Attenzione: The Legacy Tour in partenza (Prima tappa Padova)


the_legacy_tour_una_trilogia_da_ricordare

 

 

 

di Marco Freccero. Pubblicato il 1° aprile.

 

 

 

 

The Legacy Tour ha uno scopo: chiedere ai miei lettori che cosa ha lasciato loro la lettura della Trilogia delle Erbacce. E adesso, anzi oggi: si parte.
Come sarebbe a dire: si parte?

Perché qui nessuno si muove da casa sua. Nessuna parte e va da qualche parte. È, in un certo senso, un tour “immobile”. Quindi, che cosa fare? Be’, anche se si tratta di un “tour immobile”, credo che si possa viaggiare ugualmente. Ma come?

Semplice: grazie al carburante che hanno fornito, e forniscono, i lettori della mia Trilogia delle Erbacce. Sono infatti loro a permettere al Legacy Tour di funzionare. 

Ho scelto loro per capire quale “eredità” hanno lasciato i miei racconti in quanti hanno scelto di acquistarli, e leggerli. E oggi iniziamo a viaggiare.

 

 

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Sì, è possibile viaggiare anche restando a casa. Per questa prima tappa per esempio ce ne andremo nella città di Padova, dove vive Barbara Businaro, scrittrice in incognito.

Chi è costei? 

Innanzi tutto gestisce il blog Webnauta. Per saperne di più il sistema migliore è quello di leggere la pagina del suo blog dove spiega un po’ nel dettaglio chi è e che cosa fa.

Lei vive a Padova. 

Ricordo di esserci stano agli inizi degli anni Novanta. A quei tempi lavoravo come operaio in una piccola impresa della provincia di Savona. Un giorno mi dissero che con altri, sarei partito nel giro di qualche minuto per quella città. Per quale ragione? 

Per andare a smontare lo stand dell’azienda all’interno della fiera di Padova. Quando arrivammo, io e i miei colleghi, la fiera era ancora in corso (ma stava finendo). 

Con le guardie giurate che ci alitavano sul collo, perché facessimo presto, smontammo in fretta e furia lo stand. Poi cenammo (una pizza) in un ristorante (non ricordo il nome), e poi ripartimmo per casa.

Come vedi, quello che so di Padova è davvero poco.

Ma non importa.

Il bello del Legacy Tour è che ogni lettore può agire per renderlo lungo e avvincente; e senza consumare gasolio o benzina!

Adesso vediamo un po’ le risposte di Barbara Businaro. Le domande? Ci sono pure quelle!

  1. Come hai scoperto la Trilogia delle Erbacce?

Per curiosità. Ho letto un commento dell’autore in non ricordo quale blog, mi incuriosiva il suo stile e volevo saperne di più.

Questo dimostra una piccola cosa: quanto sia importante la dimensione “sociale”. Sì, si dice, si ripete, si scrive spesso che siamo nell’epoca delle reti sociali e che lo scrittore, soprattutto indipendente, deve uscire dalla sua “bolla” se vuole essere letto da qualcuno. Ed ecco il punto: anche un commento può essere di aiuto a incontrare un lettore o una lettrice in più. Questo non vuol dire che si deve sempre commentare. Meglio farlo solo se si ha davvero qualcosa di interessante da dire. In caso contrario è preferibile il silenzio. 

Altro aspetto da tenere in considerazione: il proprio pubblico lo si conquista un lettore alla volta. Sì, lo so: è terribilmente lento. Ma è così almeno agli inizi. E per molti autori sarà sempre e solo così perché il loro modo di scrivere, le loro storie, sono esattamente di quel tipo lì. Vendono poche copie. Meglio mettersi l’anima in pace: non tutti sono destinati a vendere 1000 copie. Probabilmente si è destinati a venderne 30. E allora? 

  1. C’è un racconto che ti ha colpito con particolare forza?

Direi molti della seconda raccolta, Cardiologia. Forse più di tutti quello della coppia costretta a vivere in auto, a cui rubano tutto. Il quasi lieto fine (ho scritto “quasi”) mi ha lasciato commossa. Non me l’aspettavo dall’autore, sempre così razionale. Si è lasciato andare al cuore, Cardiologia appunto.

