Ecco perché arriveranno le magliette della Trilogia delle Erbacce


maglietta trilogia delle erbacce

 

Da qualche giorno su Facebook appaiono strane immagini. Sono di magliette, ma non qualsiasi. Sono magliette della Trilogia delle Erbacce.
Ho capito che «autoeditore» vuol dire agire in maniera differente. Originale. Me ne sono reso conto quando, qualche giorno fa, ero sul sito di Cory Doctorow. Questo canadese che fa il giornalista, lo scrittore, eccetera eccetera, ha, per esempio, offerto a chi preordinava un suo romanzo un piccolo aggeggio tascabile. Una specie di coltellino svizzero sui generis per stappare le bottiglie, e altro ancora. E mi sono domandato: ma io che cosa diavolo faccio? Posso inventarmi qualcosa?

Le magliette della Trilogia delle Erbacce

La Trilogia delle Erbacce, come sai, si è chiusa nel dicembre del 2016 con il terzo capitolo, vale a dire «La Follia del Mondo». È andata bene, certo: 8 recensioni, sino a questo momento. Niente male. Ma siccome voglio procedere, e continuare non solo a spingere «La Follia del Mondo», ma pure gli altri due capitoli, ho cominciato a pensarci su.
E ho deciso di realizzare delle magliette.
Tuttavia, volevo rivolgermi a un servizio che, innanzitutto, vendesse magliette etiche. Che le materie prime e le condizioni dei lavoratori fossero eque. Be’, frequentando (mai abbastanza), la Bottega della Solidarietà di Savona, è chiaro che questi erano i requisiti base.
Grazia a Silvia Algerino, ho scoperto il sito Worth Wearing. La sua particolarità: le magliette sono stampate solo al momento dell’ordine.
Semplice, vero?
A questo punto ho dovuto pensare a cosa fare; e ho scelto di mantenere le cose semplici. Innanzitutto perché probabilmente sono già in ritardo. Poi perché non ho il tempo, né le capacità, per creare loghi, simboli, eccetera. E ho cercato di individuare alcune frasi, all’interno de «La Follia del Mondo», ma non solo, che potessero incuriosire, interessare.
Vendersi, insomma.
Ho anche pensato di non essere adatto al sito. Stavo infatti cercando altre soluzioni, quando ho ricevuto un’email da Worth Wearing che invece si dichiarava interessato al mio progetto. Come hanno fatto a “scoprirlo”? Avevo realizzato delle bozze, e quelle li hanno interessati.
Però adesso devo rispondere alla questione del post: perché arriveranno le magliette della Trilogia delle Erbacce?
Perché no!

Andare là dove si trova la gente

Lo so che come risposta non è granché.
Però ormai sappiamo tutti che pubblicare non è sufficiente, e occorre per questa ragione inventarsi qualcosa. Io so che i miei racconti non sono pietre miliari nella letteratura italiana. Sono però consapevole che ci sono opere inferiori alle mie, che se ne stanno beatamente in classifica.
L’obiezione:

«Ma tu devi pensare solo a scrivere.»

La conosco bene.
E posso garantire che nei ritagli di tempo quello faccio. Ma non è sufficiente. Voglio che le mie storie arrivino a più persone possibili. E questo è un mezzo; poi c’è il passaparola, le recensioni, le interviste… E pure le magliette, certo, dove saranno presenti delle frasi estrapolate da alcuni racconti. Quali?
Per adesso ho pescato solo da «La Follia del Mondo» e da «Non hai mai capito niente»; in futuro cercherò di pescarne altre da «Cardiologia».
Pensare solo a scrivere non mi farà uscire dall’anonimato. La mia pazienza, come ho scritto in passato, è finita. Se riuscirò a venderne una sola a una persona che non sa nulla di me, della mia Trilogia: sarà un successo.
Se non ti muovi non ti noterà nessuno: è chiaro?
Rischio di mettere in ombra le mie storie? Non credo proprio. Forse il rischio c’è, ma c’è da parte mia la volontà di incuriosire le persone, di provare strade differenti per indurle anche a leggere storie un po’ differenti. Perché credo proprio che i racconti della Trilogia delle Erbacce siano particolari, e meritino maggiore attenzione.
Le rendo banali, o peggio, commerciali? Boh!
Sono un autoeditore. Mi devo inventare strategie, modi. Sbagliare e ricominciare. Sarà questo un errore mortale, che seppellirà definitivamente Marco Freccero?
A me pare innanzitutto un modo simpatico per pubblicizzare delle storie: le mie. Poi, starà alle persone decidere se ne vale la pena. So anche questo: che di magliette con messaggi è pieno il mondo, e adesso ci saranno pure le mie. Che speranza avranno di emergere almeno un poco?
Dipenderà da me.
Non solo.
Lo scopo del mio canale YouTube era quello di allargare la cerchia di persone che conoscono il sottoscritto. Uscire dal blog e dalle reti sociali per andare là dove ci sono le persone. Al momento sono oltre 200 gli iscritti che ogni giovedì ascoltano i miei video di 5 minuti.

