Continua l’esaltante cronistoria disordinata del raccontastorie da giovane (che poi sarei io). Sembra incredibile ma siamo già arrivati alla parte numero quattro. Chissà cosa ci aspetta, di bello ed esaltante (anticipazione: nulla).
Non è che mi annoiassi poi molto, durante la mia infanzia. Suvvia, chi può essere così matto da credere che ci si possa annoiare, quando si è piccoli?
Per esempio: tre volte la settimana frequentavo una palestra per rinforzare la schiena. Non è che volessi costruirmi un fisico da culturista, al contrario. Ma come ho detto in precedenza, nella mia infanzia ero di frequente a letto a causa di malanni vari. Soffrivo di otite che veniva curata con antibiotici che indebolivano il fisico che si buscava l’influenza che… Ci siamo capiti.
Poi cambiammo otorinolaringoiatra, dissi addio agli antibiotici (si trattava di iniezioni: ne facevo, se non ricordo male, una al mattino prima di andare a scuola, quando c’era un problema), e proseguii comunque con la ginnastica.
E i fine settimana in campagna.
Be’, sì: sono uno degli ultimi che può dire di avere avuto i parenti contadini. Quindi era normale trascorrere il tempo libero presso di loro. Peccato che di quei luoghi non sia rimasto più molto.
Il terreno di certi miei zii: adesso è occupato da capannoni.
Altro terreno dei miei zii con 2 case (tutto in affitto e di proprietà di una facoltosa, almeno a quei tempi, famiglia di Savona): abbandonato e ormai invaso dalla vegetazione boschiva. Ma si sa: quando hai quell’età lì, e quale sia ci siamo capiti, non pensi che le cose possano cambiare. Né che ti possano cambiare. Ti scivolano sulla pelle, come acqua fredda, ma tu resti sempre lo stesso.
Poi capisci che la faccenda è più complicata, ma dopo, anni dopo. In qui momenti ci sono soltanto le caldarroste sul fuoco, i grandi pranzi di Capodanno con il concerto da Vienna, i piccoli pesci nel torrente sotto casa. E una miriade di sapori, odori e colori che paiono destinati a durare per sempre.
E anche se la morte ti ha visitato molto presto, non ci pensi; forse è stato un errore da parte sua che non si ripeterà più. Invece sta solo affilando la falce.
Già 4 recensioni per “La Follia del mondo“: e in un solo mese di pubblicazione! Leggi cosa ne dicono i lettori: clicca qui.
In realtà sono 5: anche su Goodreads.
annoiarsi da piccolo? Una bestemmia! La fantasia non ci mancava! ;D
Parenti contadini? Che peccato non averli avuti. Il contadino l’avrei fatto volentieri. Vita all’aria aperta e di certo non si muore di fame.
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Una volta lo pensavo anche io: Che bello fare il contadino!
Adesso ho cambiato idea… 😉
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io no. Lo penso ancora.
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