Continuiamo, continuiamo in questo autoritratto del Raccontastorie da giovane. Chissà cosa avrà da rivelare ancora questo tipo davvero strambo, che se ne vive in Liguria, nella Riviera di Ponente. Per saperlo c’è solo un modo, a mio avviso: continuare a leggere.
So per certo che un sacco di persone, ma davvero un sacco, hanno tenuto un diario. Spesso questo ha coinciso con i primi anni di scuola, e poi questa abitudine si è protratta a lungo; in rari casi per tutta la durata della vita.
A volte, il diario è stato propedeutico all’attività di scrittura (non te l’aspettavi, vero, quel «propedeutico»?). Quindi una domanda si impone; be’, quasi si impone.
Il Raccontastorie in questione, che poi sarei io: ce l’aveva un diario?
Ebbene, qualcosa avevo.
Credo di averlo tenuto per poco, e non era nemmeno un vero diario, bensì un’agenda. Come ci fosse finita in casa non me lo ricordo, ma la presi e pensai di usarla per scrivere gli eventi più memorabili delle mie giornate. Incidenti automobilistici. Notizie sentite al telegionale (io non lo guardavo mai: approfittavo della mezz’ora del telegionale, la sera, per studiare. Ma certi titoli attiravano l’attenzione e finivano poi sul diario). Dovevo avere sui 10, 12 anni, immagino, ma non ho ricordi precisi. Né posso rivelare cosa ci scrivessi; perché non la riempivo di scritti memorabili.
Insomma: non ero certo un Tolstoj ancor giovane che irrobustisce i muscoli in attesa di sfornare di lì a qualche anno, Anna Karenina o Guerra e Pace. Immagino infatti che dopo pochi mesi io abbia abbandonato tutto, e quell’agenda sia finita nella spazzatura. Non è stata una grande perdita, tranquilli.
Non è che avessi, a quell’età, una volontà o una determinazione ferree. Mi piaceva qualcosa, mi ci tuffavo, e poi dopo un po’ mi veniva a noia e l’abbandonavo.
Capitemi: era anche arrivato Atlas Ufo Robot. Erano quegli anni lì, insomma. E su certi quaderni scrivevo il riassunto degli episodi. Con i nomi dei personaggi coinvolti, la trama, tutto quanto.
Forse volevo poi ridisegnarli? Mai fatto niente del genere, anche se avevo eccome l’idea di riuscirci.
Anche se il disegno ogni tanto si impossessava della mia mano destra, e riuscivo a mia insaputa a produrre eccellenti risultati, non ci pensavo affatto. Cosa fare della mia vita era una faccenda che non mi riguardava ancora.
In fondo: se la vita ti lascia stare, per quale ragione dovresti preoccuparti di lei?
Ma lei si prese cura di me attraverso il liceo classico…
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In realtà sono 5 6: anche su Goodreads.
scrivere è un’arte ma è anche un esercizio che mette alla prova il nostro raccontastorie. Chi non ha scritto in età giovanile?
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Credo che lo abbiano fatto un po’ tutti 🙂
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credo di sì.
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