Se devo essere sincero: non mi ricordo niente. Nulla. Avevo tra gli otto e i nove anni, e davvero non me ne ricordo. Zero. Si tratta di una serie di eventi che ho scoperto anni dopo. Il punto è che avevamo altro per la testa, a quei tempi… O meglio: io no. A quell’età non ti rendi conto di cosa accade, solo qualche anno dopo capii che in questo Paese stava succedendo qualcosa di grave. Fu il rapimento di Aldo Moro a farmelo capire. Il nostro insegnante di italiano, alle medie, ci diede un tema proprio su quell’episodio. Non ricordo cosa scrissi, ma cosa pensai, sì. “Ma allora sta succedendo qualcosa di grave”.
La stagione della tensione
Tra il 1974 e il 1975 la città di Savona e alcune località vicine (Varazze; Cadibona, Vado Ligure), furono colpite da una serie di attentati. Furono 12 le bombe che esplosero: gli ordigni colpirono la centrale a carbone di Vado Ligure (al momento però è chiusa), mentre altre bombe esplosero nel portone di un edificio, in un palazzo, in un altro palazzo, davanti alla stazione dei Carabinieri, dietro il palazzo della Prefettura, o davanti al palazzo dell’amministrazione provinciale. Una donna rimase uccisa nell’esplosione di una bomba in un portone di via Giacchero. Per chi è interessato, ci sono dei video su YouTube che spiegano nel dettaglio cosa è successo. Si tratta di una pagina che a livello nazionale è poco conosciuta, ma temo che siano in pochi i savonesi che ne sono consapevoli. L’aspetto inquietante è anche un altro.
Un esperimento
I mandanti non furono mai individuati, ma era evidente che si trattava di forze di estrema destra. La tradizione di Savona è sempre stata anarchica (il più celebre poeta dialettale, Giuseppe Cava, detto Beppin da Ca’, era anarchico) e di sinistra.
Ma alcuni affermarono che quelle bombe erano una sorta di “esperimento sociale”. Insomma: si voleva capire cosa sarebbe successo se si fosse scatenato un attacco mirato, e concentrato in un preciso lasso di tempo.
Quale sarebbe stata la reazione delle persone?
Delle istituzioni?
Avrebbero resistito?
Quanto a lungo?
Oppure l’isteria, il caos si sarebbe impadronito della città?
In caso di successo di una tale strategia, probabilmente sarebbe stata esportata su più vasta scala, in altre parti del paese (e in parte, come si sa, avvenne).
Una precisazione importante: il #progettoIOTA non sarà ambientato negli anni Settanta, anzi: sarà ambientato ai nostri giorni. Ma leggendo quello che era successo mi è sorta la celeberrima domanda di Stephen King: “E se…”. E da allora ho cominciato a immaginare, immaginare, immaginare.
La domanda delle 100 pistole
Solo il 2018 potrà spiegare questo post (forse). Intanto: cosa sapevi di questa pagina di Storia del Novecento?
Intanto, scopri la Trilogia delle Erbacce.
Non sapevo di questa storia. Che anche in Liguria ci fossero state bombe e attentati. O non ricordo…
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Non so dire quanti savonesi ne siano consapevoli. Di certo chi ha vissuto quei mesi, sì. Ma gli altri?
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Io sono nata nel ’74 quindi non ho memoria per ricordarlo, ma una Savona molto rossa sì l’ho sempre notata. Feste dell’Unità grandiose al prolungamento ad esempio ma poi tutto si perde nella memoria dell’infanzia. In effetti è stato un interessante tuffo nel passato.
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Io sono del 66 ma non ne ho memoria, in realtà. È una storia che ho recuperato parecchio tempo dopo. Direi negli anni Novanta.
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Niente. La prima cosa che mi hanno spiegato è l’attentato della stazione di Bologna del 1980, che non ricordo perchè ero piccolina, ma se ne parlò molto negli anni successivi. Una mia amica ha rischiato di perdere il papà, che lavorava come macchinista. Se il suo treno di ritorno a casa tardava… per fortuna era in orario.
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Io ricordo solo il rapimento di Aldo Moro, ma solo perché alle medie l’insegnante di italiano ci diede un tema su quello che stava succedendo. Non ricordo cosa scrissi, ma temo che fossero pensieri molto banali.
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di questa pagina non sapevo nulla. M acredo siano molte le pagine ignote alla maggioranza degli italiani
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Delle bombe in Liguria in effetti non sapevo nulla, una pagina di storia dimenticata, fai bene a parlarne, in fondo la scrittura serve anche a questo: focalizzare l’attenzione su eventi “minori” o che sono stati dimenticati…
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Non so quanti siano i savonesi che ne sono a conoscenza. Parlo delle nuove generazioni, soprattutto.
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