Come vincere il blocco dello scrittore?


 

copertina l'ultimo giro di valzer

 

È un po’ complicato parlare di come vincere il blocco dello scrittore, perché, innanzitutto: sembra che qui il sottoscritto non faccia altro che scrivere. E poi come forse ricordi, o sai, mi sono imbarcato nella favolosa avventura dello scrivere un romanzo in due (un’esperienza che un autore dovrebbe fare almeno una volta nella vita). Avventura che è terminata con l’autopubblicazione del romanzo, e che ha poi trovato il suo coronamento nelle due presentazioni: a Castenaso e a Imola.
Io e Morena non abbiamo mai avuto un simile problema. È infatti difficile (ma non impossibile) che due teste vadano in blocco nello stesso momento.

Come superare il blocco dello scrittore?

Ci sono in giro sul Web decine di post dedicati a questo argomento: il blocco dello scrittore. E consigli per superarlo. In base alla nostra esperienza (mia e di Morena), crediamo di poter dire che sia inevitabile che succeda.
Se adesso hai la testa piena di idee, stai pur certo che prima o poi ti troverai bloccato. E non è detto che avere un sacco di idee impedisca l’apparizione del famigerato “blocco dello scrittore”.

Infatti, non si tratta di mancanza di idee (o non soltanto). Bensì di come andare avanti con una certa idea. D’un tratto, non si sa più come procedere. Cosa viene “dopo”, che riga dovrebbe seguire quella che abbiamo messo giù la settimana scorsa.
I consigli che si trovano in giro possono essere perfettamente inutili, ma non costa nulla darci un’occhiata: quello che è inutile per me, è utilissimo per te.
A volte è un problema di metodo di lavoro, che in pratica non c’è. E allora occorre provvedere. Certo, sino a ieri tutto filava liscio, poi chissà perché tutto è andato alla malora e non si riesce più a scrivere.

Hai scritto una sinossi della tua storia? Se dovessi spiegarla in 30 secondi a un estraneo (e solo in 30 secondi): cosa diresti? Come la presenteresti?
Le schede dei personaggi: le hai fatte? Spesso questi sono due espedienti che possono o far decollare (ancora) la storia, o farla precipitare oppure: farle cambiare direzione.

Altre volte è la storia che non gira.
Quello che succede, e non viene percepito come un pericolo, è che “l’idea” iniziale, quella principale, ne produce altre secondarie. Saltano fuori personaggi, situazioni, storie dentro la storia; e sembra una cosa bella e buona e pure saggia!
Alla fine si va in corto circuito: ed è inevitabile.
Occorre allora tagliare. Eliminare intere parti, e tornare all’idea che ha originato tutto. Ma prima di tutto questo: ci si blocca. Non si ha la più pallida idea di cosa combinare, di dove mettere le mani. Eppure era tutto così chiaro, all’inizio!
Se succede questo è perché (probabilmente):

  • non c’è stata una solida sinossi;
  • Mancano le schede dei personaggi. (E quindi dentro di te ha trovato asilo la più pericolosa malattia di chi scrive. Si chiama “ispirazione”).

Spiacente ma in questo modo (niente sinossi e niente schede), è ovvio che arrivi il blocco. Sarebbe strano il contrario.

Altre volte ancora, la storia non può funzionare. Non ne abbiamo le capacità. Ci siamo ficcati cioè in un lavoro troppo grande per noi: meglio ammetterlo e abbandonare. Non c’è niente di male. Forse brucia, ma non c’è niente di male.
Magari occorre “solo” semplificare la storia, renderla meno intricata e complessa: non siamo tutti Dumas o Dickens. Però possiamo comunque scrivere delle ottime storie.

Benché il blocco dello scrittore sia un dramma, bisogna lavorare duro per non viverlo così. È un segnale che dobbiamo interrogare noi stessi: forse per fare un salto di qualità. Per migliorarci.
Oppure per riconoscere che abbiamo dei limiti e a volte è davvero impossibile superarli. Meglio prenderne atto e procedere con obiettivi più alla nostra portata.


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4 commenti

  1. Io quando mi blocco mi butto nella lettura e, dopo un po’, mi ritornano le idee, magari proprio quelle che avevo in mente in origine e che avevo dimenticato nel vortice della vita quotidiana.

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  2. Quando mi blocco, e non decido di restare bloccata perché sennò faccio peggio, provo a cambiare le carte in tavola: se scrivevo il mattino, provo a scrivere il pomeriggio; se stavo in una stanza, la cambio; se è un po’ che non vedo film o ascolto musica, faccio un recupero intensivo. Una shakerata, e già qualcosa cambia. 🙂

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