«E perché dovrei comprare le tue magliette?»

Dovresti? Ma niente del genere. Saranno in vendita presto, e poi ognuno farà quel che desidera. Non esiste obbligo alcuno, ci mancherebbe altro.
A me pare un sistema per rendere un poco più popolare la mia Trilogia delle Erbacce. Tutto qui.
Le magliette di Worth Wearing sono etiche, e di qualità. Sul loro sito è indicato il costo delle magliette, e il prezzo finale delle mie sarà di poco superiore. Quando saranno pronte? Presto, e farò un post apposito per divulgare urbi et orbi la lieta novella.
La Trilogia delle Erbacce merita questo e molto altro.
Mai fermarsi.
Pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno, costruire il proprio pubblico. Anche con questi mezzi poco convenzionali.

La domanda delle 100 pistole

E tu, quali mezzi poco convenzionali userai per pubblicizzare le tue storie?


Intanto, leggi le recensioni raccolte da La Follia del Mondo.

29 commenti

  1. Prima di tutto, grazie per la citazione.
    Quella delle magliette è un’ottima idea, se poi sono etiche, lo è ancora di più.
    Sono convinta che utilizzare queste strategie sia molto positivo, soprattutto se si dà un valore aggiunto, tipo appunto una frase del libro significativa che veicoli un messaggio. Insomma, creare non tanto (o non solo) intorno a se stessi, quanto al proprio messaggio una comunità di fans che condivida il proprio progetto.

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  2. Complimenti Marco, l’idea delle magliette con le tue frasi è davvero molto d’effetto. Hai ragione la trilogia delle erbacce merita questo e altro.

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  3. Ma tu pensa, quel Marco Freccero! 😀
    Quando è uscito il mio “31 dicembre” volevo piazzarmi alle uscite dei licei a distribuire segnalibri con un estratto del romanzo, immagine della copertina e riferimenti su dove trovarlo. Idea mai messa in pratica (per fortuna!)

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    • Beh, a Padova è proibito da regolamento comunale: “per motivi di carattere educativo, e per evitare che soggetti più “deboli”, come bambini e studenti, vengano indotti all’acquisto di beni a seguito della distribuzione di materiale pubblicitario/promozionale effettuato in prossimità degli ingressi delle scuole, è vietata la distribuzione di materiale pubblicitario/promozionale con finalità commerciali di qualsiasi tipo (quale figurine, merendine, bevande, buoni sconto), in prossimità degli ingressi delle scuole di ogni ordine e grado.”
      Quindi prima di effettuare volantinaggio davanti alle scuole chiedete al vostro comune. 😉

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  4. ieri passavo su Anobii, dove ci sono da diversi anni, forse dieci se non ricordo male, è un autore, Perisinotto ha fatto una mossa furba. Ha aperto una discussione, invitando chi volesse iscriversi, a leggere insieme il suo ultimo romanzo, uscito un paio di mesi fa.
    Insieme al suoi editor, affiancherà i volenterosi lettori di Anobii nella lettura. Esattamente come non l’ho capito ma è un modo furbo per invogliare qualcuno a comprare il romanzo. Ergo incrementare le vendite e ricavare dai lettori un bel numero di recensioni.
    A questo non ci hai mai pensato?

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  5. E’ una bella idea, anche perché ci sono secondo me molte frasi di un certo impatto nei tuoi racconti che si potrebbero prestare per delle magliette. E fare qualcosa di alternativo per attirare lettori è un’ottima cosa in tempi come questi dove siamo invisibili nella massa di autori.
    Finora non posso dire di essere stata molto creativa in questo senso. L’unica cosa un pochino fuori dai binari è stata creare una catena di lettura, magari valuta anche questa possibilità quando avrai il cartaceo.

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  6. @Marco e Giovanni
    Una catena di lettura si crea mettendo a disposizione una copia del libro (di solito cartacea) a un gruppo di persone che lo leggeranno uno dopo l’altro. La spedizione avviene con piego di libri, che costa poco. Io l’ho fatta su Anobii, ne ho parlato qui:
    http://animadicarta.blogspot.it/2016/07/catena-di-lettura-per-bagliori-nel-buio.html
    Per quanto mi riguarda è andata benino, mi sono arrivate delle recensioni e qualcuno ha passato parola, quindi ho avuto alcune vendite in più. Mi è appena tornata indietro la copia che avevo messo a disposizione e sto pensando di creare una nuova catena, magari su Facebook. Certo non ci si possono aspettare risultati eclatanti, ma si fa quel che si può.

