Il 26 maggio del 2016 caricavo il video di presentazione del mio canale YouTube. Si avvicina il primo compleanno, sono oltre i 200 gli iscritti, e posso affermare di essere contento di quello che combino. Però: a che serve il canale YouTube di Marco Freccero?
Ottima domanda, vediamo come riuscire a rispondere.
Lo scopo del mio canale YouTube
Già immagino cosa stai per dire:
“Se sei un raccontastorie, non devi perdere tempo con queste sciocchezze! Scrivi!“
Infatti, scrivo: credi che sia uno scherzo il mio #progettoIOTA?
L’idea, come ho spiegato già in passato, era di creare un format snello e veloce per parlare di narrativa, libri, e via discorrendo. E tu a questo punto penserai:
«Ma certo! E lo hai usato per parlare della tua Trilogia delle Erbacce e incrementarne così le vendite.»
Be’, no.
Non funziona affatto così.
Lo scopo del canale era di rafforzare il marchio «Marco Freccero», innanzitutto. E come?
Avvicinandomi a persone che non mi seguivano tramite blog, Twitter o Facebook. Si tratta quindi di un pubblico completamente nuovo. Di solito sono persone che nemmeno sanno che ho un blog, e neppure sanno che ho scritto tre raccolte di racconti, e un romanzo a 4 mani dal titolo “L’ultimo giro di valzer“.
Non lo sanno, e nemmeno glielo dico.
Strategia suicida?
Effetto magnete
Non penso affatto che si tratti di una strategia suicida, anzi. Il punto non è, credo, di portare i miei ebook a essi. Semmai, è necessario creare contenuti capaci di emergere dall’enorme oceano di video che ogni giorno sono caricati. Grazie alla loro originalità. Contenuti un poco differenti rispetto a quello che si vede. E che offrano dei punti di vista poco usuali.
A questo punto alcune di queste persone probabilmente vorranno saperne di più di Marco Freccero. Ma non perché Marco Freccero li ha assillati con i suoi racconti e con
“Compra i miei racconti! Compra i miei racconti! Compra i miei racconti!“.
Bensì perché è riuscito a ritagliarsi una nicchia di spettatori che lo segue con interesse. Perché i suoi video sono particolari (5 minuti di durata, a volte poco di più).
Sono video che spesso parlano di autori poco noti (ma non è nemmeno in questo caso una scelta suicida. Risponde a un bisogno: un sacco di persone desidera scoprire libri e autori di cui si parla poco o nulla).
Insomma: diventi una specie di calamita. I guru parlano di «effetto magnete» o qualcosa del genere. Ma non solo.
Far accadere le cose
Qual è il segreto dei contenuti vincenti? Che fanno accadere le cose.
Nel film «Il cavaliere oscuro» Jocker dice qualcosa di analogo: lui non fa piani. Lui «agisce».
Quindi è inutile chiedere a me, o ad altri, cosa fare, o la guida passo-passo.
Di certo se stai fermo, se non agisci, è ben difficile che accada una cosa qualunque. Ma quale sia il modo, temo di non poterti essere utile.
Quello che funziona forse per me, non può funzionare con te, perché io costruisco una strategia sui miei punti di forza e di debolezza.
La chiave è solo una: far accadere le cose. Agire. Muoversi e diventare un punto di riferimento in maniera che gli altri siano indotti ad attendere l’arrivo dei tuoi contenuti. Perché diventano importanti. Ma senza smancerie o furbate. Restando sempre se stessi.
Se dici “autoeditore”…
Tuttavia qualcuno potrebbe tornare a chiedere e a insistere:
“Ma perché diavolo non parli dei tuoi racconti? Almeno, in futuro ne parlerai?”
Buona domanda, devo ammetterlo.
Posso però affermare con sufficiente certezza che non lo farò. Non si tratta di paura, oppure di scarsa fiducia nelle mie storie. Ma il rapporto che si è creato con gli spettatori è particolare, e mi pare che sarebbe un errore, uno sgarro parlare di quello che scrivo. Nella sezione “Informazioni” del mio canale, spiego chi sono e cosa faccio, parlo anche della Trilogia delle Erbacce, e stop. Non faccio altro.
Per molti questo è un errore capitale, me ne rendo conto. Ci sono un sacco di Youtubers che hanno pubblicato libri e ne parlano a iosa. Ma innanzitutto pubblicano con case editrici; no, non vuol dire che le mie opere sono inferiori alle loro.
Ma sono consapevole che al momento dire “autoeditore” significa veder apparire sul volto delle persone un punto interrogativo. E sarà così per molto tempo ancora, si capisce. Né mi va di usare il canale per spiegare autopubblicazione, anzi autoeditoria, e via discorrendo; probabilmente perderei quelli che mi seguono per guadagnarne altri che irrimediabilmente cambierebbero la rotta del mio canale. E questo lo voglio evitare.
Ma provare a mescolare? A unire i soliti contenuti, con altri, che alludano alle mie opere? Mah! Che ti devo dire. Un canale YouTube non è mai fisso, definito. Siccome io ne decido la linea editoriale, e non obbedisco agli ordini di nessuno, chissà. Di sicuro ne vedrai delle belle.
Almeno spero!
La domanda delle 100 pistole
Secondo te: sbaglio? O faccio bene?
Iscriviti al mio canale YouTube. È gratis!
Io credo che tu faccia bene, intanto ti crei un pubblico che ti segue su yuotube poi magari a qualcuno di loro verrà la curiosità di cercare il tuo blog e poi scoprire i tuoi libri 😊
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Speriamo! 😉
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Più che Jocker, mi viene in mente Skipper, dei (miei) Pinguini di Madagascar: in caduta libera da un aereo, chiede consiglio al fido Kowalski.
Kowalski: “Skipper, saremo ad una quota di 26.000 piedi, questo limita le nostre possibilità.”
Skipper: “Le possibilità io me le creo da solo!”
E poi…devi guardare il film! 😉
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Eh! Ma Joker è cupo, Batman è gotico e io adoro i pipistrelli, non i pinguini 😀
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Amare i pipistrelli?
Ma tu sei di un altro pianeta, Marco, non me lo spiego altrimenti. 😄
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Guarda che i pipistrelli sono bellissimi. E mangiano le zanzare 😉
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Ma anch’io adoro i pipistrelli. Qui ne abbiamo due che fanno la ronda ogni sera…rischiano l’indigestione e le zanzare sono troppe comunque 😛
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Tu sì che sei fortunata 😉
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😱😰
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Fai benissimo, Marco. Io so che un tizio che su YouTube mi parla dei libri che ha scritto non lo seguirei mai, uno che parla di cose che potrebbero incuriosirmi mi fa schiacciare il pulsante play.
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Ah! Allora non sono proprio matto! 😉
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