Succedono strane cose coi libri…(Video)


 

di Marco Freccero. Pubblicato il 24 luglio 2019.

 

 

 

 

Sì, succedono strane cose coi libri: ma quali?
Per scoprirlo devi guardare il mio video. Buona visione!

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Succedono strane cose coi libri; almeno nel mio caso. E adesso spiego che cosa è successo.
Ti è mai capitato di comprare un libro e leggerlo un po’ di tempo dopo? Probabilmente sì.
Leggerlo magari dopo un anno, un anno e mezzo? Anche in questo caso, probabilmente sì.

Ma io ho fatto di meglio. Ho acquistato un libro almeno quindici anni fa, e non l’ho mai letto.
Il libro in questione è “Gli italiani in Libia – Dal fascismo a Gheddafi” dello storico Angelo Del Boca. L’editore è Mondadori. Il prezzo è in Lire, 22.000 Lire, e in Euro, quindi o c’era ancora la lira e stava per arrivare, per fortuna, la nuova moneta; oppure erano i primi tempi dell’entrata in vigore dell’Euro.

Soltanto in questi giorni mi sono reso conto di non averlo mai letto, e ho iniziato a farlo.
Come vedi, non è un libro semplice, non perché sia pesante, al contrario. Del Boca, che è uno storico, riesce a rendere molto leggibile un argomento così esteso come il rapporto che l’Italia ha avuto con la Libia. Di sicuro però è piuttosto corposo.

E mi sono chiesto: perché leggere un libro come questo. Non è meglio un romanzo, un saggio, qualcosa di meno impegnativo? In fondo queste sono cose passate, andate, che sono accadute. Perché perdere tempo, spaccarsi la testa su quello che abbiamo combinato in Libia? Nessuno di noi era nato.
Guardiamo al presente. Guardiamo al futuro.

Tanto, dalla Storia non impariamo mai nulla!

Quest’ultima obiezione, in effetti, ha del vero. Anche perché ciascuno è certo di avere imparato la lezione. Hitler invade la Russia perché è sicuro che a lui, stavolta, a differenza di Napoleone, andrà bene. Poi sappiamo come è andata a finire.

Innanzitutto, lo studio della Storia, come nel mio caso, quindi da principiante assoluto, ha un pregio enorme. Ti permette di comprendere che i fatti, e i protagonisti di quei fatti, non sono affatto come appaiono.

Si tratta sempre di mondi, ogni essere umano è un mondo e la Storia mette in primo piano questo. Quel politico, quell’imperatore, quel re o regina, quel generale: sono esseri complessi, sfuggenti sempre, di rado si riesce ad agguantarli davvero. Siccome sono esseri umani non è mai possibile incasellarli, archiviarli in una precisa categoria. Come le anguille, sfuggono.

Forse per questo nella scuola dell’obbligo c’è poco spazio per lo studio della Storia; uno studio che non dovrebbe essere solo mandare a memoria le date delle battaglie. C’è il rischio di ritrovarsi, tra qualche anno, con delle persone che usano la loro testa!

C’è anche un altro pregio nella lettura di libri come questi. Ed è questo: insegna a prendere in considerazione le persone. Tu dirai: ma la Storia è considerare le persone. Non è esatto. Solo negli ultimi decenni la Storia non si occupa solo di Napoleone, Cesare o Cleopatra. Un tempo, Plutarco si occupava della vita dei Cesari. Adesso, anche delle persone senza nome e senza volto che hanno attraversato i secoli.

Sono costoro i veri protagonisti della Storia. Sono gli oscuri soldati che producono i Napoleoni, i condottieri, i capi popolo.
Uno dei pregi dello studio della Storia è quindi quello di spingere il lettore ad accostarsi con meno presunzione e superficialità a questa marea senza nome di uomini e donne.

In un mondo che aspira a omologare, a “profilare”, a rendere tutti consumatori e mai protagonisti: non è una lezione da poco.
Che ne dici?

Alla prossima e: non per la gloria, ma per il pane.

