Secondo appuntamento con chi scrive storie in questa terra a forma di arco, stretta tra mare e monti, e con poche pianure (se ti chiedi di cosa parlo: la Liguria, che diamine!). Per quale motivo lo faccio? Mi pare che sia doveroso dare la possibilità a chi racconta storie, e dimostra una passione per la parola non comune, di spiegare chi sono e perché si intestardiscono in questo mestieraccio mentre tutt’attorno, pare esserci una congiura. Pochi leggono, e sembrano addirittura calare coloro che lo fanno. Ebbene: se gli autori “blasonati” avessero la passione e l’amore per le storie di questi autoeditori, forse i lettori scommetterebbero di più sulla lettura.
Oggi lascio la parola alla scrittrice Nadia Banaudi.
Chi o che cosa ti ha fatto venire voglia di scrivere? Perché non ti sei limitata a leggere?
Scrivere per me è un bisogno, parlare non mi basta e leggere neppure. Anche se leggo molto, ma ciò che è scritto dagli altri e quindi non mi lascia altro spazio. Scrivere è tutta un’altra storia, fluisce direttamente da me, chiamarla catarsi può sembrare eccessiva, ma funziona meglio di una seduta dal terapista!
Stai lavorando a una raccolta di racconti: «Vita e riavVita». Ti va di parlarcene un poco?
Sì e con molto piacere. Ho scritto cinque racconti lunghi sul mondo femminile che, una volta letti e piaciuti dal solito gruppo di beta reader, sono diventati una raccolta legata da un sottile filo, tanto da potersi considerare un romanzo. Nonostante la vita, come il titolo mette in risalto, sia il legame, anche il fattore inspiegabile e invisibile dato dal misto di destino e coincidenze, ha il suo peso. Non mi limito a narrare le vicende dei personaggi, che vivono tutto sommato una vita normale spesso condivisibile, ma svelo sfumature di donne, emotive e psicologiche non sempre visibili agli occhi umani. Lo considero un “esperimento” interessante
La tua raccolta di racconti nascerà grazie al crowdfunding: spiegaci di che cosa si tratta.
In italiano sarebbe un finanziamento collettivo e la sostanza è proprio quella. E’ il sistema per proporre un progetto e sottoporlo al consenso del pubblico. Prima di intraprendere questa strada non lo conoscevo, lo ammetto, poi invece istruendomi a riguardo ho scoperto che a partire dal piedistallo per la Statua della libertà allo Smartphone è il sistema di gradimento più utile a “quelli con l’idea ma senza soldi”. Presente! Così mi sono appoggiata ad una casa editrice che lo usa per pubblicare autori emergenti con questa dinamica. Prevendi il libro creando lo zoccolo di lettori seguaci e loro si comportano da casa editrice curando editing, impaginazione, grafica e stampa. Al momento mi ritrovo al secondo step quindi molto vicina alla pubblicazione, il resto mi è ancora sconosciuto, ma sospetto di dovermi dare molto da fare per far sì che il libro si faccia conoscere anche una volta edito.
Qual è il tuo rapporto con l’editoria «ufficiale»? Intendo dire: dal momento che hai scelto il crowdfunding per le tue storie, probabilmente non hai, verso le case editrici, molta fiducia. Oppure sbaglio?
Le mie poche esperienze sono state catastrofiche. Tutte le case editrici con cui ho intrapreso contatto si sono rivelate a pagamento. Pressapoco è stato sempre così. < Ci piace il suo progetto, ma deve dimostrare di crederci prima di tutto lei…. dovrebbe sostenere parte delle spese con l’acquisto di 100 copie, avrebbe l’1% di guadagno sul venduto superate le 1000 copie…> e poi una dopo l’altra le condizioni sfavorevoli che ti fanno pesare l’essere inesperto e voglioso di emergere, ma anche tornare indietro con la coda tra le gambe.
Quello che vorrei è trovare una casa editrice seria, che creda in me e nel margine di crescita possibile. Quello che vorrei è la luna? Alla vista della realtà forse sì.
Chi è la prima persona che legge quello che scrivi?
In contemporanea sono la mia amica Chiara e mia madre. Tutte e due dannatamente sincere ed esperte di lettura divorano libri su libri e non sempre sono carine nei miei confronti, ma anzi.
Georges Simenon temperava tutte le sue matite, prima di iniziare a scrivere, e sottoponeva moglie e figli a un controllo medico per evitare che si ammalassero mentre era al lavoro su Maigret. E tu? Come avviene il tuo processo di scrittura?
