Video – Il Manifesto di Dostoevskij. Ovvero…


foto marco freccero

 

di Marco Freccero – Pubblicato il 4 ottobre 2018.

 

Ma come? Fedor Dostoevskij ha scritto un manifesto? In che senso? Quando? Perché? E soprattutto: di che cosa si tratta?
Per trovare le risposte a queste domande c’è solo una cosa da fare: guardare il video.
Buona visione.

 

 

Ci sono libri che di fatto sono dei manifesti. Nel senso che spiegano perfettamente la visione che uno scrittore ha dell’essere umano.

Il libro in questione è “Memorie dal sottosuolo” e ancora una volta parliamo di Fedor Dostoevskij. L’editore è Garzanti mentre la traduzione è a cura di Emanuela Guercetti.

Ho detto Dostoevskij: giù il cappello!

Questo libro viene pubblicato nel 1864. Dopo 2 anni uscirà “Delitto e castigo”. Gli anni di prigionia passati a Omsk, e poi nella città di Semipalatinsk sono alle spalle. Così come sono alle spalle le idee socialiste; e l’Europa? Anche l’Europa in un certo senso è un concetto, una realtà che non ha più nulla da dire (se lo ha mai avuto). Fedor ha viaggiato e visitato Paesi e città (tra cui Genova, Milano e Firenze; la Germania e la Svizzera; poi Londra e Parigi). Ne ha ricavato un’opinione orribile: è un continente borghese, ignorante, stupido come una mucca, volgare e dissoluto. Da lì può venire del nuovo che non sarà mai buono (per la Russia).

Eppure se questa diagnosi definitiva tornerà sempre nei suoi scritti, Fedor da tempo ha compreso che è accaduto qualcosa all’uomo; almeno quello occidentale. Ma questa metamorfosi colpisce in pieno anche l’uomo russo. E decide di puntare la sua attenzione proprio sull’uomo russo. Mettendolo al centro della sua riflessione, del suo lavoro di scrittura, sviluppa meglio un’intuizione che aveva avuto mentre scriveva “Il sosia”.

La frantumazione dell’uomo, del suo io. Adesso tocca avere a che fare con un nuovo tipo di essere umano.

Il libro a ben guardare è una bordata ben studiata e calibrata contro il mondo “logico e razionale” che soffia da Occidente e seduce tante belle menti. Le élite russe si sono inchinate come canne al suo passaggio, e commosse guardano a esso come a un vento liberatore. In grado di liberare la Russia da tutto il vecchiume e l’arretratezza che Zar e religione hanno imposto come un giogo.
Se per l’Europa solo la logica è capace di costruire il paradiso terrestre su questa Terra, Fedor fa qualcosa di geniale (tanto per cambiare).

Il suo protagonista individua la grande malattia dell’uomo nella coscienza. Gli animali, che non l’hanno, sono felici, e sono felici perché non avendo una coscienza, seguono la logica.
Se ho fame, uccido l’antilope. Se non ho fame non uccido l’antilope. Questa è la logica della leonessa, e più o meno è la logica che seguono tutti gli animali privi di coscienza (ed è la loro fortuna).
L’uomo non è logico: 2 + 2 = 5.

Ma è qui che Fedor svela il piano ideologico che dall’Europa muove contro l’essere umano. Un piano che sostituisce la realtà con una sua rappresentazione ideologica alla quale si deve obbedienza cieca, pronta e assoluta. E il passo successivo è la rimozione della coscienza, vero ostacolo alla felicità.

Il protagonista di quest’opera da una parte denuncia l’eccezionalità dell’essere umano, e individua proprio in essa l’origine di tutti i guai: la coscienza. E d’altra parte implicitamente elogia la logica, sola e unica via per la felicità. Che deve passare per un omicidio, ovviamente: l’essere umano deve essere soppresso. La sua unicità rimossa, come se si trattasse di un cancro.

Ma che cos’è quello che spinge a dire che: “2 + 2 = 5”? La libertà. Per Dostoevskij quello che spira da Occidente non è affatto il vento della libertà, ma un vento che vuole uccidere la libertà dell’essere umano. Quello che si presenta come fulgida e meravigliosa occasione in grado di garantire agli uomini e donne della Russia la felicità in terra, è in realtà un disegno sottilmente eversivo. Perché desidera uccidere la libertà dell’individuo, considerata solo un elemento di disordine nel cammino che condurrà l’umanità verso l’autentica felicità.

Una felicità però che dovrà per forza di cose fare a meno della realtà; della coscienza; della libertà. Ma questo è un piccolo prezzo in vista del grande premio che attende tutti, senza distinzioni (purché accettino di perdere tutto, di annientare tutto ciò che rende l’essere umano unico).

La guerra contro l’essere umano è solo agli inizi…

Alla prossima e come sempre: non per la gloria, ma per il pane!


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2 commenti

  1. [L’Europa] è un continente borghese, ignorante, stupido come una mucca, volgare e dissoluto.
    Caspita, non è cambiato niente da allora…
    Anche se la Russia di Putin, vista da di qua, non è che brilli.
    Chissà cosa ne direbbe ora il buon Fedor.

    "Mi piace"

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