Oggi nel mio blog ospito Elena Ferro che ci parlerà di un suo interessante ebook: “Tecniche di oratoria”. Il sottotitolo recita: “Guida all’arte di parlare in pubblico”.
Perché? A che serve? Per quale ragione si dovrebbe essere interessati a una tale pubblicazione?
Potrei liquidare la faccenda affermando: continua a leggere l’articolo e lo scoprirai da te. Ma non sarebbe giusto. Se “ospito” un motivo ci sarà.
E “ospito” perché la buona comunicazione in questo mondo dove un sacco di gente non ha niente da dire, ma parla bene… È utile soprattutto per chi ha da dire “qualcosa” ma non sa bene come fare.
È uno di questi testi che aiuta sul serio. Non ha il piglio di certi “guru” che troviamo un po’ dappertutto. Ha la serietà di chi propone solo quello che ha “testato” sul campo.
Quindi?
Quindi: Buona lettura.
Che cos’è la comunicazione?
Troppo spesso quando si parla di comunicazione pubblica ci si trova davanti a modelli, tecniche o esercizi da praticare come se la comunicazione fosse una questione di emulazione, di riproduzione di schemi che, forse, funzionano e che ci vengono proposti proprio per essere replicati.
La comunicazione per me è altro. Significa capacità di veicolare un punto di vista originale sul mondo attraverso la produzione e comunicazione di contenuti di qualità, che arrivino alle persone grazie alle emozioni che sono capaci di suscitare.
Soltanto un contenuto che genera e porta con sé emozioni può essere ‘fissato’ nell’immaginario di chi ci ascolta.
Il mondo della comunicazione verbale è affascinante perché mette in gioco molto più di qualche tecnica prêt-à-porter: pone in valore noi stessi. Per questo occorre approcciarsi ad esso con cautela e consapevolezza.
Non comunichiamo solo fatti o opinioni, ma la nostra individualità, il nostro vissuto, ovvero la cosa più preziosa che possediamo.
Le parole che pronunciamo, specie a un primo incontro, sono il nostro biglietto da visita.
Quante volte abbiamo sottovalutato questo primo approccio? O abbiamo buttato via occasioni impagabili che forse non torneranno più, soltanto perché impreparati o congelati dalla paura di affrontare un pubblico, una discussione, un confronto?
Tecniche di oratoria – Guida all’arte di parlare in pubblico
Imparare ad accettare queste sfide e vincerle è la ragione per cui ho scritto Tecniche di oratoria. Guida all’arte di parlare in pubblico.
Definisco il public speaking «arte di parlare in pubblico» perché nell’arte si veicolano messaggi carichi di emozioni. Pensate a un dipinto, o a un’immagine forte. L’insieme di contenuti, colori, sensazioni, ricordi, emozioni vi raggiunge immediatamente non appena la osservate con attenzione. E se il pittore ha fatto un buon lavoro, vi resterà impressa a lungo. In una comunicazione verbale pubblica o privata, deve succedere lo stesso, mettendo in equilibrio le emozioni e i contenuti. Il giusto equilibrio tra pathos e logos, ovvero tra il peso delle parole che pronunciamo, il loro significato e le emozioni o, se preferite, i sentimenti con cui le esprimiamo.
La parola, ovvero logos, il linguaggio, svolge una funzione fondamentale nelle relazioni tra le persone e ne determina la funzionalità. Saper parlare in pubblico significa un grande vantaggio nella capacità di relazionarsi con gli altri. L’appropriatezza del linguaggio richiede cura dei contenuti e serietà. Viviamo ciò che stiamo esprimendo o parliamo di esperienze, idee altrui? Logos esprime ciò che abbiamo vissuto e viviamo a proposito di quanto stiamo sostenendo. È in stretta correlazione con il pathos, ovvero l’emozione, che caratterizza la qualità della nostra comunicazione. Pathos, l’emozione e logos, la parola, devono essere in equilibrio.
Chi si fiderebbe di qualcuno che si esprime correttamente ma non comunica emozioni?
Quando pathos e logos non sono in equilibrio lo percepiamo da subito, sin dalle prime battute. Fateci caso, la prossima volta che ascoltate qualcuno parlare. Se chi sta parlando non “sente” o non ha vissuto o non crede in ciò che sta dicendo lo si percepisce subito. Il corpo non mente.
Non si tratta di processi espliciti, è la nostra mente che percepisce il disallineamento tra pathos e logos, una sorta di incoerenza interna che in qualche modo esprimerà, anche senza rendersene conto.
Non censurare le emozioni
Quando mi trovo davanti a professionisti della comunicazione che forniscono facili soluzioni o modelli predefiniti da seguire, resto in allerta perché non è utile trascurare l’emotività individuale, in quanto parte del più complesso processo comunicativo. Ecco perché nel manuale insisto affinché le emozioni non siano censurate ma messe in valore.
