Nuovo estratto da “La Follia del Mondo“. Il racconto si intitola “La vie en rose”.
Buona lettura.
Lui se ne stava accanto a una Citroën Saxo, e mangiava un pezzo di focaccia, lo sguardo basso e le spalle al traffico della via. Lei si passò una mano sui capelli biondi e disse: «Allora?».
Non avevano cinquant’anni in due e stavano vivendo un autunno caldo e senza pioggia.
Lui non alzò gli occhi e continuò a masticare. Infine disse: «Allora cosa. Che vuoi dire». Arrotolò la carta, si pulì le mani e la gettò per terra.
Lei non disse nulla, si guardò attorno, si chinò, la raccolse e la gettò nel cassonetto accanto. Lo fissò: «A casa è meglio non farsi vedere. Quindi che si fa».
«Magari di notte possiamo tentare. Per prendere un po’ di vestiti» disse lui dopo qualche secondo.
«I tuoi ci aspettano sullo zerbino. E loro sono l’ultimo dei nostri problemi».
«La Spagna. Quella è la soluzione. Quante volte te lo devo ripetere».
Lei sbuffò, ficcò le mani nelle tasche posteriori dei jeans. «Come ci arrivi. Con questa?». Tirò un calcio allo pneumatico.
«I documenti ce li abbiamo. È vecchia, ma il motore fa ancora il suo dovere».
«Non sai una parola di spagnolo. E vuoi andare in Spagna».
«Se anche non ho fatto l’università, non sono scemo. Posso imparare».
«Lasciamo perdere».
«Appunto. Lasciamo perdere». – Lui salì sull’automobile, mise in moto e abbassò il finestrino del passeggero. «Che fai. Non sali?».
Lei non rispose; aprì la portiera. Sedette in silenzio.
«Ti fidi di me» disse lui.
«Non è questo il punto».
«E qual è».
«Siamo senza lavoro e senza soldi. Abbiamo debiti con tutti».
«Appunto. Lo vedi che la Spagna è la soluzione. Andiamo laggiù, troviamo lavoro e ricominciamo una vita. Riusciremo a pagare qualche debito». Ingranò la retromarcia, urtò l’automobile parcheggiata dietro.
Lei disse: «Meno male che sono le donne a non saper guidare».
Questo racconto all’inizio è ambientato a Savona (tanto per cambiare), per poi spostarsi in una località alle spalle di Celle Ligure chiamata “Bricco delle Forche”. Sì, esiste sul serio.
Questo racconto è uno dei miei preferiti. Insieme a tanti altri 😉
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😀
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lo ricordo bene. Un racconto dal gusto amaro ma tanto vero.
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😉
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Questo estratto mi piace molto. Ho notato che per alcune domande non usi il punto interrogativo, per altre sì. C’è un motivo particolare?
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Be’, sì. Se c’è il verbo “chiedere” o “domandare” non metto il punto di domanda perché è evidente che se scrivo Chiese: “Ci sei”, si tratta di una domanda.
Se invece scrivo Disse: “Ci sei?” metto il punto di domanda. È un vezzo, nient’altro.
🙂
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Ma non era la Scozia la soluzione? 😀
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Dici? 😉
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