9 commenti

  1. Io sono un appassionato di storia, sin da ragazzo. Chiaramente non sono uno storico, ma se mi si dicesse racconta cosa è accaduto al mondo, potrei mettere in fila tutti i grandi accadimenti della storia: imperi, grandi personaggi o rivolte. Ma chiaramente in maniera lacunosa, alcune cose le so meglio, altre mi sfuggono. Dico questo perché ho sempre pensato che la storia non solo sia fondamentale per chi vuol scrivere, ma che sia importante per vivere una vita più completa, con maggiore consapevolezza. Basta poco, basta andare al lungomare della mia città e vedere le garitte cinquecentesche, che per tutti coloro che gli passano accanto sono le cose antiche della città, mentre per me sono quel che erano, i fondamentali punti di avvistamento per le navi corsare saracene, che sotto contratto con l’impero Ottomano, razziavano le coste Mediterranee per saccheggiare e rapire gli abitanti per poi rivenderli come schiavi. Sono la testimonianza della paura, di un periodo storico in cui con uno schiocco di dita si poteva passare dal calore della propria casa a un mercato di schiavi ad Algeri, o al palazzo imperiale del sultano di Costantinopoli per passare il resto della propria vita da eunuco. Quelle pietre, sono questa testimonianza del mondo, di chi prima di noi (e noi siamo stati generati perché i nostri antenati sono sopravvissuti a tali orrori) ha calpestato quegli stessi luoghi.
    E inoltre conoscere la storia consente di leggere con più chiarezza il presente. Molti additano alla nostra epoca mali assoluti, per poi rivendicare che invece una volta si stava meglio. Ecco, l’ignoranza storica porta a non comprendere la vera realtà dei fatti e di quanto gli uomini del passato abbiano vissuto cose che noi oggi non possiamo neanche immaginare.
    E la cosa più grave a mio giudizio, è quando il qualunquismo storico viene portato in pompa magna dagli scrittori. Di recente ho fatto notare a uno scrittore di fama, che il suo dire: il nostro tempo è un declino di valori, sia una scempiaggine.
    Buddha diceva che i giovani del suo tempo avevano perduto il valore delle tradizioni. Lo stesso lo diceva Cicerone sui giovani romani che non avevano più la scorza dei padri e anche il buon Leopardi. Lo diceva anche mio nonno, lo stesso lo dice mio padre, e quasi quasi anch’io potrei ritenere che i giovani di oggi non sono come quelli della mia generazione. Questo è l’inganno della percezione del tempo, dell’idealizzare un passato magico che non è mai esistito. Uno scrittore dovrebbe essere immune da tali pregiudizi e invece… Male, la storia è fondamentale per comprendere quel che si vive oggi e soprattutto, per comprendere se stessi.

    Piace a 1 persona

    • Io apprezzavo solo la Storia antica (Atene e Roma), e detestavo il Medioevo. E invece: che sorpresa meravigliosa! È stato un periodo luminoso, persino divertente (credo che si divertissero molto più di noi: basta dare un’occhiata ai “Racconti di Canterbury”). Ed è incredibile come la Storia faccia paura. Per questo viene messa da parte nei programmi scolastici.

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  2. lo studio della storia, come quello della geografia, è fondamentale nella formazione di uno studente. Peccato che invece di minsegnare a leggerla, decifrarla e mettere insieme i tasselli come un immenso puzzle, si preferisca annacquare il tutto con date e basta.

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  3. Detesto studiare la Storia. Perché non posso far altro che pensare che l’Uomo non impara mai niente dai propri errori (forse perché non è mai la stessa generazione a commetterli e quella successiva non li comprende). Perché è dilaniante leggere di battaglie, guerre, intere popolazioni sterminate senza alcuna motivazione, famiglie, amici, fidanzati, bambini, come noi, a subire le peggiori angherie e torture. E poi guardi appena più in là sulla carta geografica e mentre noi occidentali pensiamo al 5G c’è chi muore per un tozzo di pane. E’ fondamentalmente stupido.
    La Storia è piena di brutture, grandi scoperte e invenzioni si, ma anche tante storture che nei libri sono sottaciute. O ridimensionate. Ci sono luoghi antichi, tipicamente i castelli, dove non riesco nemmeno ad entrare, tanto sento il dolore uscire dalle pareti. C’era vita, ma anche tanta morte ingiusta.

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