1000 fans: e dove li trovo?


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Se ti ricordi, e se non ti ricordi non fartene un cruccio, la settimana scorsa ho pubblicato su questo blog un post dal titolo: «Obiettivo 2017: 1000 fans per Marco Freccero». Nemmeno il tempo di rileggerlo e subito Daniele Imperi mi chiedeva, in un commento: «Ma dove li prendi?». Insomma: uno nemmeno può annunciare la rivoluzione che subito arriva qualcuno che gli domanda: «E da dove inizi?».
Però me la sono cavata dicendo che avrei risposto con un post programmato per la giornata di oggi: ma sarò all’altezza?

Cosa vuole il lettore

Il punto è tuttavia un altro. Non avevo intenzione di mettermi a scrivere e a parlarne perché non intendevo e non intendo trasformare il blog in uno strumento per spiegare ad altri come conseguire questo obiettivo.
L’ho fatto in passato e il risultato non mi ha entusiasmato per nulla. Sì, avevo forse dei lettori in più; ma non erano quelli che mi interessavano. Erano persone che come me, volevano scovare il modo, il mezzo, il segreto per arrivare a vendere più libri, per esempio.
Purtroppo, e lo riscrivo, non sono questi i lettori che mi interessano.
E i lettori (quelli che mi interessano), non hanno intenzione di leggere post su Seo, su come rendere il post più leggibile, e altre cose del genere. Interessanti, certo. Ma loro vogliono storie.
Punto.

La pazienza? È finita…

Svicolo dalla domanda di Daniele? Può darsi.
Buona parte della strategia sarà focalizzata sul blog. Ha grossi problemi (un sacco di lettori ci finisce sopra per i motivi sbagliati, e poi lo abbandona). Ho pochi lettori, e dopo così tanti anni non è possibile che siano ancora così esigui. Dopo oltre sei anni collezionare poco più di 22.000 visite e meno di 14.000 visitatori durante l’anno, è un mezzo disastro.
Lo so cosa stai per dirmi: ci vuole pazienza. Be’, dopo oltre 6 anni credo che la pazienza non sia più un ingrediente molto utile, giusto? Non credo che i miei contenuti facciano ridere (c’è di peggio in giro eppure, senza rispettare regole e strategie, mi sorpassano alla grande). Di certo ho deciso che la pazienza non fa più per me.
Ah, adesso stai per dire che non importa la quantità, ma la qualità. D’accordo. Per questa ragione ho ridotto i post a 2 alla settimana (anche se adesso sono tornati a essere 3).
Adesso ti spiego una cosa semplice semplice…

Una storiella edificante!

Ho intitolato questo paragrafo: «Una storiella edificante» perché così mi pare più simpatico, ecco. C’è questa leggenda metropolitana secondo la quale:

«Non importa il tempo, ma la qualità del tempo.»

Giusto? Giusto! E io per primo ho sempre pensato che fosse una regola aurea, contro la quale non c’erano obiezioni di sorta.
Qualità: 2
Quantità: 0.
E invece non è proprio così, in realtà. È un po’ più complicato, secondo me.
Prendiamo l’esempio del vino (anche se non lo amo affatto). Come diavolo si ottiene un ottimo vino? Uno di quelli buoni davvero, per esempio il Sassicaia (il racconto «Rivelazione», dentro «La Follia del Mondo», presenta proprio questo vino).
Semplice: andando in vigna tutti i giorni.
Tutti i giorni.
Non ogni tanto; ogni giorno esci di casa, col sole o con la pioggia, e vai a vedere e a controllare. Non ti puoi permettere di fare altrimenti, di prenderti una sosta. Di dire: «Be’, oggi no perché cosa vuoi che succeda?»
Ci vai ogni giorno anche solo per vedere la nebbia, il colore delle foglie, per sentire l’erba che scricchiola sotto le suole delle scarpe.
Ogni giorno. È quello che ti dice un produttore di ottimo vino. La vigna si cura ogni giorno, non ci sono ferie, né malattie (mica crederai di startene a letto per via di un po’ di raffreddore, vero?).
Certo, la vendemmia prende più tempo, me ne rendo conto; e ci saranno periodi durante l’anno dove ci stai molto di più.
Ma ci vai ogni giorno, in vigna. Ogni giorno, con qualunque tempo, ti alzi, e vai.
Non le dici: «Eh. Ma io ti dedico il mio tempo migliore, e per questo oggi non ci vediamo.»
Ecco. Io credo che alla fine, col ragionamento «Qualità contro quantità» si finisca spesso col compromettere anche la qualità.
Che è frutto di tanta, tanta quantità. Tentativi, fallimenti, errori: la quantità alla fine, se perseveri, conduce alla qualità.

Concludendo…

Adesso mi rendo ben conto di non avere risposto alla domanda di Daniele. Probabilmente se lo avessi fatto, non avrei scritto quella bellissima storiella edificante che ti sei sorbito.
E poi perché, come ho già detto, per farlo dovrei parlare delle strategie, dei modi. E questo sposterebbe il focus di questo blog. 1000 fans (o estimatori), ma anche 800 o 900, mica mi offendo, sono un obiettivo ambizioso. Credo che la Trilogia delle Erbacce lo meriti.
Tutto qui.
Newsletter? O cos’altro? Non è questo il punto. Il punto è agire. Provare e riprovare.

La domanda delle 100 pistole

La nebbia è fitta? Ti ho confuso a sufficienza le idee?

Già 4 recensioni per “La Follia del mondo“: e in un solo mese di pubblicazione! Leggi cosa ne dicono i lettori: clicca qui.

In realtà sono 5: anche su Goodreads.

11 commenti

  1. e va bene. quante storie, Daniele. Avere 1000 follower non vuol dire nulla – io per inciso sono a quota 737 in sei anni ma il numero non accende nessun entusiasmo – l’importante è avere un nocciolo duro di lettori.

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