Come raccontare la morte? Vasilij Grossman


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Spesso si consiglia la lettura di certi autori per la denuncia contenuta nelle loro opere; io credo sempre di più che sia un errore. Perché prima di tutto occorre invece osservare la scrittura, lo sguardo dello scrittore…

Scrivere della morte

Per esempio lo scrittore russo Vasilij Grossman, viene citato, letto (be’, letto: non molto), perché denunciò gli orrori dell’Unione Sovietica. E va bene. Ma lui era un grande scrittore, prima di tutto; ed è bene ricordarlo e ribadirlo. Se invece ce lo dimentichiamo, rischiamo di perdere delle preziose lezioni che ci possono essere utili. Soprattutto perdiamo di vista lo scopo delle narrativa: raccontare storie.
Nel libro “Tutto scorre” vediamo una donna che è stata arrestata e deportata in Siberia perché non aveva denunciato il marito. Eh già: succedeva pure questo, anzi: è successo probabilmente per milioni di persone. La bambina? Dispersa, chissà…
A un certo punto, leggiamo:

Un anno dopo Masa uscì dal lager.” 

Oh, bene, pensa il lettore. Masa immaginava spesso (sperava), che prima o poi arrivasse un telegramma e che questo le comunicasse la libertà. Poter tornare a casa e riabbracciare il marito, la figlia. A un certo punto lei e alcune compagne di prigionia sentono alla radio della musica. Sono vicino a delle case dei sorveglianti e dirigenti del gulag, e lavorano a riparare la strada, quando sentono la musica della radio. È la fine. Perché vivere senza orizzonte, al buio, aiuta a sperare di rivederlo, un giorno.
Quando infine vedi l’orizzonte, dal gulag, capisci che non lo raggiungerai mai.
Però arriva quella frase:

Un anno dopo Masa uscì dal lager.

E subito dopo:

“Prima di tornare in libertà essa giacque sull’assito di legno d’abete di una gelida baracca seminterrata; nessuno la sollecitava perché andasse al lavoro, nessuno la insultava; gli inservienti della baracca sanitaria distesero Masa Ljubimova in una cassa rettangolare fatta di assi inchiodate, di quelle che il reparto tecnico di controllo aveva scartato,

Il lettore riceve un formidabile uno-due che lo mette al tappeto; almeno a me è successo questo. Affrontare la morte non è facile, ma Grossman rivela anche qui di essere stato un formidabile scrittore.

La domanda delle 100 pistole

Conosci Vasilij Grossman?


Già 4 recensioni per “La Follia del mondo“: e il tutto in un solo mese di pubblicazione! Leggi cosa ne dicono i lettori: clicca qui.

In realtà sono 5: anche su Goodreads.

16 commenti

  1. Non conosco questo autore, ma hai ragione, questa è una combinazione di colpi da K.O. I grandi autori sanno trattare bene anche gli argomenti più ostici, gli altri pasticciano o li evitano, come faccio io. Se mi capiterà una storia che mi obblighi ad affrontarli – e può ben succedere – sarà una bella sfida. In realtà proprio il racconto che sto per iniziare a scrivere toccherà la morte, ma in modo molto dolce, niente K.O. 🙂

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