Riflessione da 4 soldi su come affronto il male nei miei racconti


ebook cardiologia non hai mai capito niente

 

Un tantino chilometrico come titolo, vero? Be’, sì, lo so che la SEO viene calpestata mentre Google mi aspetta dietro quell’angolo con un nodoso bastone in mano per darmi un sacco di legnate.
Però mi andava di scrivere quel titolo e l’ho fatto. Anche perché rivedo, correggo e riscrivo i racconti della terza raccolta di racconti della Trilogia delle Erbacce. E allora ho pensato di parlare di essi.

Dalla sottrazione…

Nelle prime due raccolte il male appariva come sottrazione. Mancava il lavoro, il marito, e chi restava provava a campare. A tirare avanti. Nell’esistenza si crea un buco, per colpa di altri, e al protagonista non rimane da fare altro che proseguire. Sotto certi aspetti può sembrare una visione fatalista: c’è un fato che lavora, e tu devi solo sperare che sia dalla tua parte. Se non lo è sono dolori, ma non c’è altro da fare.
Ma anche se sono miei racconti, non ci vedo niente del genere. Certo, si tratta di un punto di vista poco obiettivo, mi dirai. Eppure sono persuaso che quando scrivo non faccio il notaio, ma illustro delle donne, degli uomini, dei bambini che sono più di quello che sembrano.
Soprattutto in “Cardiologia” (che io definisco persino “metafisico”, ma non chiedermi cosa voglia dire, non sono così bravo. Forse è colpa del racconto “Il dono”?), i protagonisti appaiono d’un tratto, e per poco tempo, consapevoli di essere più grandi. Di cosa?
Più grandi di quanto essi stessi credevano. Più grandi di quanto gli altri immaginavano. Che se ne faranno di questa scoperta? E come faccio a saperlo? Per chi diavolo mi hai preso, per Dostoevskij?

Al male come scelta

Invece nella terza raccolta… Ti piacerebbe conoscerne il titolo, vero? Ma non lo so nemmeno io!
Dicevo: nella terza raccolta, accanto al male come sottrazione, c’è il male. Inteso come persone che lo scelgono, e non sono mai costrette a farlo. E c’è un male che pur continuando per la sua strada, fa qualcosa di differente, perché ha incontrato qualcuno che gli ha insegnato qualcosa. E cosa accadrà a questo personaggio, e se accadrà qualcosa, be’, non posso mica saperlo io!
Lo so. Sto facendo della filosofia, e la faccio male. Se desideri qualcosa che svetti, devi per forza procedere per altri lidi.
Adesso ti chiederai:

Ma allora perché diavolo scrivi post del genere?

Innanzitutto perché scribacchio, e devo pur farlo sapere ai quattro venti che sta per arrivare la terza raccolta di racconti della Trilogia delle Erbacce. Visto che Carlo Conti non si decide a chiamarmi, e nemmeno Barbara d’Urso, mi invento cose di questo tipo.
A parte le battute. Chi scrive lo fa per capire qualcosa, non perché sa qualcosa (in quel caso è un maestrino o una maestrina, e io non li sopporto). E quello che mi sembra di aver capito, l’ho appena illustrato.
Quindi siamo alle prese con un’evoluzione? Credo di sì, ma l’ultima parola spetta ai lettori.

La domanda delle 100 pistole

In che mese uscirà la terza raccolta di racconti della Trilogia delle Erbacce? Novembre? Ottobre? O dicembre?


Entro la fine del 2016 arriverà il capitolo finale della Trilogia delle Erbacce. Scarica l’anteprima in PDF di Non hai mai capito niente, il primo capitolo!

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4 commenti

  1. Interessante invece questa analisi. Male per sottrazione e male…migliorato? Nel senso, il male che ha imparato qualcosa, sarà un male minore, che tende al bene?
    Però, non hai deciso il titolo, non hai ancora trovato la copertina e chiedi a noi quando uscirà? 😉

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    • Infatti: magari se mi indicate quando uscirà la nuova raccolta di racconti, sarò costretto a impormi una scadenza! 🙂
      Per quanto riguarda il male: chissà. Imparerà davvero qualcosa? Oppure continuerà, cantando e sghignazzando, a fare quello che sa fare, senza rimorsi né ripensamenti?

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