ti rispondono così, quando va bene, perché pensano: “Ma chi sei? Non ti hanno voluto gli editori, un motivo ci sarà, o no? E io ho pure perso tempo a chiederti consiglio!”.

La domanda delle 100 pistole

Ti ho convinto? Abbandonerai il pazzo desiderio di autopubblicarti, vero?


 Entro la fine del 2016 arriverà il capitolo finale della Trilogia delle Erbacce. Scarica l’anteprima in PDF di Non hai mai capito niente, il primo capitolo!

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13 commenti

  1. Io guardandomi in giro resto del parere che dopo tante chiacchiere ancora non si sia capito cosa sia l’editoria e cosa sia il self publishing.
    Quindi anch’io come Serena rigetto in toto la lista. 😀

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  2. Wired ti snobba prescindere con romanzo o senza. Se ti pubblica un grande editore forse ti considera. È sempre una questione di marketing perché io non penso che abbiano letto i 50 romanzi che consigliano. Quanto tempo ci sarebbe voluto per sfornare l’articolo? Anche perché se mi consigli quei 50 vuol dire che li hai selezionati da un mare di 200-300 romanzi, no? O mi sbaglio? Quanto tempo si impiega a leggere 300 romanzi? 😃 Comunque io smetto di autopubblicarmi 😉

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