Solo i numeri, quelli grandi però, contengono la verità (con la “v” minuscola, si capisce). E per fare i numeri devi pagare.
Se sei un autoeditore, oppure se pensi (finalmente), di fare questo passo, ti starai guardando attorno per capire cosa fare e come agire perché la tua strategia abbia un qualche riscontro. Per questa ragione adesso leggi queste frasi; e credo di poter affermare di poter dare qualche dritta. Continua a leggere e vedremo di capire qualcosa e di arrivare, forse, ad avere le idee più chiare.
Il blog? Non serve
Se pensi che aprire un blog (su piattaforma WordPress o Blogger non importa) possa servire a farti vendere delle copie: lascia perdere. E non sto scherzando.
Il blog non serve a nulla. Non ti farà vendere niente. Zero. Nada. Perché non è il suo scopo.
Lo so che mi stai guardando (o meglio: guardi queste righe), con gli occhi sbarrati. Ma non puoi seriamente immaginare di ottenere qualcosa riempiendo le pagine con dei contenuti.
E ti dirò di più: anche se scrivi contenuti di qualità, devi sapere che non venderai un fico secco. E allora? Calma: continua a leggere e forse alla fine qualche dritta la riceverai. Ma forse sarà solo una dritta.
Le reti sociali? Non servono
Magari ti stai convincendo che una bella rete sociale possa esserti molto più utile. Quindi è meglio pensare ai propri bisogni, il proprio tempo (che è sempre poco), e cercare di sceglierne una o due al massimo.
Facebook e Twitter?
Twitter e Google Plus (ma è ancora in vita)?
Facebook e Instagram?
Scegli quello che ti pare e piace, e ricordati che il tuo tempo è prezioso e devi agire sempre in modo da selezionare la rete sociale che è adatta a te.
Ma non ti aiuteranno a vendere una sola copia.
Certo, dovrai impegnarti parecchio (ecco perché devi scegliere con cura le tue reti sociali), per confezionare dei contenuti di qualità e specifici per quella piattaforma (quella cosa che funge su Facebook non funge su Twitter, e viceversa. E vale per ogni rete sociale). Ma il risultato non cambierà: non venderai nulla.
Quindi? Quale sarebbe la conclusione, se di conclusione si può parlare? Sta arrivando, sul serio.
I soldi sono una faccenda seria
Tutti questi strumenti hanno uno scopo ben diverso: costruire una piattaforma di estimatori. O fan.
Fine. Stop. E questo richiede pazienza, contenuti di qualità, tempo.
Le persone quando giungono sul tuo blog sanno perfettamente che lo hai creato perché vuoi vendere. Lo riscrivo: lo sanno. Non sono stupide.
Adesso ti svelo un dettaglio: i soldi sono una faccenda seria. Le persone non amano gettarlo dalla finestra, e di sicuro se anche amassero comportarsi in questa maniera, non lo farebbero con il primo che trovano.
Amano, come scrivo spesso, sapere se sopra il collo c’è una qualche forma di vita intelligente.
E adesso una piccola rivelazione…
Il mio segreto
Le mie tre raccolte di racconti hanno trovato degli acquirenti, si capisce. Non sono ancora molti, lo so, ma posso tranquillamente affermare che sono di più rispetto a un anno fa. E come sono riuscito a incrementarne il numero?
Quali diabolici trucchi ho escogitato?
Quali ricette segrete ho inventato per sedurli?
Be’: nessuno. Mi sono limitato a scrivere contenuti, a pubblicarli con una certa costanza.
Stop.
A queste persone sono piaciuti, magari ne hanno parlato in giro, sui loro blog (e li ringrazio), e questo ha portato qui altra gente. Che ha trovato contenuti interessanti, ha commentato, ha parlato di questo blog altrove e… Insomma, ci siamo capiti, vero?
Il passaparola?
Be’, sì. È tutta opera sua.