Lavorare sull’accettazione delle nostre emozioni, come la paura o l’ansia di parlare in pubblico, è il primo passo su cui, se seguirete il percorso del manuale, sarete chiamati a lavorare. Ma anche il più grande regalo che potrete farvi per riuscire a condurre una vita professionale ed emotiva più soddisfacente, in ogni campo della vostra esistenza.
Se dunque per molto tempo avete pensato «A che serve saper parlare in pubblico se non mi capita mai? Se dovesse capitarmi, mi arrangerei in qualche modo» o qualcosa del genere, allora forse la metafora del pittore ha ancora qualcosa da raccontarvi, se la analizzate più a fondo.
Pensate a quando dovete sostenere una discussione in ambito familiare o professionale, o in un contesto legale, o durante una riunione di condominio o a scuola, con i professori dei vostri figli. Sono situazioni in cui di sicuro vi sarete già trovati o vi ci troverete, prima o poi. Siete certi che possedere la capacità di gestire una buona comunicazione pubblica non serva a nulla in occasioni come queste? Quante volte vi siete mangiati le mani per non aver saputo dire la parola giusta al momento giusto?
La parola giusta al momento giusto
Conoscere e utilizzare le tecniche di oratoria può rivelarsi molto utile anche per chi esercita la nobile arte della politica, intesa come impegno amministrativo, sociale, al servizio della vostra comunità. Sono ambiti delicati in cui esprimersi correttamente e in modo efficace è fondamentale per veicolare il proprio messaggio in modo adeguato.
Quando incontro qualcuno che deve intervenire a qualche riunione e mi confessa la sua preoccupazione, lo incoraggio sempre con una frase come questa:
«Sarebbe un peccato sentire dentro di sé tanto valore, conoscenza, esperienza, e non poterla condividere con gli altri.»
Il vostro punto di vista potrebbe essere proprio ciò che si rivela capace di sbloccare una determinata situazione o risolvere un problema. Ci avete mai pensato?
Ciò che abbiamo dentro è qualcosa di originale che nessun altro può avere, sentire, possedere. Se impariamo ad esprimerci in modo appropriato, facciamo un servizio a chi ci ascolta ma anche a noi stessi.
Trovate la giusta fiducia e offrite senza indugi il vostro punto di vista.
Fatevi questo regalo per il 2019.
Il manuale vi aiuterà, ma è ciò che avete dentro a fare la differenza.
Buon lavoro dunque.
Non abbiate paura delle emozioni, non reprimetele, non ignoratele.
Fate in modo che esse diventino parte della vostra strategia vincente
Come acquistare Tecniche di Oratoria – Guida all’arte di parlare in pubblico
La pagina dedicata sul blog Volpi che camminano sul ghiaccio
https://www.elenaferro.it/parlare-in-pubblico/
Link alla rubrica Tecniche di Oratoria sul blog
https://www.elenaferro.it/libri-racconti-storytelling/tecniche-di-oratoria/
Su Youcanprint
Su Amazon
Su IBS
https://www.ibs.it/tecniche-di-oratoria-libro-elena-ferro/e/9788892660625
Su Google Books
Su Apple Books
https://itunes.apple.com/us/book/tecniche-di-oratoria/id1252934316?mt=11
Mi chiamo Elena Ferro, ho cinquant’anni e ho dedicato la mia vita al sindacato.
Ho svolto incarichi politici e amministrativi, fatto ricerca come antropologa dello sviluppo e approfondito le tematiche della comunicazione verbale e non verbale.
Ho pubblicato un diario di viaggio a Cuba Il futuro di Cuba c’è, un romanzo, Così passano le nuvole, e il manuale Tecniche di Oratoria. Guida all’arte di parlare in pubblico.
Volpi che camminano sul ghiaccio è il mio storytelling on line.
Nel tempo libero leggo, scrivo, navigo a vela, cammino in montagna e viaggio, ovunque mi capiti.
Il mio obiettivo è arrivare dove desidero godendomi il viaggio.
Pubblicazioni:
– Il futuro di Cuba c’è, autopubblicazione. Scritto tra il 2005 e il 2006, racconta un esperienza di viaggio.
Disponibile anche in castigliano. In vendita in tutte le librerie online in formato e-book.
“Attraverso un incredibile viaggio nell’autentica provincia cubana, due donne vanno alla scoperta della vita quotidiana, della scuola, dell’attenzione alla salute e alla prevenzione, del cibo e dell’ironia di Cuba. Scopriranno un popolo che si prepara a scavalcare il muro che lo difende e allo stesso tempo lo separa dal resto del “mondo occidentale”.. Il Futuro di Cuba C’è è un reportage in bilico tra il racconto giornalistico e l’appunto del cuore, oggi ancora attualissimo, anche dopo le dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti. E la tesi sostenuta dall’autrice si rivela in tutta la sua forza: il futuro di Cuba c’è, anche senza Fidel”.
– Così passano le nuvole, Edizioni Effedì 2014
“Esordio narrativo per l’autrice torinese Elena Ferro, in un libro che intreccia le vicende della protagonista con scorci di una Torino inedita e sensuale.
