Come si fa una presentazione?


fanti freccero a castenaso

 

Come si fa una presentazione?

Be’, io ne ho fatto ben 2 in un giorno solo, quindi per alcuni non ho l’esperienza sufficiente. Però la mancanza di esperienza non mi pare una buona ragione per NON parlarne. Dappertutto qui è un fiorire di guru: guru di qua, guru di là. E io non posso scrivere 2 righe su un argomento come questo?
E invece lo faccio!

Come ti muovi?

Prima di tutto: il mezzo di locomozione.

Io partivo dalla Liguria (destinazione Emilia Romagna), e ho scelto l’automobile. Il treno mi costringeva a 2 cambi (Genova e Milano). L’autostrada è di certo più veloce ma anche stancante, e quando non hai una macchina molto comoda, be’, si sente.

Attenzione: questo è meno banale di quanto si creda. Arrivare riposati, o abbastanza riposati, oppure scoppiati, fa una bella differenza.

Quindi: meglio scegliere con cura il mezzo con il quale muoversi. La prossima volta probabilmente userò il treno, ma se tu mi renderai molto ricco acquistando centinaia di copie di tutti i miei libri, deciderò per la Opel Ampera-e.

Elettrica ovviamente.

Altro aspetto da non scordare: l’acqua. Se il viaggio è lungo meglio portare con sé un paio di bottiglie di acqua. Anche se viaggi in treno, certo.

Dove dormi?

Dormire in un posto silenzioso, pulito, con Wi-Fi, e una ricca colazione: non è affatto robetta da poco. Qui c’è poco da fare: si dipende da chi organizza il tutto. Morena, che ha pensato a ogni cosa, mi ha indirizzato a un B&B perfetto: La sosta dell’Idice. Si trova a Castenaso (Bo), e si chiama proprio Idice (e non “Indice” come pensi) perché quello è il nome del torrente che scorre lì accanto.

E poi?

Ma parliamo adesso dell’aspetto più interessante: la presentazione vera e propria.

Sii pronto!

Io sono stato un po’ un asino. Perché con Morena eravamo d’accordo di parlare (ovviamente) del nostro romanzo a 4 mani “L’ultimo giro di valzer”. E quello abbiamo fatto.

Tuttavia a un certo punto è entrata in scena la Trilogia delle Erbacce; e io non ero pronto. Non lo ero proprio. Non ricordo bene che cosa ho detto, ma ecco la lezione: se hai scritto anche dell’altro, ricordati di prepararti anche su quello. Non lasciarti sorprendere: mai.

Prepararsi…

Ma parliamo della presentazione vera e propria! Avevamo ovviamente preparato, io e Morena, i brani da leggere. Perché è evidente che durante una presentazione capiterà eccome di leggere qualche estratto dalla propria opera. Non si può procedere a caso; innanzitutto perché trasmetti al pubblico l’idea che improvvisi (malamente), e che quindi non ti interessa la presentazione. E poi perché lo scopo di questo genere di letture è di svelare certi snodi, oppure i tratti caratteriali dei personaggi che agiscono nella storia.

Buona parte degli intervenuti alla nostra presentazione avevano letto il nostro romanzo (che fortuna!), ma comunque abbiamo evitato di spiegare per esempio come finisce, ma anche certi eventi che si verificano durante lo sviluppo della storia.

E poi…

Svelato un segreto che “Il segreto”, al confronto, è uno scherzo da preti

Ma la presentazione a Castenaso ha svelato un retroscena che ha stupito il nostro pubblico. Perché, ebbene sì: noi due, intendo io e Morena Fanti, non ci eravamo mai visti prima. Sentiti sì, si capisce. Ma ci eravamo visti faccia a faccia solo qualche ora prima. E questo ha un poco stupito: come diavolo si riesce a scrivere un intero romanzo senza mai vedersi?

Semplice: ci si telefona!

Il firmacopie

Che ci si crea o no, è una faticaccia! Non sapevo cosa scrivere e non so proprio cosa ho scritto. Probabilmente mi odiano da quelle parti, perché dovevo fare di meglio.

Lo so: “Buona lettura” poteva andare bene, anche “Buona lettura!” poteva funzionare. Invece io mi sono un po’ arenato pure lì, cercavo di scrivere qualcosa di originale; ma non puoi far aspettare la gente! Ecco, il firmacopie è un altro problema da non sottovalutare.

La domanda delle 100 pistole

Mai fatto una presentazione?


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23 commenti

  1. “Mai fatto a una presentazione?” No, non mi faccio né normalmente né alle presentazioni. 😀 😀
    Ho partecipato ad una presentazione, e ne leggerai questa settimana da me. Cose assurde, che tu dici: devo cercarmi un corso di dizione, devo cercarmi un corso di dizione e poi tanto alla fine ti tocca leggere in pubblico a sorpresa, tiè!
    Ho invece ricevuto ieri l’invito alla presentazione del nuovo libro di Moccia per le feste di Natale (credo abbia a che fare con i pacchi, ma un altro modo di intendere i pacchi… ) E sono indecisa se andarci, e hai presente quando chiedono “ci sono domande?” potrebbe scapparmene qualcuna di impertinente… ma che al confronto Nadia Banaudi è una santa. Che faccio, vado? filmo? 😀 😀 😀

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  2. Io ne ho fatte una decina, e convengo che se non sono nella propria città arrivare riposati, avere la possibilità di trascorrere del tempo in hotel prima della presentazione, ripassando o facendo nulla, è auspicabile. Poi molto dipende dal pubblico.

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  3. A me piace fare le presentazioni, ma io sono un caso patologico parlerei ore anche alle pietre. Il mio unico problema è la carenza di gente, vorrei sempre la sala piena, per il resto non essendo timida tutto il resto mi scivola. Però secondo me tu e Morena ve la siete cavata alla grandissima.

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  4. Io ne ho fatta una a Milano per fortuna insieme ad altri autori (il che mi ha evitato il panico), sono andata un po’ a braccio però, ma mi ha fatto capire che è opportuno prepararsi meglio, se non altro per essere più sciolti nei confronti del pubblico…

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  5. La prossima volta vi voglio a Milano! Ho fatto anch’io una decina di presentazioni e ti assicuro che, pur arrivando preparatissima, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo: può essere la domanda infida da parte dello spettatore che ti vuole cogliere in castagna, o i mille imprevisti che capitano alle persone che spergiurano che vengono. In pratica, se calcoli di aver invitato trenta persone, se sei fortuna ne arrivano quindici. Non hai parlato della postura da tenere. Io ho assistito a una conferenza, proprio in tempi recenti, dove il relatore ha assunto tutte le posizioni da NON tenere durante una presentazione. In pratica stava parlando al muro dietro di lui, sopraffatto dal nervosismo. (N.B. Ho quasi concluso la lettura di “La follia del mondo” :-))

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  6. mai fatta una presentazione, né credo ne farà mai una. Però parlare in pubblico l’ho fatto per presentare progetti o altro. E’ stancante e si deve essere pronti a rispondere a tutto.
    O.T. ricordo che un tempo c’era un interregionale Bologna – Genova, che prendevo quando per motivi di lavoro mi recavo in Liguria.

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