Tentare, tentare ancora
Non solo.
Un’altra dritta è la seguente: tentare. Sbagliare e ritentare. Come forse saprai, ho un canale YouTube che lentamente cresce: tutta gente che non mi conosceva per il mio blog, ma che adesso mi conosce. Per certi guru lo uso molto male: per quale ragione? Perché non parlo mai (mai) dei miei racconti. Sì, nella sezione “Informazioni” ho messo chi sono e cosa faccio: ma credi sul serio che qualcuno vada a darci un’occhiata? E che dopo si fiondi a comprare i miei ebook?
No: esatto!
“Ma devi parlare delle tue opere, somaro!”
Io percorro un’altra strada: creare il marchio Marco Freccero, renderlo interessante. E poi?
Sinergie!
O quasi.
Che voglio dire?
Altro tentativo: le magliette della Trilogia delle Erbacce. Conosci il mio negozio online? Esatto: lì ci trovi proprio delle magliette etiche (i materiali sono etici), che riportano frasi estrapolate dai miei racconti.
Per fare i numeri devi PAGARE
C’è anche un altro aspetto che merita di essere ricordato.
La grande scrittrice statunitense Flannery O’Connor consigliava a quanti desideravano scrivere, di sposarsi un riccone che giochi in borsa; o una ereditiera capace di battere a macchina.
C’è qualche ereditiera che sta leggendo questo post? Si faccia viva, allora! Non sia timida!
Ma quello che la grande scrittrice ricordava allora, ed è una lezione attualissima, è la seguente. Ci vogliono dei soldi.
E già.
Qualche settimana fa ho avuto uno scambio di mail con la scrittrice Erica Vagliengo; ci conosciamo da anni e una volta all’anno ci si vede in quel di Albissola Marina.
Io parlavo dei numeri, e lei in risposta mi ha scritto:
“Per fare numeri devi PAGARE!”
Sì. È così.
Ha ragione lei.
Se vuoi vendere un po’, smuovere le acque come si dice, fare rumore in modo che le persone ti notino, devi PAGARE.
Chi?
Cosa?
Be’: “cosa” è facile da comprendere: pubblicità.
Chi: persone che (pagate da te), costruiscono su misura della tua persona e personalità un’efficace strategia comunicativa. Questo porterà grandi numeri al sito e/o al blog, e quando per esempio scriverai che la settimana prossima pubblicherai un libro, non avrai 35 commenti.
Ma 531.
E puoi star certo che la metà (o forse meno? E se fossero di più?), lo comprerà. Ma perché realizzi grossi numeri: migliaia e migliaia di persone che ogni giorno si riversano sul tuo blog.
Migliaia.
Non decine, come accade al sottoscritto.
Mi è capitato di trovare in giro un’affermazione del genere: le persone non badano ai contenuti sponsorizzati perché sanno che sono il prodotto di chi può permettersi di pagare.
Allora.
Ammetto che ha un certo fascino, e consola. Nel senso che la leggi e dici:
“Corpo di 1000 bombarde! È proprio così! La gente è alla ricerca di genuinità. Di onestà!“
No.
La gente è alla ricerca di messaggi che funzionano. Se sono costruiti ad arte, se possiedono quegli ingredienti, e requisiti, vincenti, li seguono. Fine.
Il resto sono chiacchiere.
Quindi? Che cosa farò?
Ma allora io cosa farò?
Be’, continuerò a fare quello che faccio: senza pagare. Consapevole che per emergere occorre PAGARE.
Pazienza.
Ah. E se hai soldi: invece di buttarli in corsi di “sedicenti guru” esperti di scrittura. Investili su qualche esperto di marketing, e studiate assieme una efficace campagna a 360° (come dicono quelli bravi) per far emergere il tuo marchio.
Non è possibile emergere senza pagare?
Buona domanda.
