Tutti pazzi per The Legacy Tour (Quinta tappa: Bologna)


the_legacy_tour_una_trilogia_da_ricordare

 

 

di Marco Freccero. Pubblicato il 29 aprile 2019.

 

 

 

 

Ridendo e scherzando, il primo “tour immobile” nella storia dell’umanità sbarca a Bologna!
Sì: “tour immobile” perché non devi correre a prenotare il biglietto aereo per partecipare. Il viaggio è offerto dai lettori della mia “Trilogia delle Erbacce” che, con “The Legacy Tour”, hanno scelto di condividere le loro impressioni.
Che cosa ha lasciato a ciascuno di essi la lettura dei miei racconti?

Oggi la scrittrice Giulia Mancini ci parlerà dell’effetto che hanno avuto le mie storie su di lei. Ha il suo blog, e risiede nella città di Bologna.

La faccenda qui si fa complessa, rispetto alle altre tappe. Non sono mai stato a Bologna, così come non sono mai stato a Padova; ma è forse un problema? Certo che no!

In fondo qui stiamo facendo un “tour immobile”, dove le vecchie regole (muoversi, viaggiare “fisicamente”) sono state superate (e che ci vuole a fare un tour viaggiando? Sono capaci tutti! Solo i migliori lo fanno senza… muoversi da casa!). 

Quindi, non importa. Andiamo allora a leggere che cosa ha risposto Giulia Mancini alle mie domande sulla Trilogia delle Erbacce.

Come hai scoperto la Trilogia delle Erbacce?

Ho scoperto La trilogia delle erbacce quando non era ancora una trilogia, ho letto Non hai capito niente per curiosità quando ho iniziato a seguire il tuo blog. Poi quando sono uscite le altre due raccolte ho proseguito nella lettura, la raccolta di racconti Cardiologia mi è arrivata in omaggio dal suo autore e l’ho letteralmente divorata, i nuovi racconti mi hanno colpito per l’intensità che trasmettevano. Ho letto invece La follia del mondo nel corso di un’estate approfittando di una promozione.

Il blog è morto? Ma certo, si capisce. E infatti questa è una seduta spiritica che ha come scopo quello di richiamare la cara salma tra di noi.

Il blog è vivo e sta benissimo. Ribadisco un concetto che mi è caro: chi racconta storie è un autore indipendente. Quindi è un imprenditore, accetta quindi di andare a cercare dei lettori affinché diventino i suoi lettori. Occorre liberarsi di una mentalità “attendista” (capiterà ‘o miracolo, prima o poi), per una mentalità un poco più aggressiva. In questa strategia il blog è il mezzo perfetto, o quasi, perché garantisce all’autore indipendente una piattaforma che gestisce completamente lui. E al lettore di farsi un’idea di chi diavolo sia.

Lo so: richiede tempo. E sulla Rete c’è un sacco di gente che ha scoperto una strategia “vincente” (mai che ce ne sia una un po’ perdente) per abbattere i tempi di “conquista” dei lettori. Si tratta sempre (faccia caso), di un sistema “fotocopia”. In pratica devi offrire al lettore quello che vuole. Se produci contenuti e prodotti fatti con lo stampino, la strategia deve essere con lo stampino e di certo (be’, quasi di certo), i risultati arriveranno.

Per quanti (e sono tanti), preferiscono invece vivere l’autopubblicazione per quello che davvero rappresenta (libertà), la strada è una sola ed è in salita. E prevede di costruire il proprio pubblico una testa alla volta. 

C’è un racconto che ti ha colpito con particolare forza?

Quello che mi è rimasto impresso è “La fortuna che abbiamo”  per il finale particolarmente tragico, mi ha fatto pensare al fatto che viviamo sempre sul filo del rasoio e che niente di quello che abbiamo è mai scontato.

Ah! “La fortuna che abbiamo”. È dentro “Non hai mai capito niente”. Marito e moglie. Un piccolo “quadro familiare”. Escono per una cena. E poi… Narrato in prima persona. Ha ragione Giulia: fai delle cose irragionevoli, irresponsabili, e ti va sempre bene (quante ne abbiamo fatte?). Ma a volte il conto ti viene presentato all’istante, ed è tremendo. Come sempre ambientato a Savona, nel quartiere delle Fornaci. Il locale di cui parlo esiste davvero ed è esattamente come l’ho descritto: si chiama Luna Restaurant e si trova in via Cimarosa. Un tempo era una falegnameria, e anche il riferimento all’arrivo dei “Corsica Ferries” è autentico. Da lì si scorgono arrivare i traghetti gialli e bianchi (anche per la Sardegna ovviamente), che attraccano nel porto di Vado Ligure, e i turisti diretti in quelle isole sanno che è tempo di muoversi. 