Luce è una donna manager bella e intelligente, ai vertici di una grande multinazionale che a Torino gestisce i servizi idrici dell’area metropolitana.
Una vita sulla cresta dell’onda, quasi perfetta se non fosse per qualche difficoltà nelle relazioni con gli uomini. E quando l’amore (e la politica, suo malgrado) irrompono nella sua vita è costretta a procedere, a testa bassa, verso una meta che non riconosce più.
Fabio è il fratello,crepuscolare, incerto, docente precario sul quale sta per abbattersi qualcosa che cam- bierà radicalmente la sua esistenza.
Sarà proprio il dolore che incombe su di loro che invece di travolgerli gli darà la forza e il coraggio per cambiare direzione e cominciare a vivere, davvero, la propria vita.
Scegliendo l’unica soluzione possibile: essere fedeli a se stessi”.
contatti:
Come commentato in altri blog questo libro può essere un grande aiuto per le timide come me che si impanicano a parlare in pubblico!
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Oppure… Si può sempre aprire un canale su YouTube 😉
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Grazie Giulia, lo spero davvero! Fammi sapere se ti ha aiutata!
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Io il libro l’ho trovato molto pratico e attualizzabile. Tra i consigli più azzeccati quello che anche nel post viene menzionato: non censurare le emozioni. Sono proprio queste e le sottili sfumature che creano in ciascuno di noi a rendere l’oratoria interessante e avvincente.
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I robot non sono granché abili a parlare in pubblico 😉
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Penso sia il carattere distintivo del manuale. Quando l’ho scritto non me ne sono resa completamente conto, ma ora… Grazie Nadia
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Parlare in pubblico non è mai facile, anzi tutt’altro. Da quello che capisco più guida è un documento pratico scritto da chi ha affrontato più volte il pubblico per esporre e confrontarsi.
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Esatto!
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ne so qualcosa 😀
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Si Gianpaolo, è proprio così. Detesto i guru e non sono ancora pronta per un trattato sulla comunicazione pubblica. Volevo solo aiutare le persone, per questo l’ho chiamata Guida!
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mai creduto ai guru. Parlare in pubblico richiede concentrazione e tanto esercizio, ascoltando anche gli altri.
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[…] Correte a leggere il resto sul blog di Marco cliccando qui! […]
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L’approccio di Elena all’argomento mi piace proprio, nel suo libro come nelle varie tappe del suo blog tour. Un testo di questo tipo ti lascia qualcosa di utile anche quando non ti sembra di metterlo alla prova. Grazie a entrambi gli… ospiti (ma perché in italiano si deve chiamare “ospite” sia chi ospita che chi è ospitato? Non me ne farò mai una ragione…) 😉
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Puoi chiamarmi “oste” 😃
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Allora skol! 😉
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Ciao Grazia, è colpa del latino hospes che alludeva ai reciproci doveri di ospitalità. Interessante non è così? Grazie per l’apprezzamento per ila mii lavoro. Come hai inteso, non si tratta di una parentesi scrittoria ma di un “esercizio” che dura da una vita 😜
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Confermo che è un’ottima lettura, molto utile per superare il primo approccio e per governare la paura del parlare in pubbico😊
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Grazie Rosalia 🤗
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Sottoscrivo!
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Ecco uno degli aspetti più difficili della comunicazione: saper conciliare contenuto e capacità di esprimerlo. Da ragazzina ero timidissima (lo si rimane sempre, in verità) e avevo dentro di me un universo complesso, emozioni, ma non riuscivo a esprimerle a meno di non trovarmi in contesti come un’interrogazione ben congegnata. Fu un mio grande limite.
Avrei dovuto avere allora questo manuale. 🙂
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Oppure: aprire un canale YouTube 😉
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Lo rimando inietro nel passato con la macchian del tempo!!! :*)
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Il problema più limitante, in base alla mia esperienza, sorge quando il pathos, ancorché in comunione d’intenti con il logos, si ostina a celare questa sorta di tacito accordo e manda avanti il logos, che pertanto si ritrova scompagnato e allo sbaraglio (sintomo evidente di ciò è la classica “paralisi di Bell” che vincola l’oratore a una totale inattività della mimica facciale, altrimenti detta detta “inespressivismo da mi sto cag…ndo sotto” o “sindrome della faccia di manichino” meglio nota come “sindrome di Clint Eastwood” 😀 ).
Se il manuale di Elena aiuta a superare questa empasse vale più oro di quanto pesa.
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Beh, io ho scritto il manuale proprio per questo! Pare che abbia funzionato, almeno stando ai ritorni che ho ricevuto da chi lo ha letto…
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[…] Dopo una beve pausa natalizia, anticipata dalle felici ospitate presso le amiche Nadia Banaudi, Maria Lucia Ferlisi e Grazia Gironella, il tour è ripreso con l’intervista di Silvia Algerino e il guest post da Marco Freccero. […]
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