di Marco Freccero. Pubblicato su YouTube il 21 febbraio 2019. Ripubblicato su questo blog nel medesimo giorno.
Quest’oggi parliamo di… Tolkien e del suo “Lo Hobbit”.
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Un libro come “Lo Hobbit” di Tolkien può essere tranquillamente liquidato come un libro da leggere (forse); come un libro per bambini; o come un libro di genere fantasy.
Probabilmente il giusto “livello” di lettura sta nel libro per bambini; e qui molti penseranno che voglia sminuirlo. Ma altrettanti potrebbero osservare che sto tentando di riportare al suo posto un libro tutto sommato modesto.
Peccato che io quando dico “libro per bambini” intenda elevarlo; piazzarlo molto, ma molto in alto.
Soltanto un mondaccio come il nostro, che ama le soluzioni facili, può considerare un libro per bambini un sotto-prodotto.
Tolkien ha 24 anni quando come tenente dell’esercito britannico è fante nella battaglia della Somme (un fiume che scorre nel nord della Francia). Una delle più sanguinose della Prima Guerra Mondiale.
Iniziata il 1° luglio del 1916, terminerà il 18 novembre di quell’anno. I morti da entrambe le parti (tedeschi che attaccavano, francesi e inglesi che difendevano), supereranno di molto la cifra di un milione (probabilmente, poco meno di 1 milione e trecentomila morti). Più o meno è come se gli abitanti delle province di Imperia, Savona e Genova, morissero nel giro di circa 4 mesi.
E sia chiaro: non è il costo della guerra tutta: bensì di una sola battaglia.
A questo punto sarebbe semplice pensare che una volta sopravvissuto alla guerra, Tolkien se ne torni nel Regno Unito e si inventi la Terra di Mezzo per non vedere l’orrore del campo di battaglia.
Oppure: per “sublimare” quanto gli occhi avevano visto e la mente registrato con precisione.
Forse; possiamo anche affermare che è senz’altro così. Anzi: spingiamoci oltre e diciamo che entrambe queste motivazioni sono “ottime e abbondanti”. Però ce n’è un’altra, e forse più di una.
La prima, che viene ribadita più spesso e sulla quale tutti i pareri concordano.
Bilbo Baggins se ne sta tranquillo nella sua casa, nella Contea. Nelle sue vene scorre ancora il “ricordo” di avventure vissute dai suoi avi; ma è un ricordo. Di fatto viene “tirato dentro” a un’avventura; ne sente il fascino, la forza, ma la cuccuma del caffè è sempre seducente. Non va a cercare l’avventura, sta bene dove sta. Esattamente come è successo ai contadini e agli operai inglesi che si sono trovati nelle trincee senza ben capire il motivo. Ma che hanno deciso di fare il loro dovere.
La prima lezione: a volte non importa dove sei, dove stai. Gli avvenimenti vengono a cercarti, si presentano alla porta di casa tua e ti portano con loro.
Ma io credo che Tolkien abbia scritto lo Hobbit per l’oro. E che questo argomento sia stato poi ampliato e meglio definito nell’opera successiva. Ne “Il signore degli Anelli”.
Che cosa rappresenta l’oro? Esatto: da sempre è sinonimo di potere. E il potere non attira solo i corrotti (per esempio il drago).
Ma anche i “buoni”. Sia chiaro: i nani non sono affatto buoni. Sì, sono valorosi, precisi, grandissimi camminatori, abili guerrieri e artigiani. Ma hanno parecchi difetti. Badano soprattutto al loro tornaconto.
E infatti che cosa accade? Thorin Scudodiquercia si corrompe. Dopo che il drago è stato abbattuto e i nani tornano in possesso del tesoro nella montagna, il loro valoroso capo sembra perdere il lume della ragione. Gli altri nani un po’ se ne vergognano; ma è il loro capo.
La lezione che Tolkien vuole proporre con questo libro è tutta qui. Il potere corrompe: tutti. Pochi possono gestirlo (il drago; Thorin), perché è per pochi. Il potere esclude sempre, il potere crea divisione, crea fratture, disuguaglianza; altrimenti non è potere, è uno scherzo.
Soprattutto questa storia cerca di abbattere la grande illusione che se lo gestiamo “noi” (e in questo “noi” non ci sono solo i nani), allora non faremo come “essi” (e in “essi” non c’è solamente il drago).
Tolkien su quel campo battaglia non ha soltanto partecipato a uno degli scontri più cruenti del Novencento.
Ha percepito la verità sul potere, e ha trascorso il resto della sua vita, non certo tutto, a riflettere sulla sua natura. Se molti altri autori decideranno di “giustificare” il potere, e poi si getteranno a capofitto nel nazifascismo, appoggiandolo ed elogiandolo.
