Video: Che cosa leggevo da ragazzo?


Vuoi sapere che cosa leggevo quando ero molto più giovane?
Allora: Buona visione!

 

Già: che cosa leggevo da ragazzo, quando frequentavo la scuola dell’obbligo? E chi se lo ricorda!

Certo, la mia scuola media aveva una biblioteca, e ricordo, ma vagamente, che c’era anche una sorta di gara, durante l’anno scolastico, a chi leggeva più libri. I libri dovevano essere qualcosa come “Un americano alla corte di re Artù” di Mark Twain; o letture simili.

Ma leggevo perché dicevano, gli insegnanti, che bisognava leggere. E io mi adeguavo. La scuola, si sa, è spesso il luogo perfetto per imparare il conformismo. E il conformismo è l’olio lubrificante che fa andare a mille la società.

Ho ripreso a leggere in modo metodico verso i sedici, diciassette anni. E a parte una pausa di 5 anni, durante i quali ho letto poco o nulla, non ho più smesso. Quest’anno credo che leggerò una cinquantina di titoli.

Non ho mai letto per cambiare: infatti sono sempre lo stesso, per fortuna. Se davvero la lettura mi cambiasse, smetterei all’istante di leggere. Perché il vero pregio della lettura, che nessuno indica e segnala, è questo: ti permette di restare sempre uguale a te stesso. Di non cambiare mai. E questo è meraviglioso. E anche confortante.

Certo: cambia il tuo vocabolario. Col tempo, riesci a sostenere conversazioni complesse e molto profonde. Fai una certa impressione, se leggi davvero tanto, perché chi ti sta vicino si rende conto che:

“Ehi. Ma sai che parli proprio bene?”.

Da più parti si ripete che lo studio è importante per la propria carriera lavorativa. E che il futuro sarà fatto solo di studio. Ecco perché occorre studiare, leggere: per non essere spinto ai margini da una società sempre più competitiva.

Ma stai tranquillo: probabilmente anche studiando e studiando, sarai messo ai margini.

Nel 1931 in questo Paese circa 1200 docenti universitari furono chiamati a giurare fedeltà al regime fascista. Saranno meno di 20 quelli che si rifiuteranno di farlo. Tutti gli altri, e lo ripeto, erano docenti universitari, si adeguarono.

Gente che aveva studiato, che leggeva.

E ancora credi alla favoletta che la lettura apre la mente? Ma allora sei pronto a credere all’ippogrifo!

Si legge per piacere, e basta. Per il puro piacere di leggere, senza mai avere altro scopo che la ricerca del piacere. Un dialogo azzeccato; una trama coinvolgente; dei personaggi memorabili. Meglio stare lontani da tutti quei libri che hanno come scopo quello di educare e migliorare.

Sono io che decido di migliorare, se lo decido; e nessun libro o film può farlo se io non lo voglio.

La lettura di certi libri, non di tutti, dovrebbe illustrare la sola verità che dobbiamo fare nostra. Vale a dire che l’essere umano è un abisso, e la lettura non può mai essere fuga dalla realtà. Ma il modo migliore per raggiungere la realtà.

E non esiste al di fuori dell’individuo nessuna forza in grado di modificarlo, se lui non lo vuole. Infatti buona parte di noi, vive indossando una maschera.

Alla prossima e: Non per la gloria, ma per il pane.

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4 commenti

  1. “Si legge per piacere, e basta.”
    Mister Grey 😀 😀 😀
    (quello delle Sfumature, che non a caso ha acquistato la casa editrice dove lavorava la fidanzata sottomessa, che poi lo comandava a bacchetta…)
    (scusa, la doccia fredda stamattina non è stata sufficiente… certi libri – e film – fanno proprio male, non i libri che contengono le pistole… ma quelli che contengono le tartarughe! XD )

    "Mi piace"

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