Secondo te cos’hanno di particolare i miei racconti?

Sono sempre un po’ spiazzanti, sono pervasi da un sottile filo di disperazione e ti aspetteresti un finale che li alleggerisca. Non è quasi mai così. Sono terribilmente ancorati alla realtà ed è  questo che li caratterizza. 

Inoltre sono scritti molto bene, uno stile asciutto ma assolutamente mai banale. 

A me spesso e volentieri paiono troppo asciutti. Ma d’altra parte sono uno che scrive se non troppo, tanto; ecco perché ribadisco a ogni istante o quasi, che uno scrittore non si giudica mai da quanto si scrive (fin lì ci arrivano un po’ tutti), ma soprattutto da quanto cancella, elimina, taglia. In fondo scrivere ha a che fare con… l’archeologia. Ci sono milioni, mirati di storie sepolto sotto la coltre dell’indifferenza, perché a noi interessano i Napoleoni, gli Alessandro Magno, i Cesari. Ma in realtà miliardi di vite attendono che qualcuno abbia voglia di dar loro un po’ di voce. Quindi quando mi capita un frammento, ecco che mi metto all’opera e cerco di riportarlo alla luce senza fare danni. No, non tutti i frammenti sono degni di essere portati alla luce. Alcuni sono troppo “grossi” per le mie povere forze. Altre, ahimè, sono ripetizioni; non è vero ma per me lo sono. 

Non ci sono due storie uguali, mai. Anche la più semplice e piatta ha qualcosa di particolare: una luce, un profumo. Ma un raccontastorie non offre udienza a tutte. È terribile forse, ma è anche necessario. Occorre procedere, incamminarsi verso altri lidi. 

Stai pensando che sia matto? Un raccontastorie che parla sempre di “visioni”; e poi di archeologia: no, non è normale. Chi raccontastorie non lo è mai. Ma tu, che insegui i Napoleoni, i Cesari, gli Alessandro Magno e ignori tutto il resto: saresti normale?

Grazie a Giulia Mancini per aver partecipato a “The Legacy Tour”!

Elaborazione in corso…
Fatto! Sei nell'elenco.

20 commenti

  1. Interessanti le osservazioni di Giulia. Pensa che la mia impressione sui tuoi racconti che ho letto è quasi opposta: nelle loro situazioni disperanti, secondo me i tuoi personaggi sono “grandi” abbastanza da proiettarci sopra una dignità e un’integrità che li salva. Questo non dimostra certo che tra me e Giulia una abbia ragione e l’altra torto. Anzi, mi fa pensare con sempre nuova meraviglia a come ognuno legga nelle storie quello che tocca le sue corde, per un motivo o per l’altro. Anche per questo correre dietro al pubblico non ha molto senso. Agli editori ancora meno. 😉 (Le tue considerazioni sulla scrittura mi sono piaciute molto.)

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  2. Anche per Giulia galeotto.fu il blog. Anche lei spiazzata dai finalo dei tuoi racconti… Quante cose in comune abbiamo. Molto bella anche questa tappa del tour.

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  3. Sono contenta che tu sia passato anche da Bologna, non l’hai visitata quando sei venuto per la presentazione del tuo libro? (però hai visto Imola, una piacevolissima cittadina). I tuoi racconti sono un colpo al cuore sempre. È stato un piacere partecipare al Legacy Tour Marco! Seguendoti da tanto tempo non potevo mancare.

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  4. sempre interessanti le tue osservazioni ma quelle di Giulia Mancini hanno il dono di essere sintetiche di centrare l’obiettivo.
    Complimenti a tutti e due

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  5. Comunque, una visita a Padova potresti anche farla eh! E poi prendi il diretto per Bologna così vedi anche quella! 😉
    E vengo anch’io così conosco dal vivo Giulia. The Legacy Tour Live 😀

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