Non è agevole rispondere alla domanda del titolo: quali libri hanno ispirato La Follia del Mondo.
Perché spesso, anzi quasi sempre, la lettura di un libro che piace fa i suoi effetti dopo, a volte parecchio tempo dopo.
Se quindi butto un’occhiata alle letture dell’ultimo anno (il 2016, si capisce), che cosa ci trovo? Be’, andiamo un po’ a vedere. Sempre ricordando che Tolstoj, Dostoevskij e Dickens sono sempre lì. In primo piano.
Leggere, prima di tutto
Innanzitutto, il solito Georges Simenon. Ma non i gialli, bensì i suoi romanzi come “La camera azzurra”, oppure “La neve era sporca”. Chi lo conosce solo per il suo commissario Maigret, dovrebbe al più presto leggere anche il resto della sua produzione. Magari partendo da “Lettera al mio giudice”. Come ho scritto non so più nemmeno io quante volte: Simenon è importante per chi vuole capire come si usa la parola. A mio parere la sua capacità di cogliere i dettagli, le atmosfere dei luoghi o di un’abitazione, sono utili per chi muove i primi passi nella scrittura. Ed è sempre un piacere leggere le sue opere, ovvio.
C’è stata la rivelazione di Bernard Malamud, di cui ho letto “Il commesso” e poi “Per me non esiste altro”. Anche in questo caso mi sono sentito un po’ a casa. Il romanzo è una delle opere più convincenti che mi sia capitato di leggere negli ultimi tempi. Non succede nulla; d’accordo, c’è una rapina. Ma a parte questo che cosa troviamo in questo libro?
Tutto in realtà, perché vi scorre la vita, considerata “piccola” da noi perché abbacinati dalle “grandi” vite, come ci proponano televisioni e giornali. Ma se un autore non sa cogliere le piccole cose, che razza di autore è?
E poi alcune opere di Stephen King (“Carrie”; “L’ombra dello scorpione” e “Il bazar dei brutti sogni”). Il buon King è sempre una certezza (anche se Il bazar non mi ha entusiasmato molto).
Sono tuttavia 2 le opere che mi hanno aiutato a proseguire il mio percorso.
Di cosa ha bisogno il mondo?
Una l’ho già citata: è “Il commesso” di Malamud. Ma poi ho scoperto Vasilij Grossman e il suo “Il bene sia con voi!”. Ho letto anche “Tutto scorre” e sono impegnato nella lettura del romanzo colossale (non solo per le dimensioni): “Vita e destino”.
Ma tutto questo che significa? Che senso ha, se ha un senso?
Non lo so.
Credo che si legga anche per trovare conferma alle proprie idee. E sia Malamud che Grossman, a modo loro, sono riusciti nell’intento. Sarebbe tuttavia troppo semplice affermare che si legge per trovare conferma alle proprie idee, come ho scritto qualche riga fa. La faccenda è più complessa e nello stesso tempo più scarna.
Non tutte le idee sono uguali. Ce ne sono di giuste, e di errate. E, mi spiace: io conosco ormai quelle giuste.
Vale a dire? Be’, l’ho scritto e riscritto in tutte le salse. A me non piace la narrativa che ammaestra e insegna, quella che deve rendere il mondo migliore.
Non mi interessa.
Ed è la peggiore narrativa possibile. Perché? Perché quando poi immancabilmente si incontra il dissenso, scatta l’isteria. Perché le buone intenzioni (“rendere il mondo migliore”), nascondono un radicato e robusto odio per il mondo così com’è. Che si manifesta quando non fa o non dice quello che noi maestrini pretendiamo. Perché il mondo si ama se dice e pensa quello che noi amiamo e pensiamo.
“Eh! Ma il mondo è pieno di gente brutta! Bisogna opporsi gonfiando il petto di vibrante protesta!”
No.
Il mondo è pieno zeppo di gente che sceglie. Perché è libera. E sceglie di essere brutta. E tu non ci puoi fare nulla. Perché non vogliono essere come te, tutto vibrante di protesta. E non lo saranno mai, come te.
Ricordi? Sono liberi. E scelgono quello che vogliono. E ribadisco: non ci puoi fare nulla. A meno che non commettano reati, si capisce; allora ci penserà la magistratura.
Il punto è che chi odia le persone perché non fanno le cose che dovrebbero, odia la libertà, grazie alla quale quelle persone lì scelgono di fare marameo.
Il mondo non ha bisogno di maestrini o maestrine. Di cosa ha bisogno?
Io lo so ma non te lo dico…
Prima di concludere…
Ancora un concetto. Che significa “Ispirare”? Sì, lo so: soffiare dentro. Fin qui ci siamo. Ma direi che nel mio caso è come trovare della benzina per alimentare il fuoco. Quel fuoco potrebbe aiutare il motore a proseguire il viaggio; o a finirlo in un fosso. Ma la guida è responsabilità del… guidatore, giusto?
La domanda delle 100 pistole
Quali romanzi o racconti hanno ispirato le tue opere, durante il 2016?
Concordo su quanto hai detto a proposito di Simenon. E’ bravissimo nel rendere le atmosfere, i dettagli e anche gli stati psicologici dei personaggi. Dei non-Maigret mi sono piaciuti L’uomo che guardava passare i treni e I fantasmi del cappellaio. Lettera al mio giudice ho in programma di leggerlo. Bernard Malamud è invece per me un autore tutto da esplorare. Ho acquistato L’uomo di Kiev e Prima gli idioti, spero siano adatti come inizio… Con King mi ero incagliata a sedici anni sul famosissimo IT, mai più ripreso in mano. Dovrò riprovarci, magari con un altro dei suoi libri.
Per quanto riguarda le tue riflessioni, penso che si legga per trovare conferme ma anche per misurarsi con le idee degli altri. Ampliando così, se possibile, i propri orizzonti mentali. L’importante è stare appunto lontani dalla cattiva letteratura, in particolar modo da quella che pretende di dare lezioni di moralità e roba simile.
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Di Maigret hai letto i titoli che mi mancano ancora. Malamud devo esplorarlo meglio: ho letto solo “Il commesso” e le sue riflessioni sulla scrittura.
King: magari potresti iniziare con “Misery”; o “Il miglio verde”.
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Sicuramente zia Diana (Gabaldon). Anche per me King, una vera scoperta (ma non gli horror, quelli più “leggeri”). Poi un certo Freccero…non lo conosci? Mi sa che i suoi racconti un po’ m’influenzano. 😛
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Freccero? Noooo! Lascia perdere.
Simenon: quello sì che ci sa fare 😉
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Certo Simenon è stato un grande scrittore, al di là della tara maigret.
Cosa mi hanno ispirato le letture 2016? Boh! forse nulla ma le letture mi hanno consentito di percepire un’angolazione nuova nei miei personaggi.
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Ah! Non ti piace Maigret? Interessante!
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Maigret per Simenon era un diversivo. Gli ha dato la celebrità ma alla fine a lui piacevano le altre opere.
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Questo è vero…
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diciamo che è sempre piacevole leggere Simenon. Le sue introspezioni psicologiche sono superbe
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