Sono convinto che i racconti di “Cardiologia” siano i migliori della Trilogia delle Erbacce. No, non sono perfetti per fortuna, ma racchiudono tutte le migliori qualità che questo raccontastorie ligure-savonese può riuscire a produrre. Sono racconti d’amore (anche se naturalmente non c’è nulla di melenso), dal primo all’ultimo. Il titolo (che potrebbe far pensare all’opera di un… medico chirurgo, quindi un libro dedicato alle patologie cardiache), l’ho scelto perché mi pareva tagliato su misura. Perfetto insomma.

 

(Se clicchi sull’immagine approdi su Amazon. E lì potrai leggere un’anteprima di un mio racconto).

 

Adesso se fossi un bravo imbonitore tirerei fuori qualche particolare, un dietro le quinte, un “making of” (come dicono quelli bravi). Per fare story-telling, esatto. Ma niente da fare. È da 10 minuti che mi spremo le meningi e non ne esce nulla. Si vede che non sono proprio adatto a vendere la mia merce, i miei prodotti. Pazienza. Fidatevi però di Barbara Businaro. 

  1. Secondo te, cos’hanno di particolare i miei racconti?

I racconti di Freccero hanno la colla. Tu li leggi e ti si attaccano in testa, carichi di domande. E tutto il giorno ti ci lambicchi a cercare le risposte. E lui lo sa, ce l’ha messa lui la colla, solo che non si vede!

I miei racconti hanno la colla! Incredibile! E chi se lo aspettava? Io no di certo, mica lo sapevo di avere la colla. Non so proprio come accada, ma il mestieraccio della scrittura è strano, lo fai a tua insaputa, finché un bel giorno che ti capita? Che arriva Barbara Businaro a dirti che hai la colla. E tu quasi caschi dalla sedia. (Non caschi perché comunque un po’ di colla ti tiene attaccato al sedile. Ecco da dove arriva ‘sta colla! Dalla scrittura!).

Lo diceva e lo scriveva anche il mio lume: Raymond Carver. 

Se siamo fortunati. non importa se scrittori o lettori, finiremo l’ultimo paio di righe di un racconto e ce ne resteremo seduti un momento o due in silenzio. Idealmente, ci metteremo a riflettere su quello che abbiamo appena scritto o letto; magari il nostro cuore e la nostra mente avranno fatto un piccolo passo in avanti rispetto a dove erano prima.

Grazie a Barbara Businaro per aver partecipato a questo tour. La prossima settimana, altra tappa! Chissà in quale parte d’Italia andremo, e ricorda: The Legacy Tour è il primo tour “immobile”, a bassissimo (o quasi nullo) impatto ambientale. Non si usano aerei o autobus o automobili.
Solo i racconti della Trilogia delle Erbacce.

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18 commenti

  1. Credo che questo metodo originale di proporre un blog tour sia piuttosto efficace e penso che non annoierà affatto. Interessante leggere le opinioni di Barbara e i commenti di Marco.
    Che dire? Mi piace! Bravi!

    Piace a 1 persona

  2. Aprile dolce dormire… e io m’ero scordata di partire! (per il tour) Ma rimedio subito.
    Sono stata la prima a inviare le risposte perché mi sono venute di getto, soprattutto quella lì della colla…che un po’ nasce da quel racconto “frecceriano” dove un contadino non voleva leggere i libri perché “contengono pistole”. E vedete che pure quel racconto lì mi è rimasto appiccicato addosso, non ce n’è… 😀

    Piace a 1 persona

  3. Non era, allora, un pesce d’aprile! L’hai fatto partire sul serio questo legacy tour! 🙂
    Ho idea che le risposte si allineeranno tutte, più o meno, sul concetto di “colla”: sembra che le risposte di Barbara siano, apposta, una sorta di apripista! 🙂

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