Un po’ di tempo fa ho annunciato che per il mio #progettoIOTA avrei usato non Pages (con il quale ho scritto le 3 raccolte di racconti della Trilogia delle Erbacce), bensì LibreOffice. Adesso non starò a ripetere le motivazioni (leggi il post: «Perché usare LibreOffice»), ma cercherò di concentrarmi su quello che mi piace di questa suite.
Davvero LibreOffice è adatto?
È una scelta un po’ particolare perché tutti dicono di usare delle alternative come Scrivener (mi spiace ma per me è troppo complicato); o StoryMill (che ho comprato anni fa ma il suo sviluppo è fermo da anni. Sembra per beghe legali. Comunque supporta macOS Sierra).
Ci sarebbe Bibisco, ma l’ho scoperto quando ormai ero partito con LibreOffice e non sono nemmeno riuscito a provarlo sul serio, quindi il giudizio è sospeso.
Probabilmente molti diranno che LibreOffice è formidabile per stabilità, per il formato dei file, che è aperto (l’intera suite è Open Source), e ha una straordinaria platea di sviluppatori che lo aggiorna e lo irrobustisce a ogni nuova versione, migliorandone prestazioni e funzioni. Ma che tutto questo non è molto utile per chi racconta una lunga storia, come ho intenzione di fare io con il mio #progettoIOTA (che potrebbe arrivare a dicembre 2018).
Per esempio: le schede dei personaggi? Gli ambienti? La cronologia degli eventi? Questi sono alcuni dei problemi che occorre affrontare nella scrittura di una storia molto lunga. Io ho risolto in questa maniera.
Più libertà alla fantasia
Alcuni personaggi ho iniziato a disegnarli, per questo mi sono procurato dei quaderni. Quindi è stato semplice, a quel punto, passare a scrivere le schede di ciascuno. In apparenza si tratta quindi di un ripiego: siccome LibreOffice è una suite e soprattutto un programma di videoscrittura, ci si deve rassegnare a usare penna e carta.
Errore: ho scelto la penna e la carta, e proseguo in questa maniera, perché lo preferisco. Da un bel pezzo mi pare che la scrittura a mano sia più utile del prendere gli appunti pestando i tasti di una tastiera. Sarà il mio modo di pensare sbagliato: ma a me pare che la mano con una penna sia più libera di correre, di scrivere, rispetto a due mani su una tastiera. C’è, nella mano che scrive, più anarchia, disordine e quindi un maggiore potenziale di creatività, rispetto a quella che scrive con la tastiera. Mi pare che in quest’ultimo caso sia troppo sorvegliata, e che prima di schiacciare i tasti ci sia un istante di riflessione, che inquina il processo creativo.
Sarà vero? Oppure sono solo impressioni? Boh! Io faccio così e mi trovo bene. E devo aggiungere ancora una cosa…
Funziona
Mai come adesso, prima di passare davvero a scrivere, ho pensato. Mi sono immaginato scene, sviluppi, dialoghi, me li sono ripetuti, e ne ho scritti solo alcuni. Ma molto materiale restava in testa.
«Ma tu sei matto! E se perdi qualche ottimo spunto?»
Non credo che funzioni così. Se è davvero un ottimo spunto, tornerà, anzi; non si perderà affatto. Se invece si perde non era niente di eccezionale. Fine. Per me non c’è nient’altro da aggiungere.
Dopo parecchi mesi di riflessione, mi sono deciso a buttare giù l’incipit, e molto altro ancora. Che dire? In questa occasione ho usato LibreOffice: funziona.
Certo, l’interfaccia non è certo una bellezza, non c’è la cura totale che spesso si riscontra sulle applicazioni per Mac. È un prodotto che bada al sodo e per non disorientare gli utenti Windows e Linux cerca di restare più o meno fedele alla sua origine (alternativa a Office). E ci riesce nel modo migliore.
Dopo qualche istante non si bada affatto allo strumento, e questo è l’aspetto che più importa a chi scrive. Si apre e si scrive. Sì, è necessario impostare l’interlinea, i margini: ma lo faresti per qualunque programma, giusto? Tutto quello che ti serve o ce l’hai nella testa, oppure a portata di mano nel quaderno (o quaderni), e devi solo buttarci un’occhiata, e poi scrivere.
LibreOffice non porta con sé cattive sorprese: zero chiusura inaspettate.
Dentro le preferenze dell’applicazione, nel pannello «General», ecco l’opzione per inviare in forma anonima alla Document Fondation, dei dati per migliorare l’uso dell’applicazione. No: non è che il tuo romanzo finisce sui server di LibreOffice e la tua brillante idea ti viene rubata. Puoi disattivarla con un semplice clic, ma è un sistema usato da un po’ tute le aziende software per capire come gli utenti usano il loro software. Con queste informazioni, cercheranno poi di rendere l’esperienza d’uso più fluida e ottimale. Ma lo riscrivo: puoi disattivare questa opzione.