Bellissimo, questo non lo sapevo. Io faccio la casalinga e scrivo la mattina e la notte quando la casa è vuota o silenziosa. Poi durante il giorno rifletto su quello che ho scritto e rielaboro. Mentre cucino sul bancone ho sempre taccuino e penna, ma anche in borsa, perché nemmeno farlo a posta le idee migliori mi spuntano quando ho le mani sporche di farina o sto facendo altro. Guai farsele scappare!
Molti affermano che si debba creare una sorta di «lettore ideale», e scrivere avendo in testa proprio lui (o lei). Ma che idea hai dei tuoi lettori?
Io scrivo per le persone che hanno voglia di stare bene, possono essere giovani e meno giovani, uomini e donne, eruditi e non. Le mie storie hanno il solo scopo di rilassare e insinuare pensieri positivi. Quindi il mio lettore ideale ha avuto una giornata pesante, ha tante insoddisfazioni alle spalle, una vita complicata da portare avanti, ma ha tanta voglia di sperare e la speranza non la nego a nessuno, specie nei miei racconti.
Quanto di quello che scrivi finisce con l’essere scartato?
Una percentuale alta, sono piuttosto sincera. Spesso tengo il file per mesi convinta di poterci lavorare sopra, ma quando arriva il momento delle pulizie di primavera finisce nel cestino per sempre; anche se lo ammetto quando scrivo una cosa mi resta impressa dentro per sempre e capita ritorni sotto mentite spoglie.
Secondo alcuni, la stagione d’oro del libro, cartaceo o digitale che sia, è finita da tempo. La narrazione ormai è affidata a cinema e serie televisive. Tu scrivi dei racconti: ha ancora senso farlo?
Io penso sempre al mondo che era e che sarà e mi perdo. I libri forse cambieranno la loro forma conosciuta. Ad esempio oggi si trovano nelle bustine delle tisane o al collo delle bottiglie di vino (folle e geniale), chissà un giorno saranno ologrammi… Ma il senso di scrivere è raccontare, e questo va avanti dalla notte dei tempi, si racconta per tramandare, illudere e rasserenare. Non si esaurirà se non con il suo artefice e fruitore.
Parlaci delle influenze letterarie che hai avuto, degli scrittori che ami.
Da piccola leggevo libri molto tristi. Piccole donne, Il conte di Montecristo, Cuore… Da adolescente libri molto forti: il Diario di Anna Frank, L’amico ritrovato, Sciascia, Silone… Piangevo sempre e rileggevo più volte; piangevo e trovavo ingiusto molto di quello che leggevo eppure amavo quei libri: mi facevano sentire fortunata e mi emozionavano. Allora sognavo di diventare qualcuno per cambiare il mondo, poi capivo che dovevo solo non essere come i cattivi descritti nelle pagine e mi nasceva la voglia di diventare migliore, godermi la vita e di essere felice per rispetto a chi non lo era stato.
Crescendo ho cambiato genere e letto infiniti gialli, ho una passione per i templari ad esempio e una collezione di libri che ne trattano le gesta, ma anche per il sovrannaturale, quindi la mia biblioteca è ricca di vari generi. La narrativa resta sempre una mia passione, ma se dovessi scegliere non potrei rinnegare Faletti come un autore tra i preferiti.
Ancora a proposito della tua prossima raccolta di racconti: quando sarà in vendita? E puoi spiegarci il titolo?
Una data ancora non la ho, ma per aprile la forte speranza di essere pubblicata c’è. Siamo nella fase dell’impaginazione, controllo refusi e scelta copertina, direi molto vicini all’uscita, momento davvero atteso e che mi trova quanto mai trepidante.
Il titolo è frutto di una simpatica collaborazione. La mia amica Chiara ne ha parlato con il marito, lettore di Gazzetta e quotidiani on line, sottoponendogli le nostre idee a riguardo che via via cestinava. Da uomo originale e disponibile ha dato il suo contributo e così è nato “Vita e riavvita” che altro non è se non la vita che si riavvita su se stessa per diventare più forte. Un titolo che racchiude il cambiamento obbligatorio e l’adattabilità che noi esseri umani dobbiamo mostrare per Vivere appieno. Un’opportunità concessa a tutti.
Chi è Nadia Banaudi?
Nadia Banaudi è, come scrive lei sulle pagine del blog “Svolazzi e scritture”, “una mamma, una cuoca, una colf, una mille usi, ossia una casalinga come tante, con il sogno nel cassetto di fare la scrittrice, da grande.”
