di Marco Freccero. Pubblicato il 13 novembre 2018.
Scrivere in due, d’accordo; ma passiamo adesso a dare un’occhiata anche al lato squisitamente pratico. Perché sino a ora gli articoli dedicati alla scrittura di un romanzo a quattro mani, hanno visto molta teoria; che è importante. Avere una pallida idea di che cosa si tratta; eliminare retorica e fantasie (“Che ci vuole? In 2 si fa prima!”) è di certo una buona cosa.
Ma la scrittura è fatta anche di “strumenti”.
Per esempio…
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Per suonare si usa la chitarra. Per comporre una musica in due, si registrano le note pensate e si fanno ascoltare al compare di musica.
Non ci si affida solo alla posta elettronica, ci si telefona e meglio ancora ci si incontra e si suona insieme il brano.
Che fare, quindi, per costruire insieme un romanzo a 4 mani?
Grazie alla tecnologia
La tecnologia che ci circonda, e che spesso critichiamo, a ragione, perché troppo invadente, spesso aiuta. Non solo nel campo lavorativo, ma soprattutto nella comunicazione tra le persone.
Certo, all’inizio del Novecento si poteva eccome scrivere un romanzo a 4 mani: si scriveva una bella lettera, la si imbucava, e si attendeva con pazienza la risposta.
Un po’ complicato, giusto?
Poi per fortuna la tecnologia progredisce ed ecco il telefono. Se Fruttero e Lucentini hanno scritto a 4 mani è stato (anche) grazie al telefono; ma probabilmente si saranno pure incontrati: a pranzo, a cena, durante un fine settimana.
Stephen King e Peter Straub hanno scritto “Il talismano”, e risolvevano i problemi anche incontrandosi, nella casa ora di uno ora di un altro, e parlando per ore e ore.
Insomma: adesso abbiamo a disposizione tutta una serie di strumenti semplici e a costo praticamente zero. Scrivere quindi a 4 mani diventa più alla portata di chiunque (stavo per scrivere “facile”, ma non c’è nulla di facile nella scrittura, figuriamoci poi se si è in 2).
Le mail non bastano
Per tutto il tempo della scrittura del nostro romanzo a 4 mani, ci siamo scambiati fiumi di mail, certo. Questo è ovvio e non varrebbe nemmeno la pena di scriverlo, giusto?
Ma le mail da sole non bastano. Ci sono momenti in cui si deve discutere faccia a faccia: il confronto diretto, il brainstorming immediato, fa nascere altre idee.
Si potrebbe usare il telefono, per la gioia del nostro gestore, ma con Skype si ha lo stesso risultato a zero spesa.
Chattare è già più immediato delle mail, che devono attendere risposta per poi riflettere e rispondere di nuovo. Ma sentirsi, parlarsi a lungo e discutere dei punti più importanti è un valido aiuto per supplire a una lontananza che impedirebbe il confronto. Confrontarsi. Proporre per scrivere nuovi capitoli o disfare il testo già scritto.
La storia giace
Buona parte di una storia infatti, dorme. Sonnecchia. Giace sepolta da qualche parte, e per riuscire a riportarla alla luce diventa necessario, se si è in 2, confrontarsi. È bene ricordare, ma ci sarà modo di parlarne ancora in futuro, che si tratta di una lavoro di squadra. Non c’è uno che decide e l’altro che obbedisce, quando si scrive una storia a 4 mani.
La scrittura a 4 mani è una interessante sfida a se stessi.
Quando si scrive da soli, si tende parecchio a “suonarcela e cantarcela”. Viceversa quando c’è un compare è giusto e quasi doveroso spiegare il perché di ogni singola scelta.
Perché questo dialogo?
Perché questo personaggio agisce in questo modo (e non in questo)?
Questo sviluppo è davvero necessario?
Questa reazione è conforme al carattere di questo personaggio?
Eccetera eccetera.
E non si dà pace
Ecco che possiamo capire, a questo punto, come la storia a 4 mani impone a chi si imbarca in una tale avventura, un metodo di lavoro differente. La storia, da qualche parte, giace e desidera emergere. Non si dà pace. Una storia a 4 mani ha esigenze, e pone sfide, più grandi di una “normale”. Chi decide di percorrere questa strada dovrebbe ben capire che è fondamentale mettere al centro e sopra tutto proprio la storia. Solo lei conta.
Sì, è sempre così, potrebbe osservare qualcuno. Forse vale ancora di più quando si lavora in coppia.Forse davvero l’unico modo per non finire fuori strada è ricordarsi sempre che si scrive solo per la storia, e basta.
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Più leggo questi post, più mi sembra meraviglioso ma anche miracoloso questo lavoro di scrittura a quattro mani. Perché penso che sia davvero complicato mettere insieme due teste, due modi di vedere la vita e la scrittura, due modi di ragionare e intendere anche le parole. Lo vedo nel piccolo quando mi confronto con dei beta reader, figuriamoci in un lavoro così massiccio. Insomma siete stati bravissimi e non si può che imparare tanto da quest’esperienza.
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Grazie 🙂
Sì, è stato impegnativo. Però divertente 😉
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confermo. Impegnativo. A volte divertente, a volte da ulcera nello stomaco. Ma per nulla facile. Già a stendere il canovaccio della storia non è semplice. L’idea non basta, perché bisogna rimpolparla con le storie.
Convengo con te. Una bella impresa.
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Avete fatto un grande lavoro, davvero complimenti sinceri!
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Grazie!
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Eh, adesso però sono ancora più curiosa. Vi mandavate e rimandavate il file del documento, con le note a margine? Come facevate a non perdervi qualche “versione”? Non avete pensato di usare un editor di videoscrittura online condiviso? (tipo Google Docs, che tiene traccia di tutte le modifiche e quale utente le ha fatte, oltre che avere i commenti e le modifiche runtime) 😀
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No, Google Docs no! Lì ti spiano, e ti rubano le migliori idee 🤣
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Domandona. Le grandi CE, guardano di buon occhio i lavori a 4 mani? (inteso scritti da perfetti sconosciuti, e non scrittori con una propria fama) e soprattutto, quando si tratta di provare a scrivere una Quadri logia? Le CE nel dubbio lasciano subito perdere? Grazie.
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Di questi tempi temo che le case editrici non siano interessate a questo genere di opere. A meno che gli autori non possano vantare qualche centinaia di migliaia di “followers” sulle reti sociali.
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Grazie della risposta. Ma intende che non sono interessati a opere a 4 mani o a progetti come quadrilogie in generale? (perché ad esempio a me l’Amica geniale è piaciuto molto. Non che voglia paragonarmi alla Ferrante, ma lei prima era già famosa?) Grazie.
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In questo periodo credo che le case editrici non siano interessate ad autori che non abbiano almeno 100.000 followers sulle reti sociali, come Instagram. Se gli autori li hanno, allora le case editrici possono (probabilmente) avventurarsi nella pubblicazione di un’opera a 4 mani. Ormai anche le grosse case editrici cercano quegli autori che facciano loro il grosso della promozione. Così risparmiano anche in questo settore.
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Grazie della risposta. Certo che centinaia di migliaia di Followers mi sembrano uno sproposito… come si fanno ad avere scrivendo libri? Cioè anche mettendo il libro gratis su wattpad la vedo davvero dura! Ma più che mettere il romanzo gratis non vedo cosa si possa fare… dei video? Boh.
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Qualcuno c’è riuscito. Ma sono pochissimi. Ci vogliono anni, e investimenti in denaro per la pubblicità. E poi investire (almeno) in un grafico per la copertina professionale, eccetera eccetera.
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