Il backup con Time Machine è sempre ben attivo, ma dentro «Load/Save» sono presenti altre opzioni: quella per creare sempre una copia di backup ogni volta che si salva il documento. E sopra questa opzione, un’altra che attiva l’opzione per salvare e ripristinare i documenti aperti in caso di crash dell’applicazione. Basta impostare l’intervallo nell’apposita casella di testo.
Al momento, procedo. Ne sono soddisfatto? Sì. Continuerò a usarlo? Ma certo. Non vedo, al momento, problemi o ostacoli che mi inducano a tornare a Pages (che resta una gran applicazione, e che uso ancora spessissimo). Può darsi che in futuro debba ricredermi? Al mondo tutto è possibile, ma immagino che il primo capitolo dell’ambizioso #progettoIOTA (oltre 100.000 caratteri, al momento), sarà scritto con LibreOffice.
I suoi punti di forza: è stabile. Usa un formato aperto; funziona.
Le sue debolezze?
Non è un programma concepito per chi scrive storie lunghe o brevi: niente funzioni quali la linea temporale, le schede, i luoghi, le scene, e via discorrendo, che sono invece i “mattoni” di applicazioni quali Scrivener, per fare un nome. Questi sono elementi essenziali per chi si appresta a scrivere, e la soluzione (che io ho adottato), è usare la carta: i quaderni.
Perché saltellare dal computer alla carta, e non avere tutto concentrato in un unico “luogo”? Si tratta di scelte personali, quindi la domanda nel titolo di questo post ha sì una risposta; del tutto personale! Credo che i vantaggi di “staccare” dal computer per tornare alla carta siano evidenti. Si recupera una forma di silenzio, e di isolamento, che è fondamentale quando si scrive una storia. Qualcuno potrebbe obiettare che si ottiene il medesimo risultato scollagandosi dalla Rete. Mi permetto di dissentire. Perché spesso non si fa; oppure lo si fa e dopo 10 minuti ci si ricollega perché serve quella certa informazione…
Quella certa informazione la segni su un foglio di carta e dopo vai su Google: semplice, vero?
In conclusione? Be’, l’ho già scritto; con LibreOffice torno a scrivere a mano. Nessuna demonizzazione del computer, sia chiaro (e come potrei farlo?), ma il gusto di rivedere le mani alle prese con una penna e la carta: è divertente.
Certo: decifrare la mia grafia è un’impresa titanica; ma questo è un altro discorso…
Ti piacciono i racconti? Che ne dici di 12+1 racconti a 2,99 0,99 euro?
Se a me togliessero Scrivener smetterei di scrivere. E non perché questo software abbia doti pazzesche come alcuni credono. Semplicemente perché Scrivener è un sistema a step, mentre word, pages e libreoffice sono sistemi sequenziali.
Cioè come si fa senza impazzire con i word processor sequenziali?
Se io sto scrivendo un libro di 300/400 pagine, di 50 capitoli, che faccio scorro su e giù con la rotellina per tutto il tempo?
Al capitolo due dicevo questo, al capitolo 10 quest’altro. E allora scorro su e giù come un criceto nella rotella?
La bellezza di scrivener è che ciascuno lo può utilizzare come gli pare. Non sta scritto da nessuna parte che si debbano creare schede personaggi o altro.
Semplicemente con scrivener si creano cartelle e documenti nella barra di sinistra.
Una cartella la chiamo romanzo. E dentro ci stanno i documenti chiamati capitolo 1, capitolo 2 etc…
Con un click salto da un capitolo all’altro avendo davanti agli occhi una chiara visione di insieme.
Poi mi posso creare un’altra cartella e me la chiamo appunti. Un’altra la uso per i personaggi. E in più ogni cartella o documento me lo posso colorare così a impatto visivo so se un capitolo è solo abbozzato (giallo), ha una prima stesura (blu), l’ho revisionato (verde).
Ma semplicemente i colori sono una mia scelta, altri non li usano. Il software li permette e io mi sono fatto un mio schema mentale. Il programma è così versatile che ciascuno lo può utilizzare adattandolo alle proprie esigenze.
Cioè questa libertà di organizzarmi il lavoro e utilizzare solo le funzionalità che mi servono è imprescindibile per me.
Fra l’altro di recente hanno creato l’app per ipad e iphone. In pratica quando esci da casa hai dietro tutto il tuo scritto o scritti sincronizzati. Vado in spiaggia e scrivo il romanzo. Salgo sull’Etna e scrivo il romanzo. Torno a casa, accendo il computer e il romanzo è già aggiornato sullo schermo.
Poi i capisco che c’è chi dice che si trova bene a scorrere 200 pagine alla volta prima di trovare il punto che gli interessava. Ognuno ha il suo metodo. Ma se a me togliessero Scrivener morirei.
😉
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Mah! Che ti devo dire? La prima versione di Scrivener l’ho adorato. Poi lo hanno stravolto (almeno, secondo me), per me è diventato troppo difficile, perché richiede una curva di apprendimento per me troppo ardua.
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a me si chiude sempre. quindi, per me, non è lo strumento giusto.
