«Mi spiace averle rovinato il giorno libero.» Disse il sostituto procuratore Lorenzo Garofalo. Chiuse la porta dell’ufficio e prese posto dietro la scrivania.
«Avevo delle cose da fare qui a Savona. Non si preoccupi.» Disse il brigadiere Banti.
«Allora va bene.» Fece un sospiro, unì le mani sullo scrittoio: «Parliamo un poco dell’omicidio?»
«Perché con me e non con il maresciallo Mannino? È un bravo ufficiale.»
«Il maresciallo ha una visione delle cose poco panoramica.» Si schiarì la voce.
«Poco panoramica?»
«Sì. Non riesce ad allargare lo sguardo. In un caso del genere bisogna librarsi in volo. Come i falchi.»
Il brigadiere Banti sorrise. «Se lo dice lei.»
«Pure lei lo sa, Banti. Non faccia l’umile. Io ho fiuto.» Si toccò un paio di volte il naso. «Riconosco la gente di razza. Che ha occhio, intelligenza. Perspicacia. Le prove le trovano anche i cani da tartufo. Ma non basta. Bisogna unire i puntini.» E nell’aria l’indice destro quello fece: unì invisibili puntini, una sorta di ragnatela dove il colpevole sarebbe incappato, presto o tardi.
«La ringrazio. Secondo me però sottovaluta il maresciallo.»
Il sostituto procuratore non gli fece caso: «Cominciamo dalla telefonata. Da un’utenza sconosciuta. Stiamo cercando, ma so già che non ne caveremo nulla. L’arma: una carabina Heckler Mr 223 che deriva dalla carabina d’assalto HK 416, usata dall’esercito statunitense. Se la troveremo sarà per un colpo di fortuna, e io non sono superstizioso. Che impressione ne ha ricavato, Banti.»
(Continua…)
Leggi la prima parte: Un foro nella finestra
E si scoprì che Freccero è pure esperto di carabine… 😉
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Eh! Cosa tocca fare per raccontare una storia estiva! 🙂
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