Come va il romanzo a 4 mani del sottoscritto (per i distratti: Marco Freccero); e Morena Fanti? Continua a leggere e scoprirai come si comporta il nostro libro. Con la solita avvertenza: il libro è sì uscito, ma ha ancora parecchia strada da percorrere.
Dopo 2 mesi
Al momento in cui scrivo queste righe, su Amazon ci sono un paio di recensioni. Una è presente su IBS.
Abbiamo rilasciato un’intervista a Nadia Banaudi nella quale abbiamo spiegato qualcosa (ma solo qualcosa) a proposito del metodo di lavoro adottato.
Dopo la versione digitale, Morena ha provveduto a creare quella cartacea.
Anche se 2 mesi per buona parte dei libri editi da case editrici possono significare “Morte e distruzione” (nel senso che o fai il botto, oppure tanti saluti: quindi il nostro libro potrebbe essere considerato un cadavere), crediamo che abbia ancora un lungo cammino davanti a sé. E sappiamo pure cosa gli manca per avere un pubblico più grande.
Perché al nostro romanzo manca…
Lettori: dove siete? (Nel senso di uomini, ché le donne già ci sono)
Ebbene sì: al nostro romanzo manca qualcosa, anzi qualcuno.
Abbiamo infatti notato che le persone che ci mettono la faccia, lo comprano, scrivono la recensione, oppure sono attive su Facebook sono soprattutto… Signore.
Mancano gli uomini. I lettori.
D’accordo: sappiamo tutti che in Italia sono le donne che leggono, e fin qui ci siamo. Ma a noi pare strano che il nostro romanzo, scritto a 4 mani da Morena Fanti e Marco Freccero continui a tagliar fuori una certa fetta di pubblico.
Ci siamo infatti chiesti cosa diavolo tenesse distanti dal nostro titolo gli uomini. Si potrebbe controbattere che è ancora presto. Il titolo ha bisogno di crescere ancora, abbiamo in mente qualcosa per farlo arrivare a più persone possibili.
In effetti potrebbe essere solo questione di tempo. Però so (perché mi è stato riferito), che se un editore deve scegliere tra un autore e un’autrice: sceglie il primo. Resiste eccome l’idea che lo scrittore (soprattutto se giovane e bello), attiri le lettrici.
Io che non sono giovane né bello, be’, adesso capisci perché scelgo l’autoeditoria, vero?
Potrebbe darsi che gli uomini ne stiano alla larga perché non amano questo tipo di storie?
Mah! Eppure posso garantire che non c’è niente di mieloso. Sul serio. Però mi rendo conto che per alcuni sapere che la storia inizia con una donna, poi ne compare un’altra, e infine pure una bambina piccola… Eh, è al di là delle loro forze. Costoro hanno la certezza matematica di trovarsi davanti a una storia di donne, per donne, dove gli uomini non devono entrare.
Una specie di gineceo cartaceo: vietato entrare.
Abbiamo sbagliato qualcosa?
Non so cosa rispondere. Tolstoj scrive “Anna Karenina”, e a leggerlo ci sono gli uomini, eccome. Flaubert scrive “Madame Bovary” e a portarlo in tribunale ci pensa un uomo.
Forse abbiamo sbagliato titolo? Non abbiamo comunicato in modo adeguato la nostra storia? Può darsi; forse ci sono stati degli errori da parte nostra e dobbiamo agire perché si possa rimediare.
Quindi è già tempo della domanda delle 100 pistole!
La domanda delle 100 pistole
Per quale motivo un uomo sta alla larga da certi titoli? (Ma se le signore. o signorine. vogliono scrivere la loro: lo facciano!).
Secondo me i lettori uomini sono diffidenti per natura, se sentono triangolo e storia d’amore cominciano a storcere il naso. Loro sono solo per cose storiche, drammatiche, piene di suspanse etc etc. In realtà non sanno cosa si perdono a non leggere il vostro romanzo a quattro mani.
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A me i thriller non dicono nulla. Nemmeno gli storici. Ma io non faccio testo, si sa 🙂
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Ma tu L’ultimo giro di valzer lo hai letto, vero?
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Più volte! 😉
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Bella domanda. E la fai proprio a me che ho una padre che legge le Cinquanta sfumature e una madre che me le ha tirate in testa?? 😀
Secondo me, è pre-giudizio. Forse il titolo (il valzer, come tutte le danze, è da femminucce?), forse la sinossi (eppure la voce di Michele c’è, eccome -si, lo sto leggendo e “prende” parecchio, nonostante il periodo carico di impegni extra), la copertina non credo, non è né rosa né rossa!
Questione di tempo perchè il libro si faccia conoscere. Due mesi sono pochi per l’autoeditoria. Io ho in carrello anche un paio di cartacei da regalare, e adesso che (oggi!) è uscito pure Storie di gatti mi farò recapitare uno scatolone dal signor Amazon 😉
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Pregiudizio secondo te.
Concordo sul fatto che 2 mesi siano pochi. Dobbiamo lavorarci.
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Be’, una cosa è scrivere una recensione, un’altra è, leggerlo no, ma comprarlo. 🙂
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In effetti 😎
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per leggerlo si deve comprarlo. Poi non tutti scrivono il commento. Io ad esempio 😀
Perché gli uomini stanno alla larga da certi titoli? Non saprei dirlo. Io leggo un po’ tutto, anche se lo ammetto, le storie d’amore o giù di lì, proprio non mi attirano molto.
Però ricordo che solo il 14% della popolazione italiana tra 6 e 80 anni, legge almeno un libro al mese. E di di questi il 60% è femmina. Quindi la platea maschile è grosso modo il 5-6% dei lettori forti. Sarebbe interessante conoscerne i gusti 😀
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Ah! Non ti attirano: interessante 😀.
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come ho scritto da Nadia, non è il genere che preferisco. Qualcosa leggo ma è minoranza.
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Intanto due mesi sono troppo pochi per un libro autopubblicato, occorre tempo. Non ho risposte “scientifiche”. L’idea che mi sono fatta è che gli uomini soerimentino meno volentieri il nuovo. Mi pare leggano là dove altri hanno già aperto la strada. Ma ripeto non ho riscontri. Una bella domanda!
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Forse è anche così: amano i sentieri già battuti, sicuri. Potrebbe essere una spiegazione…
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