Oggi parlerò della Mucca Viola. Però non sono affatto impazzito (credo).
La mucca viola è il titolo di questo saggio di Seth Godin, un celebre esperto di marketing statunitense. L’editore è Sperling & Kupfer mentre la traduzione è a cura di Simonetta Bertoncini.
Il libro in realtà non è recentissimo, anzi: è del 2002 e avrebbe bisogno di una bella rinfrescata. Infatti contiene degli esempi di aziende che all’epoca erano sulla cresta dell’onda o almeno davano l’impressione di cavalcarla. Per esempio Nokia, che nel 2002 presentava l’N-Gage cercando di ridefinire così il mercato della telefonia. Nel 2007 Apple presenterà l’iPhone e per l’azienda finlandese sarà l’inizio della fine.
D’accordo.
Ma cos’è questa Mucca viola? Tutto è scritto nella copertina: come farsi notare, e fare fortuna, in un mondo tutto marrone. Il buon Seth parte da una constatazione: ormai il modo di fare marketing funziona poco e male. Nei decenni precedenti bastava infatti avere un prodotto, creare uno slogan, una campagna pubblicitaria, comprare quindi degli spazi pubblicitari in televisione, ed era fatta. Le aziende potevano mettersi comode e attendere che i soldi, a carrettate, entrassero nelle loro casse.
Adesso tutto questo non è più così semplice o automatico, anzi. Il problema è che noi abbiamo già tutto quello che ci serve. E non abbiamo più il tempo per cercare qualcosa di diverso perché in fondo tutto si assomiglia. In più a complicare le cose è arrivata la Rete. Quindi: ancora più servizi, prodotti, offerte. Ed emergere diventa davvero un’impresa titanica.
La soluzione secondo Seth è osare, fare cioè qualcosa di radicalmente nuovo. Perché, ci spiega, non è che non ci sono più spazi per i prodotti o i servizi nuovi; anzi. La gente è affamata di novità. Però occorre colpire la loro attenzione, fare in modo che la nostra soluzione, il nostro prodotto, sia capace di attirare quegli utenti che amano adottare per primi tutte le novità.
Insomma: o diventi una mucca viola e ti fai notare, oppure nessuno ti noterà mai e sarai condannato a essere irrilevante.
Il successo di un prodotto, l’affermazione di un marchio nuovo infatti passa attraverso una precisa “tabella di marcia”: prima sono gli utenti più inclini alla novità ad acquistarlo, a usarlo, a parlarne bene, a diventare i suoi ambasciatori presso il grande pubblico. Il segreto è appunto riuscire a intercettare queste persone, vere e propri entusiasti del nuovo, dell’innovazione, di tutto ciò che rompe gli schemi. Costoro prendono la novità e la trasformano in una specie di virus che “contagia” sempre più persone, fino a quando il marchio o il prodotto che sia, riscuote un successo clamoroso.
Naturalmente in questo libro non ci sono ricette o segreti. Non è un libro di istruzioni del tipo: Fai questo, fai così, e cosà, e arriverai al successo. Nulla del genere.
Seth Godin semmai mostra come le strategie di un tempo ormai non funzionano più. E invita a ragionare fuori dagli schemi, invece di ignorare quello che succede o, peggio, continuare a inseguire ricette e metodi che non garantiscono più i successi del tempo.
Ma questo libro: a chi è indirizzato?
Innanzitutto a te. Perché è una lettura semplice, veloce, priva di contenuti noiosi e scritta con un linguaggio divulgativo con tanto di esempi di aziende che hanno seguito il nuovo corso (oppure lo hanno ignorato). Esempi che forse potrai utilizzare per ispirarti, se stai pensando al lancio di qualche prodotto o servizio. Ma solo per ispirarti.
Ma anche se non sogni affatto di fare imprenditoria, è un libro che ti aiuta a capire meglio come i meccanismi, il linguaggio della pubblicità, agisca, sia mutato e, grazie alla Rete, utilizzi metodi e sistemi sempre nuovi e del tutto lontani da schemi e tradizioni. Insomma: forse al termine di questa lettura sarai più attento ai messaggi pubblicitari che ti piovono addosso da ogni parte.
Alla prossima e: Non per la gloria, ma per il pane.
E’ un po’ che ce l’ho in lista, ma ogni volta non mi decido ad acquistarlo proprio perché in molti dicono che avrebbe bisogno di un aggiornamento. Invece sto leggendo un libro del 1954… e pure questo avrebbe bisogno di una rinfrescata, no? Eppure lo sto leggendo!
O forse la mucca viola mi ricorda la mucca lilla e soprattutto la marmotta che incartava la cioccolata, e mi viene fame! 😀
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Sì, meriterebbe una bella rinfrescata, ma offre ancora adesso degli spunti utili. Quindi: non più esitare ma la mucca viola porta a pascolare 😀
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se non sbaglio è anche la pubblicità di un’azienda che produce cioccolata, il nome non lo ricordo
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Milka? 😉
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Si, proprio Milka. 😀
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Che è proprio la pubblicità di “… e poi c’era la marmotta che incartava la cioccolata…” 😉
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ricordo bene. Il nome l’ho dimenticato ma la pubblicità la ricordo 😀
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Io faccio un discorso serio, e voi la buttate sulle marmotte. Basta, mollo tutto… 🧐😃
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Una mucca viola tra le mucche marroni si nota, infatti. È diversa da tutte. Anche noi dovremmo scrivere il libro viola…il punto é come farlo leggere
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In teoria essendo viola dovrebbe vendersi da sé 😉
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