Come organizzerò i miei nuovi racconti?


mare

 

Prima della fine dell’anno uscirà il capitolo conclusivo della Trilogia delle Erbacce. Sono riuscito a trovare il titolo (be’, almeno credo!), ma non finisce certo qui. C’è ancora parecchio da fare, da rivedere e da riscrivere.
Intanto però bisogna ragionare su come organizzare i racconti. Diciamo che sono 15 nuovi racconti (ma non escludo ancora di segarne qualcuno): bene. Quale potrà chiudere la raccolta? E quello che la apre? E al centro?
Sembrano questioni stupide, vero?

Il primo, l’ultimo…

Certo, sono questioni che al lettore non importano un emerito fico secco. Lui vuole leggere e basta. E io lo capisco, sul serio. Riempiamo i post di argomenti che interessano solo noi, e crediamo invece chesiano fondamentali per gli altri. Non è vero: le persone vogliono leggere storie, ma in un certo modo.
Un prodotto ben confezionato fa la sua bella figura, e l’autopubblicazione non può più basarsi sulla “simpatia”, sulla freschezza. Deve fare il salto di qualità, se vuole essere presa sul serio.
Ma: un momento!

Quindi i racconti non sono tutti della stessa qualità! Altrimenti, che importanza può avere la loro disposizione?

Se devo essere sincero, solo con questa raccolta ci sto pensando seriamente.
Non hai mai capito niente” mi pare di ricordare che l’ordine dei racconti, più o meno, rispettava quello di scrittura. Ma non è vero, perché “Detriti” fu il primo a essere scritto, e nella raccolta è il secondo. L’ho messo “dopo” perché a mio parere il suo inizio (si “parla” della morte) poteva allontanare il lettore. Siccome i miei racconti non sono festicciole, non volevo esagerare.
Idem per “Cardiologia”. L’ultimo racconto (“La forma della bellezza”) doveva aprire la raccolta, però pure il quel caso mi sono detto: “Se mi presento così qualcuno potrebbe sentirsi urtato. Perché rischiare di perdere un solo lettore? Spostiamolo in fondo”.
Certo, se poi leggi quel racconto ti metti a ridere, in giro c’è di peggio…
Ma questi racconti?

A che serve ordinare i racconti?

Diciamo che ci sono alcuni racconti che occuperanno la parte centrale della raccolta perché sono più importanti degli altri. Probabilmente hanno in essi qualcosa di diverso, di migliore. Potrebbero indicare una certa evoluzione nella scrittura e nei temi. Quindi li piazzerò al centro.
Altri meritano di aprire (o di chiudere) la raccolta perché… Riprendono atmosfere che si sono respirate nelle raccolte precedenti. Chi mi conosce si ritroverà a casa. Ma pure in essi non è che vi sia una ripetizione di situazioni e argomenti. È chiaro che si scrive sempre delle medesime cose, dopo che si è iniziato; ma non ci si può condannare a questo.
Ordinare i racconti, un’operazione da fare mesi e mesi dopo; vuol dire vedere se e come ci si è mossi. Indicare a se stessi e agli altri la direzione che si prende. Perché il viaggio deve continuare e questo è solo l’inizio.
Almeno spero!
Ma c’è un altro motivo? Esiste un senso più nascosto, che il lettore scoprirà, e che scoprirà solo grazie all’ordinamento dei racconti? Boh!

Troppe domande

Troppe domande. Il problema è che facciamo troppe domande. Bisogna solo raccontare storie. E basta. È quello che cerca il lettore. È quello che io proverò a dargli prossimamente; ma non so ancora quando!
In compenso nelle prossime settimane ci saranno un po’ di post dedicati ai mie prossimi racconti.

La domanda delle 100 pistole

E tu, quali criteri hai adottato per i tuoi racconti?


Entro la fine del 2016 arriverà il capitolo finale della Trilogia delle Erbacce. Scarica l’anteprima in PDF di Non hai mai capito niente, il primo capitolo!

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17 commenti

  1. Ciao, Marco.
    Molto stimolante il tuo percorso e anche l’attenzione a questi dettagli, che poi in fondo possono fare davvero la differenza nell’impianto di un progetto. Il discorso dell’ordine e della disposizione è cruciale. In una successione di racconti vengono fuori dinamiche e problematiche che l’autore,durante i processi attivi di scrittura – ma anche in tutto l’universo che racchiude quella fase passiva della loro incubazione e gestazione – ha maturato ed elaborato in situazioni temporali ed emozionali immagino diverse. Agli occhi dell’autore ogni storia conterrà un elemento particolare e riconoscibile, un suo colore, una sua sfumatura, una sua voce. Probabile che possa ricordare di ciascuno il luogo dove lo ha concepito, la posizione di un particolare oggetto sul tavolo su cui lo scriveva o la quantità di luce diffusa nell’ambiente. Questo per dire che già il raccogliere storie di momenti diversi – anche in una sola storia, tra l’altro, possono sussistere momenti molto diversi – è un’operazione delicata e complessa. Allo stesso modo l’ordine dei racconti potrebbe consentire quel certo groove, o quella certa tensione e progressione d’insieme che configuri nell’intero flusso di una raccolta un insieme armonico, che proietti l’evoluzione emozionale e artistica del narratore in una luce più autentica e più fedele a quelle cose e a quei segreti che solo lo scrittore conosce, e ai quali il lettore non potrà accedere se non attraverso dei segnali sparsi, dei piccoli tasselli, che alla fine configureranno una nuova narrazione parallela, più interna e profonda, con dei sottotemi soggiacenti a quelli più reali. L’intimità che ha dato vita alla voce delle storie, e che ciascuno coglierà a suo modo.
    Nei percorsi creativi con i miei scritti, sono molto sensibile a come accostare storie che hanno dei semi particolari e che possano risentire di una buona sinergia se riconosciuti e collocati in un loro ordine nella disposizione.
    Questi elementi di cui parli li avverto come parte nucleica del percorso creativo: anche a racconti finiti, quel tipo di ricerca nel loro accostamento muoverà le stesse dinamiche creative che hanno concesso a quelle storie di vedere una loro luce.
    Saluti e buona settimana!

