Una brutta storia estiva – Quinta parte


 

Il brigadiere Banti non rispose subito. «La prima impressione: un lavoro preparato da tempo. Ma questo lo sa anche lei. L’assassino si è nascosto dietro le canne che costeggiano il torrente, a una trentina di metri dal Municipio, e da lì ha sparato. Un solo colpo. Poi si è allontanato nell’acqua, chissà in quale direzione. Abbiamo il calco di un paio di stivali, molto comuni. Non siamo riusciti a capire da quale direzione è arrivato e quale ha preso per dileguarsi.»
«Quindi uno del paese.»
«È possibile.» Confermò dopo qualche secondo.
«Lei però non ne è certo.»
«Non escludo nulla. Bisogna avere la panoramica, ricorda? Magari viene da fuori.»
«Addirittura. Un killer. Però il maresciallo è certo che si tratti di corna.»
«Non credo che in un paese come il nostro si arrivi a tanto.»
«Lei non c’è nato. Non conosce come ragiona la gente.»
«Le corna non hanno nulla a che fare con la ragione. Bruciano il sangue. Qui abbiamo qualcuno che ha seguito la vittima per giorni, ha preso nota delle sue abitudini. Si è preparato con cura. Soprattutto la via di fuga.»

 


Leggi la prima parte: Un foro nella finestra

Leggi la seconda parte: Le cose semplici

Leggi la terza parte: Ragionare porta guai

Leggi la quarta parte: Il giorno libero

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