Ma come? Ancora un Liebster Award? Come è possibile?
Ebbene sì, sono stato nominato da Giovanni Venturi, che ringrazio, ed eccomi qui per onorare la nomina. In che modo? Il solito: rispondendo a 11 domande.
1) Ti contatta Netflix per proporti un film o una serie televisiva da un tuo romanzo sotto la tua supervisione. Accetti?
Di corsa: basta che paghi! Però dubito che Netflix abbia davvero voglia di affidarmi la supervisione: io infatti non sarei in grado nemmeno di cominciare. Comunque ci sarebbe anche da convincere Morena Fanti, con la quale ho scritto “L’ultimo giro di valzer“, ma secondo me non avrebbe obiezioni da fare…
2) Ti contatta una grande casa editrice per il tuo romanzo. Sei un autoeditore. Sai che ti chiamano perché ti darai da fare da solo con la promozione. Accetti o rinunci?
Visto i risultati minimi della mia promozione, dubito che ci sia in Italia una sola casa editrice che abbia voglia di investire su di me. Anzi, sono quasi certo che nessuno si fa vivo proprio perché ho pochissimi lettori su questo blog, e il mio canale YouTube procede a rilento.
Ma facciamo finta che succeda: se mi contattano solo per via della mia “capacità” di fare promozione, immagino che rifiuterei. Diamine! Vale così poco quello che ho scritto sino a ora? Può darsi: ma allora meglio rinunciare.
3) Hai mai pensato di scrivere un genere che tira molto e di farlo con uno pseudonimo?
Pensato sì, ma solo pensato. Non credo che ne sarei mai capace (non sono poi così bravo), e poi non credo proprio di riuscire a scrivere qualcosa solo per avere un po’ di soldi in più. Scrivo quello che scrivo perché mi piace, sono storie che sento mie. Vendono le sfumature? Pazienza, non sono io che ci rimetto…
4) Perché scrivi?
Perché mi piace. Una volta lo facevo perché volevo rendere migliore il mondo e istruire il popolo bue. Poi ho capito che erano fesserie le mie (fesserie che permettono a un sacco di gente di finire in classifica, ma lasciamo perdere), e che si scrive per ben altre ragioni. Quali? Un giorno forse lo dirò.
5) Perché leggi?
Perché mi piace! Non lo faccio certo per migliorarmi (non sono migliorato: sono lo stesso di quando avevo 16 anni). Lo facevo per migliorare il mio italiano (che era assai limitato), e ho continuato a farlo, con tutti gli alti e i bassi del caso, perché adoro vedere come gli altri celebrano il mistero dell’essere umano.
6) In genere scarti la lettura di romanzi di colleghi autoeditori?
In genere li leggo. Per esempio ho in programma di leggere un paio di romanzi di scrittrici che hanno usato il crowdfunding per produrre le loro opere.
7) Organizzeresti un evento di autoeditori di qualità?
Be’, no. Per un motivo molto semplice: non so organizzare eventi. Non saprei da dove cominciare.
8) Ti diverte presentare libri in una libreria?
Mai fatto (sino a ora). Probabilmente mi divertirebbe. Si sa, i liguri sono delle sagomacce, non fanno altro che ridere e scherzare.
9) Hai mai incontrato qualcuno che ha fatto ironia sul fatto che scrivi?
Macché! Niente da fare! Forse perché quello che scrivo si presta poco all’ironia? Può darsi. E nemmeno riesco a rimediare una stroncatura: zero! Eppure da anni la aspetto. Ho pronto il post: “Come gestire le recensioni negative: guida passo passo”. Ma nessuno si fa avanti.
10) Sei mai stato guardato come un alieno da uno o più librai perché ti sei permesso di pubblicare senza l’ausilio di un editore e ora hai la bella faccia tosta di chiedere loro una presentazione nella loro sacra libreria dedita solo alla vendita bestseller di grandi editori?
No. Ormai io non vado più in libreria da anni, e quindi non potrei mai farmi vedere per una simile richiesta. Credo (temo) che un autoeditore possa aspirare a tanto solo se riesce a farsi notare (articoli sui quotidiani locali, numeri di vendita importanti, eccetera), altrimenti dubito che riesca a ottenere qualcosa da un libraio. Ma credo che pure io sarei quantomeno perplesso se un Marco Freccero qualunque mi capitasse in negozio chiedendomi di organizzare una presentazione…
11) Cosa ti infastidisce di un libro al primo impatto? Una bruttissima copertina. Una pessima impaginazione del testo (assenza totale di rientri sia in cartaceo che in ebook, presenza di spazi tra paragrafi). Un titolo banale messo a caso. Tutte e tre le cose.
La copertina è importante, così come l’impaginazione e il titolo; ma quello che mi colpisce (positivamente o meno), è la qualità della scrittura. Bastano davvero due righe per capire con chi si ha a che fare; e se in quelle due righe ci infili ripetizioni o errori mi cascano le braccia. Perché nel “settore” dove dovresti essere bravo, la scrittura, dimostri che non ci sai proprio fare. Se la scrittura “regge” posso tollerare una brutta copertina (io non ho gusto per queste cose e mi sono rivolto a chi ci sa fare). Se la scrittura è puro orrore…
Fine delle domande e quindi delle risposte. Come la volta precedente, e quella prima ancora, non segnalo nessuno perché sono stati segnalati un po’ tutti.
Grazie. Belle risposte.
"Mi piace""Mi piace"
Be’, le domande erano belle 😉
"Mi piace"Piace a 1 persona
Risposta numero 2: stupenda 😃
"Mi piace""Mi piace"
Caspita, un altro Liebster Award in circolazione! Mi ricordano un po’ le classiche tigri scappate dallo zoo. 😉 La risposta alla domanda 4. è fondamentale: spesso ci dimentichiamo quanto ci piace scrivere e ci impegoliamo su tutta una serie di dinamiche esterne al libro.
"Mi piace""Mi piace"
Esatto. Troppa fuffa. Adesso poi è l’era della fuffa, quindi? Abbasso la fuffa! Torniamo ai fondamentali. 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Sei stato il più nominato blogger del web, congratulazioni! 😉
"Mi piace""Mi piace"
Grazie 😉
"Mi piace""Mi piace"
cosa è il terzo o il quarto? 😀
"Mi piace""Mi piace"
Forse il quarto! 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
vedi che avevo ragione sulla collezione 😀
"Mi piace"Piace a 1 persona
Spero di farti cosa gradita nominandoti anche per il mio Liebster Award, puoi ignorarlo, ma non potevo ignorare il tuo blog! Passa a ritirarlo qui http://www.megalis.it/liebster-award/#.WbmOJ8hJaM8
"Mi piace""Mi piace"
Grazie! 😀
"Mi piace""Mi piace"