Ma Pages funziona così bene! Perché abbandonarlo? 🙂
In quanto allo scrivere con la penna, sai già che io ho praticato parecchio: durante la scrittura del mio romanzone ho riempito una vecchia agenda (riciclo io, non butto soldi in quaderni nuovi 😉 ) di schemi e appunti sulla storia, sui personaggi, sulle abitazioni. La mano ricorda più della tastiera.
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A me piace LibreOffice per il formato: aperto. Poi ha i suoi difetti, certo. Per quanto riguarda la facilità d’uso Pages credo sia imbattibile.
Ma hai provato a scaricare l’ultima versione? A me lo faceva, adesso fila come un treno…
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Ho già l’ultima versione 😦 E si è chiuso anche ora.
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😦
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Hai provato a rimuoverlo proprio del tutto e poi a reinstallarlo?
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Sì, ho già provato. Si chiude ancora prima di aprire un documento.
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Strano. Ma su un documento preesistente o su un nuovo file? Vedi che in questi giorni è uscita la 5.3.3 che risolve vari problemi. Hai l’ultima versione di Mac OS Sierra, giusto?
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scrivener non l’ho mai usato (ma avendo l’ipad vado a sbirciare…) però con word mi trovo bene 🙂
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De gustibus! 😉
Io Word non lo sopporto: elefantiaco, eccessivo, su Mac dopo un po’ (io ho una vecchia versione), dovevi reinstallarlo perché smetteva di funzionare. E quando lo usi, non sei mai certo di essere tu a usarlo, ma hai sempre la sensazione che “qualcosa” sta per accadere, sarà tragico/catastrofico e non ci potrai fare nulla.
Dai un’occhiata a LibreOffice 😉
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Bibisco lo conosco ma mi pare inadeguato a scrivere romanzi. Utile a tenere traccia di quello che si fa. Ad esempio luoghi, personaggi, ecc ma per scrivere capitoli. No, non funziona. L’ho provato ma alla fine perdevo troppo tempo senza concentrarmi sulla scrittura effettiva.
Ywriter altro oggetto. Già migliore di Bibisco ma anche qui utilissimo per tenere tracce, per sapere chi e cosa ha fatto e dove ma sempre a post mai prima. Perché? Se devo scrivere i personaggi, i luoghi, le scene, ecc faccio prima a usare carta e penna che perdere tempo a metterli in digitale. Poi la storia è dinamica mai statica. Alla fine tra la storia e il resto c’è divergenza.
Uso da una vita Libreoffice e carta e penna. Mi trovo benissimo. Non sarà il massimo ma per quanto serve a me, va benissimo.
Pages, e Scrivener non li conosco ma quello che cercherei sarebbe un prodotto che fosse lui a tenere traccia di quello che scrivo in automatico. Come? Sto scrivendo di un personaggio? Lo registra in automatico. Sono in un luogo? Ebbene lo registra in automatico. Uso dei riferimenti temporali? idem come sopra. Questo aiuta. Non dover registrare a manina tutto questo.
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Ah! Non sono l’unico che usa carta e penna (e LibreOffice).
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No. Ci ho provato con Bibisco e Ywriter ma è stato inutile. Perdevo più tempo a correggere e ad aggiornare il contorno che a scrivere la storia.
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Oddio Marco che ti devo dire, mi hai aperto un mondo, ti sono immensamente grata! Pensa che nemmeno immaginavo potessero esserci programmi come questi, io uso open office! Mi chiedo se siano a pagamento e se girino su pc o solo su Android…. Non ho capito! E
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LibreOffice è gratis, ma non credo esista per Android. Per Windows sì.
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Allora lo cerco subito!
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🙂
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Per Android stanno provando a svilupparlo, ma ci vorrà molto tempo e non è detto che lo faranno.
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Io con LibreOffice ci creo pure le copertine, oltre che a scrivere il romanzo vero e proprio e lo uso da molti anni. Contribuisco con donazioni ogni tanto perché il progetto mi piace e funziona e amo il fatto di poterlo usare su Mac e Linux.
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Ah! Meno male che c’è qualcuno che lo usa. Non sono solo io quello “strano” 🙂
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Che uso ANCHE LibreOffice. Ma lavorando nel mondo Microsoft in ogni computer ho già preinstallato Word, ahimè, quindi quella resta la mia base. Senza contare che per scrivere i testi del blog uso addirittura…. Notepad!!
Il problema della carta è che ancora non riesco a sincronizzarla tra i vari computer (non si sa mai da dove scrivo io, simsalabim!) però ho visto quella romba lì della Moleskine… quel “writing kit” che già solo il nome mi manda in brodo di giuggiole… c’è solo il costo che mi trattiene (ogni volta che finisci un blocco, 30 euri?? :O ) E poi vorrei proprio vedere se c’è un qualche riconoscimento ocr di quello che scrivo, quello si sarebbe il massimo!
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Della Moleskine ho sentito parlare, però non ne so molto. Aspetto il tuo preciso post. Tanto lo so che stai per capitolare 😉
Word vive “anche” della pigrizia delle persone, ma credo che la situazione stia cambiando (un po’).
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