di Marco Freccero. Pubblicato su YouTube il 7 marzo 2019, e ripubblicato su questo blog il medesimo giorno.
Georges Bernanos scrisse questo libro per denunciare quanto accadde durante la guerra civile spagnola. Altri autori (Orwell, Hemingway) hanno scritto e descritto quanto accadde nella penisola iberica, ma questa opera è rimasta un po’ nell’ombra.
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Nel 1936 in Spagna scoppia la guerra civile che durerà 3 anni provocando un numero di morti che alcuni indicano in mezzo milione, altri in un milione; altri ancora in 300.000.
Allo scoppio del conflitto lo scrittore francese Georges Bernanos è nell’isola di Majorca, e in principio appoggia con convinzione i nazionalisti del dittatore Francisco Franco.
Ben presto cambierà idea.
“I grandi cimiteri sotto la luna” è il libro che Georges Bernanos scrisse per ricordare che cosa accadde in Spagna. L’editore è SE mentre il traduttore è Giacinto Spagnoletti. Questa edizione contiene anche una lettera che la grande filosofa e mistica Simone Weil scrisse allo scrittore francese.
Un libro importante per questo scrittore che si era sempre dichiarato monarchico e fiero avversario della democrazia, e tale resterà sino alla fine dei suoi giorni. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, da lui vissuta in esilio in Brasile da cui aveva comunque collaborato con la resistenza francese, il generale De Gaulle cercherà di convincerlo a entrare a far parte del Parlamento. Senza successo.
Un libro che alcuni prelati cattolici (Bernanos era cattolicissimo) cercheranno di proibire, ma ci vorrà il Papa per mettere a tacere queste richieste.
Bernanos, che aveva avuto simpatie per l’estrema destra francese, scrive questo libro per mettere sul banco degli imputati anche il clero spagnolo.
Le persone “sparite”, e poi ritrovate il mattino dopo con la testa fracassata sulla strada, non possono essere considerate come morti necessarie per riportare la Spagna al cattolicesimo. I preti che si compiacciono dell’altissima partecipazione ai sacramenti degli spagnoli, quando ormai tutto è finito, non stanno servendo, dice Bernanos, la Chiesa. Ma solo il generalissimo Franco.
Tra i tanti episodi descritti da Bernanos, ce n’è uno che forse merita una menzione particolare.
Bernanos cita un’intervista ad alcune suore che avevano un educandato per ragazze, vuoto perché quando accadono questi avvenimenti è estate. L’edificio viene occupato dai “rossi”, i comunisti insomma, e lo trasformano in un ospedale.
Tra di essi c’è un sudamericano, che si dichiara sì comunista, ma cattolico, e le rassicura. A loro non accadrà nulla di male, e sparerà al primo che ci proverà. Per due giorni quest’uomo le aiuta, provvede a loro e alle loro necessità, si fa in quattro per servirle nella cura dei feriti.
All’alba del terzo giorno si sentono degli spari. I comunisti fuggono abbandonando i feriti. Sono i “liberatori” che stanno arrivando, quelli di Franco. E questi non perdono tempo: regolano i conti con i feriti. Vale a dire li uccidono tutti. Il sudamericano che aveva protetto le suore è l’ultimo a essere trucidato. E le suore?
Pregavano il cielo perché aiutasse i liberatori nella loro opera.
Bernanos racconta inoltre di aver incontrato il giornalista che aveva raccolto questa testimonianza, e di aver chiesto spiegazioni. Costui, dopo qualche giorno, aveva scritto un nuovo articolo che attaccava le “anime generose” come Bernanos (adesso si direbbe: i buonisti), indignate per la guerra definita “santa”. Non bisogna andare tanto per il sottile, era il messaggio finale. In guerra: Guai ai vinti!
Un libro da leggere, anche per scoprire una pagina di storia europea che abbiamo velocemente dimenticato. Europa vuol dire anche: non voltare le spalle alla nostra storia.
E poi per riscoprire un autore francese che molti anni fa avevo letto, poi abbandonato, e che forse merita qualche approfondimento ulteriore.
Che ne dici? Conosci Georges Bernanos?
E ribadisco: al termine del libro, che io ho in versione elettronica, c’è una lettera di una delle menti, delle donne più enormi del Novecento: Simone Adolphine Weil.
Al prossimo video e: Non per la gloria, ma per il pane.
Un libro importante che non conoscevo. Grazie
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Di nulla!
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Non conoscevo questo autore, ma Simone Weil sì. Ci sono pagine di storia spesso dimenticate che vale la pena ricordare. Bravo Marco.
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Grazie!
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un libro su una guerra dimenticata. Una guerra dove le atrocità erano all’ordine del giorno
Vale la pena dileggere.
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Sì, sarebbe bene che le persone rileggessero (o leggessero) certi libri.
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