Una brutta storia estiva – Parte sedicesima


 

una brutta storia estiva

 

Le indagini proseguono.
I Carabinieri sono nella casa dei frati cappuccini e danno un’occhiata alla cella di frate Vincenzo. E in un cassetto trovano qualcosa che forse sarà utile, o forse no. Chi può dirlo?

Buona lettura.

Il padre guardiano li accompagnò sin sulla soglia della cella; li lasciò e si allontanò lungo il corridoio semibuio, con passi leggeri.
Il maresciallo spinse la porta, entrò.
C’era un letto, una piccola scrivania, una sedia, al muro un crocifisso di legno e un inginocchiatoio.
«Le nostre camere di sicurezza sono più confortevoli». Disse infine. Cercò un interruttore, lo premette.
Si avvicinò alla scrivania, aprì un cassetto, poi un altro; da quest’ultimo estrasse dei fogli di giornale, li dispose sul piano. Ne prese uno, gli diede un’occhiata, lo posò e ne prese un altro.
«Rossi. Tu conosci l’inglese».
«Abbastanza bene».
«Allora vieni qui e leggi un po’ questi articoli».
Il brigadiere si spostò verso la piccola finestra dalla quale scivolava la luce della giornata.
Disse: «Ci sono delle parti sottolineate».
«Rossi. Non ho bisogno di conoscere l’inglese per vederlo. A me interessa il testo».
«Parla della morte di una giovane donna in un albergo in Kenya. A Lamu».
«Assassinata».
«Sì».
«Prendi tutto. E torniamo dal padre guardiano. Ci deve raccontare un po’ di cose».

(Continua…)


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