Tolkien sembra dire che ogni potere è prevaricazione e violenza, sempre. E che c’è solo una cosa da fare: starne alla larga.
Alla prossima e come sempre: Non per la gloria, ma per il pane!
Per un attimo ho temuto… eh no Freccero, attento, non mi toccare Tolkien, sai!! 😀
Applauso invece! E’ “solo” un libro per bambini. E’ “solo” il padre di tutto il fantasy.
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Quindi… Ho rischiato la VITA? 😅
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Ma si sa che gli scrittori hanno una vita pericolosa 😀 😀 😀
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Ah, allora non dicevi a me. Io sono un raccontastorie, non uno scrittore. 🤣
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L’ho letto tanti anni fa e, rispetto a Il Signore degli Anelli, è meno complesso, meno lungo anche. Quindi la penso come te, è un gran libro per bambini e ragazzi.
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Grande Marco. Una rilettura de Lo hobbit da applausi. 🙂
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Grazie! (La solita esagerata però).
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non molto convinto del ‘solo libro per bambini’. Forse più fruibile della trilogia del Signore degli anelli, del Silmarillion ma resta pure un testo che va oltre le sue parole perché trasmette un messaggio chiaro: la lealtà verso il capo, il rispetto delle regole. Un bambino, secondo me, fa fatica a leggere tra le righe quello che Tolkien vuole trasmettere. Letto e riletto non mi stanco mai, perché è veramente un Signor Libro e Tolkien un Signor Scrittore.
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È vero che un bambino non riesce a percepire tutto quello che c’è “tra le righe”. Ma forse qualcosa comunque penetra, e resta…
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forse ma dubito. Hobbit è un libro ‘facile da leggere’ – rispetto agli altri di Tolkien – ma si corre il rischio di rimanere in superficie se non si fa attenzione alle sfumature. Il ‘fantasy’ può giocare brutti scherzi al lettore disattento
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E secondo te i bambini sono disattenti? Mmmm. 😉
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Per bambini cosa intendi? Quelli fino a dieci/undici anni oppure quelli più vecchi?
Secondo me sono più interessa a whatsapp che a l?Hobbit.
O.T. sto leggendo punch al rhum ma ho la conferma che l’autore non è dei migliori. Un testo che non è né carne né pesce ovvero non è un thriller, un giallo, un noir e ha l’azione che fa addormentare. E non è l’unica pecca. Speriamo che la seconda parte sia migliore
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Intendo un po’ tutti 😉
Praticamente per te Elmore Leonard è un po’ come i russi 😀
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Una piccola differenza riesco a superare lo sconforto della lettura dei russi 😀
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Vado a guardarti su YouTube
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Grazie!
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La curcuma nel caffè? 😯. Ho letto lo Hobbit molti anni fa ne conservo un’opinione menorah entusiasta de Il Signore degli anelli ma sempre positiva. Sono d’accordo con Newwhitebear : non è un libro per bambini ma al limite per ragazzi appassionati di avventure. Molto interessante e efficace la ricostruzione storica delle contesto in cui ha scritto. Bravo, come sempre
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Grazie!
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Mi piace sempre molto quando parli di libri. 🙂 La battaglia della Somme fu terribile davvero, uno dei massacri più orrendi del Novecento… e ve ne furono parecchi, come si sa. Purtroppo, anche se si sta alla larga dal “potere”, ti viene sempre a cercare: è nella natura dei potenti ampliare la cerchia delle loro vittime!
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Eh sì, non si scappa dal potere. Forse l’essenziale è capire che “ci” usa, non lo usiamo mai…
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Molto belle e calzanti queste tue riflessioni su Lo Hobbit, che non leggo da troppo tempo. Ho sempre trovato una grande profondità in Tolkien. Mi piace molto anche la sua risposta a un critico che gli rimproverava di scrivere letteratura di evasione quando al mondo occorreva impegno: “L’evasione del prigioniero non va confusa con la fuga del disertore.” Un grande, secondo me.
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Grazie.
Non conoscevo quelal risposta, ma è di un grande (ma questo lo sapevo). Prossimamente volevo attaccare proprio Il Signore degli Anelli…
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Non scrivo più, non leggo blog, sono praticamente sparita (o così sembra) Ma stavolta devo tirare fuori la testa per dirti quanto mi è piaciuto questo tuo video. E complimenti per la crescita del tuo canale, te la meriti tutta.
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Grazie!
Ho notato la tua assenza. Spero che comunque tutto vada per il meglio.
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