Non lo so. Mi rendo conto che tu sei qui per trovare risposte. Io invece su questo blog dovrei scrivere contenuti in grado di attirare i lettori, perciò questo post non dovrebbe proprio essere nato. Post in grado di suscitare interesse nel lettore perché le mie storie sono ambientate nella città di Savona, o dintorni.
Indicare come procedo con i dialoghi, con gli incipit e il finale.
O meglio ancora: creare contenuti capaci di stabilire empatia. E simpatia. Ma come vedi scrivo queste cose qua. Non sono granché, ma lo faccio.
Però non ho scordato la domanda. Forse è possibile e se tu leggi con attenzione le righe di poco fa, lì c’è la dritta.
Empatia.
Come? Questo è affar tuo, non ti posso aiutare sino a questo punto.
Ma chi è l’autore di un tale post? Scoprilo con un semplice clic!
Quanto conviene pagare per vendere anche 1000 copie? Non è un investimento che ti fa rientrare dei soldi.
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Infatti. Ma per emergere davvero credo che molti (o un discreto numero), si affideranno all’investimento in pubblicità, oppure a campagne mirate. Nella speranza di rientrare nelle spese!
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Conosco anch’io Erica, abbiamo pubblicato con lo stesso editore. Dunque, secondo me, Marco, devi quantificare: quante copie vendute, capitale investito. Così, scusa, sono discorsi che un po’ vuoti. Aleggia un mistero fastidioso sui dati di vendita, io nel mio blog li ho scritti. Scusami, ma tanto/poco sono concetti estremamente soggettivi.
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Non mi riferivo alle mie copie (“La follia del mondo” siamo sotto le 20 copie). Il mio discorso era contro quelli che pensano che basti produrre contenuti di qualità, e fare numeri alti, e con quei numeri alti vendere un mucchio di libri.
Temo proprio che non funzioni affatto così. O ci si affida a un esperto di marketing, che studia la strategia (pagando), e quindi ottenendo grossi numeri… Oppure ciccia!
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Il coniuge ricco è una strategia che risolve un sacco di problemi anche esterni alla scrittura. Con il mio solito senso pratico sono, però, l’orgogliosa rappresentante della terza generazione di donne che si scelgono un marito più spiantato di loro! Con queste premesse con il marketing non ho speranze.
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Non sei l’unica a non avere speranze! Siamo tantissimi! 🙂
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La domanda delle cento pistole mica me l’aspettavo così, sei veramente unico, caro Marco!
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Unico: addirittura! 😉
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Per fare numeri devi pagare. Bella scoperta. Certo solo pagando in soldini reali ma anche in tempo speso forse, dico forse si possono avere dei numeri decenti.
Io non pago e si vedono i risultati.
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Neppure io pago, e per quanto riguarda i risultati… Be’, ci siamo capiti 😉
Però capita ancora di trovare persone che dicono: “No, la gente non bada a banner e cose del genere. Cerca genuinità, e li snobba”. E invece no, ci bada eccome.
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come hai ragione
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I soldi: o li fai, o li erediti, o te li sposi. E nessuno dei tre è un metodo semplice.
Se li fai e li erediti sono sicuramente tuoi e li muovi come vuoi, se li sposi…non sono comunque tuoi e può essere ancora più difficile usarli che farli. 😉
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Be’, ma io mi accontento. Anche se preferisco le carte di credito con fondo illimitato, sono un tipo frugale 🙂
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Beh, mi hanno spesso detto che anche per vendere bisogna saper usare gli strumenti di vendita, ma oggi i libri che vendono sono sempre gli stessi e dentro le librerie NON indipendenti. Google mi vuol regalare 120 euro in AdWords, ma dicono gli esperti che proprio AdWords per gli eBook sono soldi buttati.
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E tu usali quei 120 euro. Poi fai un corso (a pagamento), per spiegare gli errori da evitare e fai soldi a palate. Ormai è così che si fa, o no? 😉
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