Poteva mancare un racconto, nella mia prossima raccolta, che non parlasse di rovina? La rovina finanziaria vista con gli occhi di lui, ovviamente.
No, non poteva mancare, e infatti ci sarà eccome. Tanto per cambiare tutto ha inizio con la solita immagine che appare, e io che mi metto sulle sue tracce per vedere come andrà a finire.
Ma senza sapere come andrà a finire: questo è fondamentale! Se so come andrà a finire, mollo tutto e passo ad altro!
Un uomo incapace
Lui si chiama Mirko ed è rovinato. Ormai ha venduto la macchina, la rimessa. Ha perso la concessionaria di veicoli industriali (tutti i dipendenti a casa). Presto dovrà licenziare la domestica. E allora?
Allora c’è la moglie (e i 2 figli), che non si rassegnano. Soprattutto lei. Natale è alle porte, e non è possibile passarlo come dei poveracci.
L’attenzione però è tutta su di lui.
È il classico uomo probabilmente bravo, a suo modo; ma incapace. La concessionaria l’aveva aperta il padre, lui invece l’ha distrutta. Non ha le capacità del genitore, o meglio; gli mancano quelle per superare le difficoltà eccezionali. Finché la faccenda (vale a dire: l’economia) è stata nella norma, coi suoi alti e bassi, lui si è barcamenato con un certo successo.
Poi la crisi; ed è stata la fine. Ha assistito impotente, come se niente fosse più nelle sue mani, ma ci fosse un altro a gestire la sua vita.
Come si dice? “I padri fondano, i figli affondano”.
La domestica ingegnere
E poi che succede? Be’, mica posso sempre spiegare tutto per filo e per segno. C’è però la domestica, ingegnere dell’Ecuador, che farà esplodere; no, esplodere è troppo: deflagrare? Meglio qualcosa di diverso.
Dicevo: c’è però la domestica, ingegnere dell’Ecuador, che senza volerlo (in fondo è lui che fa una cosa), innesca un equivoco sino allo scioglimento finale. E in un certo senso è proprio uno scioglimento perché lui si scioglierà dalla moglie…
Ah: non pensare che una cosa sia quella cosa lì. Troppo semplice; lui, Mirko, farà una cosa che sarà interpretata molto male. Eppure, in quel momento lui scorgerà la via d’uscita, e deciderà di… prenderla!
Tutto chiaro, no?
La crisi un momento magico?
Tanto per cambiare a me non interessa illustrare le conseguenze di un crac, o la crisi del capitalismo (ma quale crisi? Il capitalismo ruggisce: non lo senti?). A me pareva interessante abbozzare (sì, non sono molto bravo) un uomo che non ci sa fare. Non riesce a evolversi, ma assiste alla propria rovina senza reagire. Il che è bizzarro, vero? Perché dappertutto si dice che la crisi è un momento “magico” dove l’individuo deve essere in grado di reinventarsi, di ripensare tutto se stesso, eccetera eccetera.
Be’, spesso non succede nulla del genere. Non ci si riesce. Non si è in grado: perché si è nel contesto sbagliato; perché si hanno accanto le persone sbagliate. Perché… Non si hanno le qualità giuste.
Ma alla fine Mirko capisce forse qualcosa. Fa la sua scelta, e sarà radicale. A mio parere davvero radicale.
La domanda delle 100 pistole
E questo racconto che titolo avrà? (Attenzione: non si vince nulla!!!!).
La china
La rovina
Segugio
L’equivoco
Entro la fine del 2016 arriverà il capitolo finale della Trilogia delle Erbacce. Scarica l’anteprima in PDF di Non hai mai capito niente, il primo capitolo!
La rovina sembrerebbe troppo scontato, immagino. 🙂
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Infatti. 🙂
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L’equivoco, forse.🤔
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Dici?
Chissà! 🙂
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posso suggerirne un altro? Boom! È scoppiato
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🙂
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Segugio perchè ha seguito la pista dell’uscita dalla crisi?
I padri fondano, i figli affondano”: mio nonno invece diceva che ci vogliono tre generazioni per rovinare tutto, e guardava me, la nipote 😛
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😉
Non aggiungo altro…
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La china 🙂
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No. 😉
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