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  7. Complimenti Marco per le tue continue idee. Sembri un vulcano in piena attività. E “vulcano savonese” non sta male.
    Qualche consiglio se vuoi posso dartelo, visto che il mio lavoro è proprio questo, creare magliette e venderle in giro per il mondo.
    Prendili come consigli, in quanto le verità assolute non valgono mai e le variabili per ogni prodotto possono essere tantissime e variare da caso a caso.

    1) Per quanto possa essere complicato fare grafica da soli, scrivere il testo col tool che in genere mettono a disposizione questi store non va bene. Se sai utilizzare un programma di grafica più avanzata, Photoshop o Gimp, crea il testo come se fosse un’immagine con fondo trasparente ed esportala in formato png. Questo perché col programma di grafica avresti un controllo completo sul testo. Allargarlo, stringerlo, stirarlo. E per quanti martiri tu possa fare al testo, il poveretto non si lamenta mai.

    2) Non trascurare il design. in questo caso, per le citazioni, parliamo di lettering. Ovvero la possibilità di posizionare il testo non in maniera uniforme, ma con parole che possono essere più grandi o più piccole e in posizioni più o meno rilevanti. Così da creare un certo dinamismo e non una successione piatta di parole.

    3) L’appeal. Ti sconsiglio l’utilizzo della maglietta bianca e della scritta nera. Il bianco si vende poco. Assomiglia molto alla maglia intima. I colori delle magliette che si vendono di più sono il nero e il blu. Il rosa va bene per le donne. Ma di contorno, soprattutto in estate puoi mettere anche rosso, arancione, verde etc… Ma in questo caso, se scegli le magliette colorate, il colore del testo non deve essere nero, ma bianco. Perché il colore del font nero renderebbe impossibili le t-shirt nere. E starebbe brutto (deprimente) sul blu. Invece con la scritta in bianco andrai benissimo su tutti i colori (tranne le t-shirt bianche, ovviamente).

    4) Il font. Il font spesso è determinante se vuoi rendere il messaggio gradevole. Occorre evitare i font piatti. Ad esempio i sans serif vanno utilizzati con oculatezza, o meglio non utilizzarli. Il serif, come quello che hai utilizzato tu, già va bene. In tal senso, fra i serif ti consiglio di utilizzare il Garamond o il Palatino. Questo perché posseggono un’alta leggibilità e sono i font utilizzati nei libri degli editori. Quindi il testo della maglietta avrebbe un richiamo inconscio al libro. Puoi anche provare il Courier New che è il font utilizzato nelle sceneggiature e spesso ha un certo fascino. Poi chiaramente c’è tutta una varietà infinita di font particolari, ma lì ci perdiamo se non hai una certa dimestichezza. Ah, altri font interessanti possono essere i cosiddetti grounge, ovvero i font che sembrano graffiati/invecchiati.

    5) Il prezzo. Vedi se riesci, se lo store lo permette, inserisci un prezzo che comprenda già le spese di spedizione.

    Per concludere. Tutti i consigli, anche quelli buoni, all’atto pratico valgono zero. Sperimenta, studia e sperimenta. Questa è l’unica via maestra che ho imparato nella mia breve, ma già troppo lunga esistenza.

    Riuscire a vendere magliette online non è per nulla facile. Quindi in bocca al lupo e come dici sempre tu: non per la gloria, ma per il pane! 😉

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  8. Punto uno: “Ma tu devi pensare solo a scrivere.” Ma che per caso conosci Mister E.?? Questa frase me la ripete spesso, mannaggia… Ha pure minacciato di togliersi dalla mia newsletter se non la smetto di “fare la blogger” 😛
    Punto due: sto giusto giusto cercando un sito per magliette, ne sto vagliando qualcuno (i soliti in realtà, più commerciali) ma questo mi mancava. Forse tu e Silvia m’avete dato la soluzione!!
    Punto tre: ascolta l’altro Marco, sulla grafica ha ragionissima! Potresti “spiare” qualche grafica già pronta dal sito Canva, però poi devi fare una grafica tua, senza usare i loro font, che sono coperti da copyright. Se ti servono font completamente free, ne trovi a vagonate su 1001freefonts.com
    Quali mezzi non convenzionali ho usato io??
    Beh, giro con una borsa con su stampato il logo del blog 😀
    La stessa che ho regalato al contest di dicembre e ai tre giudici.
    E poi se tu hai parlato con l’ottorinolaringoiatra, io ho parlato con la farmacista, col parrucchiere, con il barista, la cassiera al supermercato, quella in profumeria… 😀
    PS: se i volantini non superano la dimensione di un A5 (= non sono soggetti ad autorizzazione, timbratura e pagamento dell’imposta di pubblicità) potete anche “abbandonarli” all’interno dei centri commerciali 😉

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