Pubblicato su YouTube il 22 agosto. Pubblicato su questo blog nel medesimo giorno.
Non l’ho mai raccontato, ma adesso credo che sia il momento di farlo.
Che cosa non ho mai raccontato? Semplice: la mia esperienza con l’editoria ufficiale.
Quindi: buona visione (e buona lettura).
Intanto: iscriviti al mio lussuoso canale YouTube (tanto non paghi nulla!).
Non ne parlo mai, ma io ho pubblicato sino a oggi, se non ricordo male, 9 libri.
8 sono autopubblicati, ma uno l’ho pubblicato con una casa editrice. Oggi parlerò di quel libro o meglio: di quello che accadde dopo la pubblicazione di quel libro.
Nel 2012 ho pubblicato un ebook con una casa editrice solo digitale. Significa che non pubblicava cartaceo, ma solo l’edizione digitale. L’ebook parlava di come avviare un blog, e il suo titolo era “Starter kit per blogger”.
Tutto andò bene agli inizi. Firmai il contratto, e la casa editrice mi pagò regolarmente le royalties. L’ebook vendette abbastanza bene, raccolse pure delle recensioni buone.
Però, dopo un po’, qualcosa ha cominciato ad andare storto.
Non me ne sono reso conto subito, lo confesso. Di fatto la presenza della casa editrice sulle reti sociali ha cominciato a ridursi. Su Twitter per esempio l’account non era più aggiornato.
Solo di recente ho scoperto che il sito non è più raggiungibile.
Però su Amazon o altrove il mio ebook continua a esserci, e a vendere qualcosina ovviamente.
E non solo il mio: ci sono anche gli ebook di altri autori che continuano a essere presenti sui negozi online, e anch’essi venderanno qualcosa.
Non ho intenzione di reclamare quei pochi euro delle royalties che da allora non ho più ricevuto.
Però ecco il nocciolo della questione. Una casa editrice fa il suo lavoro, poi si eclissa e non comunica niente. Sembra volatilizzarsi. Certo, io avrei dovuto essere più attento, ma non potevo immaginare che quasi d’un tratto una piccola realtà mi lasciasse a piedi.
Mi aspettavo due righe, almeno. Una spiegazione. Niente del genere, solo silenzio e mistero!
Ecco perché credo che un autore nel 2019 debba seriamente pensare di diventare un autore indipendente. Niente case editrici, ma investire nelle proprie opere e in se stesso. Col tempo, riuscire a costruire uno zoccolo duro di lettori che lo supportano attraverso gli anni.
Perché in questo modo l’autore indipendente avrà il pieno controllo delle sue opere, sempre, in ogni circostanza. Non correrà il rischio di trovarsi, un giorno, appiedato.
Magari ne parleremo ancora.
Alla prossima e: Non per la gloria, ma per il pane.
Ah però, una casa editrice fantasma, più o meno. Il problema delle piccole case editrici è proprio questo, magari nascono con tutta la buona volontà ma poi c’è il rischio che scompaiano o cessino l’attività. Ma gli introiti delle vendite andranno pure a qualcuno, una verifica che si potrebbe fare è controllare presso la camera di commercio se la loro partita iva è ancora attiva…
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Bah! Ormai non importa…
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Però non hai firmato un contratto a vita. Di norma sono due anni, forse cinque ma ne sono passati sette…
A questo punto sei tornato in possesso dei diritti e quindi puoi chiedere ad Amazon di toglierlo dal catalogo per poi procedere alla sua ripubblicazione come autore indipendente.
Questo perché è giusto che tu ne torni in possesso
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Esatto. Il problema è che forse non è così banale, forse se lo dice lui non va bene, deve dirlo un avvocato, però può provare
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Un avvocato? Fuori discussione. Per pochi euro non ne vale la pena.
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No, ma infatti, volevo solo dire che forse il distributore può fare ben poco se l’ordine non arriva da chi l’è-book lo ha messo on-line però prova lo stesso magari mi sbaglio
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non dico che sia banale, anzi. Però provarci, allegando il contratto questo sì.
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Il contratto ce l’ho, devo solo trovarlo. Ma ormai quell’ebook è superato, e non credo che avrei voglia di metterci le mani.
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questo non esclude la richiesta di eliminare il testo
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Già, perché poi lo scontento verso l’editore, più o meno giustificato, è una dispersione di energie, che invece sappiamo bene dove dovrebbero essere convogliate. 🙂
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Verso la lettura e poi la scrittura 🙂
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Giusta puntualizzazione. La lettura non deve mai mancare, anzi, va coltivata come e più della scrittura. 🙂
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Mi accodo a quelli che ti suggeriscono una verifica. 🙂
Scova il contratto, là ci sarà sicuramente la partita iva della casa editrice. Solo con un semplice controllo online puoi vedere se è ancora attiva (a questo link dell’Agenzia delle Entrate ad esempio: https://telematici.agenziaentrate.gov.it/VerificaPIVA/Scegli.jsp)
Se è ancora attiva, significa che non è per nulla “sparita”, si è mimetizzata dai social, ma incassa regolarmente le royalties. Se il tuo contratto è scaduto, puoi richiedere direttamente a loro di togliere l’ebook dal catalogo (basta una mail PEC al loro indirizzo PEC – ce l’hanno perché è obbligatorio per ogni partita iva e lo trovi da questo sito inserendo come Codice Fiscale proprio la partita iva: https://www.inipec.gov.it/cerca-pec/-/pecs/companies)
Se non è attiva, puoi chiedere tu direttamente ad Amazon di togliere il tuo titolo dal catalogo. Non credo serva un avvocato sinceramente, basta inviare sempre una richiesta PEC con il pdf del contratto e la stampata della partita iva cessata verificata online.
Perché farlo?
Semplice: per approfittare della “posizione” e del “ranking” di quel titolo. Sicuramente dopo sette anni non puoi più utilizzare lo stesso ebook (nell’informatica già dopo 1 anno è tutto vecchio, lo sappiamo!), ma puoi riutilizzare il titolo. Un bel “Starter kit per blogger – versione aggiornata 2020″ non si butta via così, per diamine! 😀
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Solo che non avrei più voglia di metterci mano… 😀
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