In attesa che il suo progetto “Vita e riavVita” si concretizzi grazie al crowdfunding (per maggiori informazioni: ecco la pagina del sito), non ha perso tempo, e alcuni suoi racconti sono compresi in “Buck e il terremoto”, e nella raccolta dal titolo “Sognando“. Savonese D.O.C. non abita più nella celeberrima città della Torretta, ma ce l’ha sempre nel cuore.
Grande Nadia! Aspettiamo con ansia l’uscita del tuo libro! 😉
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Grazie Silvia. In quanto a ansia sull’argomento non mi batte nessuno!
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E non sei la sola ad attenderlo 🙂
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Oh Marco, sono emozionata a vedermi lì stampata tra le tue pagine, attorniata dalle tue belle parole. Quindi immensamente grazie.
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Grazie? E di che cosa? Semmai sono io che ringrazio te 🙂
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Che bella sorpresa quest’intervista, è sempre un piacere scoprire qualcosa in più degli autori attraverso le risposte ma anche le domande 😉 Mi piace moltissimo il concetto di base di “Vita e riavvita”. Forza Nadia, che ci siamo quasi!
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Grazie Maria Teresa, mi sento tanto al rush finale (hai presente quando vedi l’arrivo ma sai che devi ancora faticare un po’?). Marco mi ha davvero sopreso con la sua attenzione e molto, davvero molto onorato, lo ammetto sono ancora con la testa tra le nuvole.
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Aprile è dietro l’angolo, in effetti 🙂
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Vai, Nadia! Siamo tutti con te.
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Cara Sandra, sono così emozionata da questa accoglienza che mi sembra incredibile. Non ho velleità di successo o trionfi particolari e già questo mi pare tantissimo. Grazie davvero a tutti quanti per il sostegno e il tifo.
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🙂
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Ma che bella intervista, non resta che dire: forza Nadia!
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Grazie Giulia. Il merito è di Marco e gli va riconosciuto, con tutto lo spazio che mi ha regalato ha ridimensionato le dicerie su noi liguri. Tzè tzè non è vero che siamo di maniche strette, abbiamo un cuore immenso.
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Concordo… 🙂
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Ma che bello. Un modo simpatico per conoscere un po’ meglio Nadia. Ovviamente complimenti a Narco per questa iniziativa e per la bella intervista.
A Nadia dico solo di tenere duro e di continuare a crederci. Uno come me, che ne ha viste e ne vede veramente di tutti i colori, ti dice che sono più le cose belle che quelle brutte, credici. Ti auguro di avere tutte le soddisfazioni che ti aspetti da quest’impresa.
Forza Nadia.
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Grazie di cuore, detto da te è un incoraggiamento non da poco. Come le cose brutte attraggono le medesime così è per le belle! Almeno è quello che mi impongo di pensare e vivere.
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Fai bene Nadia. Dobbiamo essere degli schiacciasassi, perseverare e allontanare le cose negative. purtroppo è difficile, ci sono ostacoli, persone che cercano di minare la nostra credibilità in modo strisciante ecc. ma sono di più le meravigliose opportunità e le persone di cuore pronte a sostenerci.
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Esatto! Avanti tutta!
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Mai sottovalutare i liguri 😉
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Mai
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Complimenti – come sempre – per il garbo nell’intervista e buon tutto a Nadia!
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Grazie. Ma è l’intervistata che fa miracoli 😀
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Grazie per l’incoraggiamento. Marco oltre a essere molto garbato è un ottimo padrone di casa e merita davvero di riscuotere i giusti complimenti. E’ un bravo scrittore e auto editore che trova spazio anche per gli altri e questo fa di lui un collega piacevole capace di insegnare molto.
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Be’, grazie. 🙂
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Decisamente un’intervista meravigliosa! Brava Nadia hai colto il segno, parlare, e leggere è bellissimo, ma scrivere… beh, quello è tutta un’altra cosa… mentre scrivi ti apri… parli con il cuore e con l’anima. Il titolo di questo articolo mi aveva incuriosita… Scrittrici liguri… siamo conterranee… ed è vero, trovare una casa editrice che sia interessata a nuovi autori e non chieda il “contributo” è davvero difficile… ma se tieni duro puoi riuscire a trovarla… ti lascio il titolo di un mio articolo… magari potrebbe interessarti, io intanto faccio un salto sul tuo blog. https://laurapariseblog.wordpress.com/2016/12/08/ci-son-editori-e-editori/
Ti faccio l’imbocca al lupo! O come si dece dalle mie parti “in culo alla balena” 😉 Laura
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Grazie, comunque si dica, accetto tutto e me lo tengo stretto. Leggendo il tuo articolo ho avuto moto di speranza di trovare nella mischia un futuro positivo e la casa editrice in grado di seguirmi con lo stesso entusiasmo che io per prima muovo per la scrittura. Sono molto contenta che Marco con la sua intervista abbia promosso la conoscenza del nostro territorio e dei suoi autori. Proprio vero che quest’uomo ha occhio!
