Pubblicato su YouTube il 7 febbraio 2019. Ripubblicato nello stesso giorno su questo blog.
Già, che cos’è l’Occidente? E può un libro rispondere a una simile domanda? No di certo; ma un libro può aiutare a capire.
Buona visione!
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Parliamo un poco di Occidente.
Che cos’è?
Esiste, oppure è solo una comoda definizione geografica?
Un definizione geografica che non ha più ragione di esistere, e che anzi, è sinonimo di guerra, colonialismo e schiavitù?
Già: perché gli altri popoli e civiltà hanno sempre e solo coltivato rose, vero?
Per provare a fare chiarezza sull’Occidente, meglio cominciare col leggere questo ebook (ma esiste anche cartaceo): “Genealogie dell’Occidente”. Argomento complessissimo che un libro non può certo esaurire, e che per questo offre alla fine, una buona bibliografia per chi desidera approfondire l’argomento.
Inoltre gli autori sono Franco Cardini, Giacomo Marramao, Paolo Branca, Daniela Falcioni, Georges Corm e Alastair Bonnet. L’editore è Bollati Boringhieri.
Sì, il concetto di Occidente, e di Occidente con la missione di rendere il mondo un posto migliore nasce nell’Ottocento, quando c’è da colonizzare il mondo.
Il bello è che gli altri, i cinesi o gli arabi già ci definivano occidentali da almeno un secolo, senza che noi ce ne rendessimo ben conto. Ai loro occhi, quindi, c’erano eccome degli elementi comuni, dei tratti che ci definivano, e ci definiscono, senza dubbio come “occidentali”.
Ci vorrà la Seconda Guerra Mondiale per spedire in soffitta l’idea che noi portiamo la luce nel mondo; il nazifascismo e i suoi orrori spazzeranno via queste idee.
Ma non chiude affatto la faccenda. Semmai la apre da una prospettiva differente.
Per esempio: quale Occidente? Semmai ci sono più “Occidenti”. E questi Occidenti si sono sempre definiti tali solo perché c’è sempre stato un Oriente, anzi: più Orienti.
Può sembrare banale ma è così: Atene che si oppone ai Persiani (lo abbiamo studiato sui libri di Storia, vero?) è il primo esempio di quella contrapposizione che ritroviamo anche ai nostri giorni.
I Greci non volevano sottomettersi perché erano individui liberi, contro le masse asiatiche sottomesse al desposta di turno.
George Bush Junior attacca l’Iraq per portare la libertà e la democrazia. Sono passati millenni, ma in fondo è come se fossero passati pochi anni.
Da una parte e dall’altra si è proceduto con l’idea che, per esempio, l’Oriente è spirituale, e noi materialisti. Ma in realtà è uno stereotipo forgiato in Oriente da artisti come Tagore.
Il ritorno alla semplicità della terra, alla spiritualità che lui e non solo lui, ha proclamato contro la tecnica senza cuore e senza spirito, si iscrive in quel discorso un po’ banale che non rompe affatto schemi o pregiudizi, ma li ripropone in una confezione nuova ed elegante. Seducente.
Anche perché di spiritualità l’Occidente ne ha da vendere.
In Giappone nell’Ottocento si proclama che il Giappone deve sganciarsi dall’Asia e seguire l’Europa. Questo perché la forma di comunità, di stato del Giappone non premia affatto i meritevoli, come succede invece in Occidente, ma solo i nobili. I ricchi.
Il concetto di merito salverà il Giappone, si dice.
Anche se molti dicono che nell’Ottocento inizia l’eclissi del Cristianesimo, è proprio in quel secolo che ci si interroga sulla sua funzione nel forgiare il concetto di Occidente. Perché è il Cristianesimo che crea l’“individuo”, estraneo alle altre culture, dove c’è o Dio, oppure la famiglia, ma l’IO non esiste. Si parla sempre e solo di noi, della famiglia. Del gruppo.
Ed è ancora il cristianesimo che uccide la magia delle religioni politeiste e introduce il concetto di ragione nel mondo. Come dicono Max Weber ed Hegel. Ma proprio i lavori di queste due personalità tradisce la natura policefala dell’Occidente. Non ne esiste affatto uno, ma diversi.
Infatti sia Hegel che Weber parlano del cristianesimo protestante, non parlano di quello cattolico e nemmeno di quello ortodosso. Perché? Perché in entrambi ci sono i miracoli, che i protestanti considerano magia.
Ogni popolo europeo in fondo si è costruito il suo Occidente; ad alcuni ha dato maggiori opportunità; successi più grandi. Anche catastrofi, perché quel pensiero di Hegel e Weber, e di altri, ha aperto la strada al concetto di superiorità, che hanno garantito al nazismo la strada per il potere.
Benché sia un libro tutto sommato scorrevole e piacevole (a parte il contributo del filosofo Marramao che probabilmente è un po’ ostico), questa è una lettura che permette di avere un’idea abbastanza precisa e corretta di che cosa siamo. Delle qualità che noi abbiamo, che ci siamo dati, e che abbiamo poi utilizzato volentieri per guardare gli altri dall’alto in basso.
Ma attenzione: l’Occidente non finisce affatto. Non solo perché in Asia se ne sta creando un altro, di stampo cinese. Vale a dire zero libertà individuali, ed economia ruggente e aggressiva.
Soprattutto perché l’insieme dei valori nati in questo continente grande come un’unghia, e di cui tutti parlano male o bene, ha e avrà ancora parecchio da dire.
Alla prossima e: non per la gloria, ma per il pane!
L’occidente ha creato molti mali, ma forse anche qualcosa di buono. Il punto è: dove pende il piatto della bilancia?
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Direi che alla fine sono più i pregi che gli errori (comunque enormi).
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dipende dall’angolo di visione. Dal nostro punto di vista abbiamo molti pregi e gli altri sono in arretrato. Dal punto di vista degli altri sembriamo arroganti e prepotenti.
Più o meno che si desume dalle tue parole.
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Be’, sì. Più o meno è così.
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😀
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Complimenti! Mi piacciono molto queste recensioni video, che risultano davvero molto piacevoli specialmente perché accompagnate dalla tua gestualità. 🙂 Mi hai fatto venire in mente anche il concetto del “fardello dell’uomo bianco” teorizzato da Rudyard Kipling come giustificazione alla missione civilizzatrice dei bianchi. Credo che nell’Ottocento siano nati molte pericolose teorie (come quella del darwinismo sociale) su alcune questioni che poi hanno avuto il loro più triste sviluppo nel colonialismo e nel totalitarismo del secolo successivo.
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Grazie!
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