Scrivere richiede coraggio, non tempo


Marco Freccero logo

 

Come succede per tutti gli agenti, la sua lettura è fin troppo attenta a fiutare, in ogni pagina, i soldi che se ne possono ricavare.

Così scriveva Francis Scott Fitzgerald alla figlia Frances nel 1940. Parlava di un agente letterario, Harold Ober, molto in gamba ma, secondo lui, troppo attento a quante possibilità avesse un racconto di essere acquistato. Scott Fitzgerald ammette che era considerato in gamba da molti autori, proprio per questa capacità di intercettare gli umori del pubblico e di capire se una storia avrebbe venduto, oppure no.

Il mercato ha le sue regole

Lo scrittore americano svela che un terzo dei racconti che lui aveva venduto al “Saturday Evening Post” non erano destinati a essere acquistati, a parere dell’agente, e invece…
Perché questo aneddoto?

Per ricordare ancora una volta che il mercato c’è, esiste, detta le sue regole… Ma sbaglia.

I racconti hanno cattiva fama, e io come forse saprai, ho frequentato questo settore. La Trilogia delle Erbacce è finita con la pubblicazione de “La Follia del Mondo”, lo scorso dicembre.

Scrivere richiede coraggio, non tempo

In realtà non sto affermando che il mercato sbaglia sempre, oppure che te ne devi sempre infischiare.

Al contrario, devi averci a che fare, ci devi nuotare dentro. Per forza. Ci sono un sacco di storie che stanno in classifica perché… Be’, sappiamo perché.

Ma questo è solo un alibi per starsene a frignare in un angolo e scaricare le nostre responsabilità sul brutto mondo cattivo.

Puoi stare sul mercato, ma con le tue regole: le tue storie.

Si dice che scrivere richieda tempo, ma io creda che richieda soprattutto coraggio. Il tempo, se hai un po’ di determinazione, lo trovi. Raymond Carver lo trovava, e scriveva le sue storie nella rimessa di casa, chiuso nella sua automobile. Lì stava tranquillo…

Ma coraggio per fare cosa? O forse sto esagerando?

Il coraggio 

Coraggio per continuare nonostante tutto. Raccontare storie inutili, come io vorrei fare, quindi non piene di sermoni e cose che elevano l’animo e rendono migliori le persone, be’: che tu ci creda o no, quello che io provo a fare richiede appunto coraggio.

A me non interessa affatto rendere migliori le persone. È affar loro, e nessun libro o film potrà mai indurli a cambiare. Se accade si tratta o di banderuole (nella maggior parte dei casi), oppure di persone che già in precedenza si erano messe in discussione. Ma a quel punto anche un fiore, una zappa, una morte (sì, una morte), avrebbe potuto cambiarli.

È affar loro. Ogni essere umano sa che cosa deve fare. Lo sceglie giorno dopo giorno, lo riconferma o lo smentisce con le proprie azioni.

Costruisce giorno dopo giorno il proprio cammino: verso l’inferno, o verso il paradiso.

Gli scrittori che sono tanto celebrati, sono nella maggior parte dei casi dei miserabili: esattamente come ciascuno di noi. I loro mostri non sono stati sconfitti da uno stupido libro o da uno stupido film.

Eppure, sono riusciti nell’impresa più grande, quella che davvero conta.

Quale?

Se leggi davvero, se leggi davvero narrativa, dovresti saperlo…


 

15 commenti

  1. Scrivere richiede coraggio per trovare il tempo: è naturale che il tempo si possa trovare. Ma a scapito di cosa? Ed ecco che torna il coraggio: di sacrificare altre cose, di farsi prosciugare, di calarsi in profondità nell’orribile della vita. Il tempo del coraggio, mica roba da poco.

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  2. Richiede tempo e coraggio. Non sempre una bella storia si ha il coraggio di scriverla e per scriverla serve tempo, senza quello puoi avere tutto il coraggio che vuoi, ma, forse, nemmeno ci pensi se non hai tempo 😀

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    • Io resto un po’ dell’idea che il tempo lo scovi… Certo, io quando lavoravo come operaio non scrivevo e nemmeno leggevo. Però credo che se avessi voluto il tempo lo avrei trovato. Poco: qualche ora la settimana (una?), e ci avrei messo tantissimo a scrivere, per esempio, il primo capitolo delle Erbacce. Ma a parer mio ci vuole più coraggio.

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  3. L’impresa più grande. Ovvio. Restare in vita anche se sono morti. Celebrati e amati da tanti lettori del presente 🙂 . Ho indovinato? Bell’articolo. Ma un quarto nuovo e inedito capitolo delle erbacce lo trovo a Natale? 🙂 Voglio leggere qualcosa di buono e in giro non trovo molte cose succulente come le tue 😉 .

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  4. Sottoscrivo ogni singola parola. Per quello che riguarda te, hai tutta la mia stima e ammirazione. Sei uno scrittore, di quelli veri. Chapeau.

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  5. Fitzgerald non avrebbe dovuto lamentarsi: a Zelda piaceva la bella vita e la bella vita costa soldi.
    Non so se sia giusto parlare di coraggio, c’è chi scrive perché non può farne a meno. Gli altri, che si astengano pure 😉

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  6. Scrivere richiede coraggio in varia misura: coraggio per strappare il tempo al resto (non vieni in pizzeria? non sei uscita domenica? non vai mai al cinema? sei sempre occupata! ma non cucini tutto tu?), coraggio di esporsi sia con i lettori che con gli altri autori, coraggio di affrontare le critiche (anche quanto sono dettate dall’invidia), coraggio di parlare in pubblico (prima o poi capita), coraggio delle proprie idee, coraggio di lasciare da parte le lamentele (e i lamentosi) e puntare dritto all’obiettivo. 🙂

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