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    • Concordo.
      Però credo che sia la prima volta che affronta la faccenda in questa maniera. Prima lasciavo un po’ al caso, oppure mi limitavo a spostamenti che reputo necessari per non “urtare” il lettore.
      Adesso… Ci sono altri elementi in gioco. Ne ho parlato ma con una certa resistenza perché al lettore non importa nulla, lui vuole leggere, e va bene. Però chi scrive vorrebbe anche fare in modo che lìimpianto finale sveli i luoghi in cui l’autore si è mosso (e non sono luoghi fisici). A volte si tratat “solo” di non mettere troppo vicino 2 storie ben diverse ma con tratti comuni. Altre volte ci sono “ingredienti”, o effetti, che meritano una luce particolare.
      Buona settimana anche a te.

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  2. Confesso che durante la lettura della prima raccolta a un certo punto mi sono chiesta se l’ordine dei racconti seguisse una tua regola o la cronologia con cui li hai scritti. Mi sono risposta che forse avevi scelto la sequenza in base all’effetto che volevi fare, ma a quanto pare mi sbagliavo?
    Da lettrice penso che il primo e l’ultimo racconto siano quelli più importanti, un po’ come sono l’incipit e la conclusione per un romanzo. Il primo ti spinge ad andare avanti, l’ultimo è quello che resta più impresso.

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    • Può anche darsi che ci sia stato un criterio, ma a mia insaputa 🙂
      È una procedura che ho deciso di iniziare solo adesso, però; prima non me ne importava molto. Li avevo finiti, desideravo solo che fossero i migliori, e stop. Ho solo spostato certi racconti in una posizione anziché un’altra per questioni di sensibilità (del lettore, anche se poi…).
      Vedremo che cosa uscirà con la terza raccolta…

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  3. Concordo con Maria Teresa, il primo e l’ultimo sono i più importanti.
    E tra i due, il primo: è quello che viene inserito nell’estratto di Amazon e quello che può catturare un nuovo lettore all’acquisto. L’ultimo invece è quello che lo farà tuo lettore alla prossima uscita.

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    • È giusto! L’ateprima di Amazon! Me ne ero (quasi) scordato.
      Vuoi vedere che deve di nuovo fare delle modifiche? O forse no. Be’, mi hai messo una pulce nell’orecchio, con l’anteprima di Amazon: e adesso mi tocca ripensarci per bene! 🙂

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  4. Dipende. Se si tratta di racconti senza tema, preferisco metterli in ordine cronologico, come mi piacerebbe leggere quelli dei vari autori.
    Se sono a tema, allora posso trovare un criterio che reputo logico.

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    • L’ordine cronologico stavolta proprio non lo rispetterò. Ma per esempio, ci sono 2 racconti con dei bambini (scoop! :)), e ovviamente non saranno uno dopo l’altro, ma “separati”. Be’, non è un gran lavoro, lo so; però non è il solo criterio che userò… Spero 🙂

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  5. L’ordine dei racconti è importante, soprattutto se pensi che con gli eBook si scarica l’estratto che poi determinerà l’acquisto o meno del resto del libro, quindi i primi racconti sono fondamentali, ciò non vuol dire che altri racconti non siano di elevata qualità, diciamo che i primi due o il primo deve essere quello più di impatto. L’ultimo è quello che chiude il libro ed è comunque importante…

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  6. L’ordine dei racconti in una raccolta é molto importante 😃! Mi si perdoni la metafora culinaria, ma è con stabilire la successione delle portate. Il sapore con cui il primo ti lascia é quello con cui accogli il secondo, quindi é meglio che sia un percorso armonico, magari anche con un filo meta-narrativo che si trova connettendo i puntini-racconti! E apprezzo anche la scelta del numero: 15, abbastanza sostanzioso senza inciuccare il lettore. 👌

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    • Inciuccare? A questo non avevo proprio pensato! Così come non avevo pensato alla metafora culinaria: interessante!
      Comunque, da quando ho scritto il post, le idee invece che farsi più nitide, si ingarbugliano… 🙂

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      • Sarà un problema mio, ma quando vedo più di 20 racconti insieme comincio ad annaspare. Il romanzo ha un unico filo logico, mentre la raccolta richiede al lettore uno sforzo in più: indirizzare in più direzioni la propria attenzione, ricominciare da capo alla fine di ogni racconto.
        Se le idee si ingarbugliano vuol dire che ci hai guadagnato 😀

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