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Non bisogna mai demordere. Certo mi sarebbe piaciuto che il mio editore genovese fossecun pochino più solerte e presente… ma dell’altro non posso lamentarmi. Fà un giro su “le parche edizioni” sul mio blog troverai l’indirizzo… chissa che non possa sorprendere anche te. Un abbraccio
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Ho preso nota del nome e fatto il giro di perlustrazione. Non appena mi sarò resa perfettamente conto dei limiti del mio attuale contratto con l’editore considererò nuove esperienze. Al momento sono cosciente che il dopo pubblicazione è il famoso buco nero che assorbe tutti gli esordienti senza una casa editrice seria alle spalle. Quindi grazie mille per qualunque consiglio.
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Quando vuoi. Io son qui…
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Ma abiti in Svizzera. Interessante…
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Si ormai da tanti anni… ma il mio sangue è legato al mare e alla mia terra
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Certo che ho occhio: anzi due! Anzi quattro, perché ho pure gli occhiali 🙂
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Che meraviglia, la regina delle interviste agli amici scrittori diventa l’intervistata. Vederti da questo lato della barricata mi è piaciuto un sacco. Lo so, sarò un po’ strana, ma fra le tante cose che hai detto e che ho apprezzato, quella che più mi è piaciuta è trovare scritto nella tua bio: mamma, cuoca COLF, mille usi. Ahahah!
In bocca al lupo: io ho sostenuto il libro e adesso aspetto di leggerlo! 🙂
Marco, la tua domanda: perché non ti sei limitata a leggere è fantastica! 😉
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Concordo Marina, quando ho letto le domande quella mi ha davvero colpito. Ho pensato Marco sei un mito! Mai nessuno me lo aveva chiesto.
Però leggere il tuo “regina delle interviste” mi ha spiazzato. Ora sono rossa come un peperone e galleggio. Che devo dirti grazie sia per il complimento che per il sostegno. Speriamo davvero il libro non deluda nessuno.
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Me la faccio ogni volta che inizio a scrivere: ma perché non ti leggi un bel romanzo di Dickens? Non è meglio? 🙂
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Assolutamente no! Leggere gli altri è una cosa, scrivere un’altra e mai potremmo privarci dei tuoi racconti.
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Mi è piaciuta molto questa intervista; mi sono sentita in sintonia su molti punti. Grazie a entrambi, e in bocca al lupo per la prossima uscita della tua opera nel grande mondo, Nadia! 🙂
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Grazie mille Grazia. Credo di aver bisogno di tutta la fortuna del mondo quindi la accetto tutta!
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Grazie a te. 🙂
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Non vedo l’ora di girare con il tuo libro in mano. “Che stai leggendo?” “Questo? E’ un libro che ho finanziato io! Magnifico!” 😀
…comunque ad ogni intervista ne scopro qualcuna: “ho una passione per i templari ad esempio e una collezione di libri che ne trattano le gesta..” Io pure!!
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Oh Barbara, come te non c’è nessuno!
Sì ho acquistato una serie intitolata “I codici segreti della storia” che mi ha tenuto compagnia durante la prima gravidanza e ho letteralmente divorato. Lì ho cominciato a vivere nella loro epoca e mamma mia che brividi ogni volta. Se solo avessi una casa più grande e una stanza solo per il libri… ah ne sarei letteralmente sommersa!
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[…] Scrittrici liguri: intervista a Nadia Banaudi postato il 08 febbraio 2017 da Marco Freccero […]
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Mi sono tenuta la mail sempre bene evidenza, segnata come da leggere, per ricordarmi di passare, e questa sera lo faccio. Volevo esserci e dirti che farò il tifo per te ❤ Complimenti cara e grazie anche per ciò che fai nel branco 😀
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Doppio onore, cara Serena, che mi fa arrossire e dannatamente piacere. E’ un onore averti come capo branco, e saperti vicina, grazie di cuore.
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[…] Scrittrici liguri: intervista a Nadia Banaudi 08 febbraio 2017 da Marco Freccero […]
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