Ehi! È uscito il capitolo finale della Trilogia delle Erbacce, e si intitola «La Follia del Mondo», nel caso fossi stato senza connessione alla Rete in questi ultimi giorni. Ecco. È uscito.
Ringrazio tutti quelli che hanno acquistato l’ebook, ma adesso occorre passare alla fase 2. Vale a dire? Bella domanda!
Seguire gli esempi migliori
In questi mesi, e anni, ho cercato di trovare il sistema per arrivare a più pubblico. E ho tenuto d’occhio, tra gli altri, l’account Twitter di Carla Monticelli: e chi altrimenti?Pure lei ha una serie di libri, ed è riuscita a ottenere risultati insperati. La seguo, e cerco di carpire i suoi segreti, di imparare da lei. Ma non è affatto semplice. Perché, come già sapevo, la strategia che funziona con lei non funziona con me.
Lei ha pubblicato una serie di romanzi ambientati su Marte; appartengono a una precisa categoria.
Ma io?
Problema? No, opportunità
Il mio problema è che mi sono incaponito a scrivere racconti: ben 3 raccolte. Ogni storia ha i suoi protagonisti. Quindi: cosa li lega?
Dunque: sono racconti (e so bene che un sacco di persone direbbe: «Ma sei matto? E chi legge i racconti?»).
Sono tutti parte di una trilogia: la Trilogia delle Erbacce. In conclusione, mi sarei impelagato in una situazione senza molte vie d’uscita. Potrei aver perso 3 anni («Non hai mai capito niente», il primo ebook della trilogia, è del 2014), a coltivare un progetto senza prospettiva.
Adesso ti spiego.
Lavorare per essere popolare
Prima di tutto: scrivere è bello, ma pubblicizzare la tua (la mia), opera è meglio. Voglio dire: Alexandre Dumas non stava tutto il giorno chiuso in casa a scrivere. Usciva.
Non fu solo «fortunato». Lui visse in un periodo storico particolare: a Parigi apparve il primo giornale che ospitava la pubblicità. Grazie a ciò, i giornali divennero più «popolari», alla portata di più tasche (costavano meno), e lui cavalcò l’onda. Pochi sanno che ci sono delle sue opere che solo di recente sono state recuperate, poiché erano finite su questi giornali popolari, e se ne erano perse le tracce.
Se vuoi fare l’auto-editore devi anche farti conoscere. Non fare quella faccia!
In fondo si tratta di permettere alle tue (alle mie), opere di arrivare a un pubblico più vasto.
È inutile lamentarsi delle brutte pubblicazioni in giro (e comunque stai tranquillo: per qualcuno le tue sono brutte pubblicazioni), e non fare nulla per promuovere le proprie.
Occorre lavorare per essere popolare. Proprio perché Dumas o Georges Simenon facevano lo stesso.
Bene. Quindi?
La domanda delle 100 pistole
Quale sarà la mossa di quel matto di Marco Freccero? Lo vorrei sapere pure io! 🙂
Bella domanda: che cosa ci combinerà quel matto (l’ha detto lui, non io, eh?) di Marco Freccero? Parafrasando Battisti (anzi Mogol), lo scopriremo solo vivendo! 😉
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anch’io lo voglio sapere…e come dice Silvia lo scopriremo solo vivendo
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No: siamo in 3. Pure io voglio sapere che cosa combinerò 🙂
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Rita Monticelli è un bel caso. Ho avuto la fortuna di scambiare con lei delle opinioni ma il suo segreto è ben custodito. Certo lei ha un genere ben definito e frequente – non so se lo sta facendo ancora – dei gruppi di fan di quel genere. Questo aiuta se poi sai scrivere bene e tradurre i testi in inglese ti permettono di farti conoscere.
Ma ognuno deve trovare la strada da sé. Tempo a tenacia permettemdo
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Esatto, il tempo. E non scordiamoci della fortuna! 😉
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Tempo e fortuna. Un binomio perfetto
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Temo che il confronto con Monticelli, e qualsiasi altra letteratura “di genere”, non vada bene. Fantascienza e fantasy, così come il rosa, hanno un pubblico affezionatissimo. Con il mainstream le cose si complicano. Ma anch’io sono tra i curiosi che vogliono sapere cosa combinerà Marco Freccero. Che si fa? Chiediamo le quote ai bookmakers inglesi? (book makers… 😉 )
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Anche questo è vero, la fantascienza in effetti ha uno zoccolo duro sul quale si può sempre contare.
E che cosa combinerò io… Mah! Vedremo! 😉
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