Pubblicato su YouTube il 3 ottobre 2019. Ripubblicato su questo blog nel medesimo giorno.
Ebbene sì: ho iniziato a leggere “Il Signore degli Anelli”.
Ma come si fa a parlarne? Esatto: non è affatto semplice perché probabilmente tutto è già stato scritto.
Io ci provo…
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Ho iniziato la lettura de “Il signore degli anelli”, di Tolkien. Qualche mese fa avevo letto “Lo Hobbit”, quindi era inevitabile che alla fine arrivassi ad affrontare questa lettura.
Per sapere che cosa ne ho pensato di quel libro, qui sopra, da qualche parte ho messo il link al mio video.
Non lo leggerò tutto e subito: è mia intenzione affrontare i 3 libri separatamente.
Ma c’è un bel problema.
Come riuscire a dire qualcosa di almeno interessante su un’opera che è stata recensita e giudicata forse milioni di volte?
Potrei dire che mentre “Lo Hobbit” è dedicato soprattutto ai bambini, “Il signore degli anelli”, pur affrontando certi temi, e presentando alcuni protagonisti visti nel libro precedente, è un’altra cosa.
Ma sono argomenti che sono state detti e rupetuti chissà quante volte.
Forse potrei parlare (ribadisco: per adesso sto leggendo “La compagnia dell’anello”), del male. Qui Tolkien mostra l’opera del male. Come agisce il male.
Mi pare che secondo Tolkien il male si insinui tra gli esseri umani, e li “separi” gli uni dagli altri.
Chi cade vittima del male anche se è circondato da persone, è in realtà solo e deve essere solo, separato dai suoi simili. Solo in questa maniera il male potrà portare a compimento la sua azione.
Certo, mi potresti replicare: il malvagio non è solo, di solito. A parte forse Gollum che se ne sta chiuso nel ventre della montagna.
È vero ma solo in parte, perché il malvagio ha bisogno di persone che gli dicano ”Sissignore”, oppure che lo assecondino.
Bilbo Baggins è sempre più sotto l’effetto dell’anello, e riesce a separarsene solo grazie alla vicinanza di un amico: Gandalf. Lo stregone non è una marionetta, né una persona che ammira in maniera incondizionata Bilbo.
Quando si rende conto che il suo amico Bilbo è succube del potere dell’anello, non ha paura di imporsi. Pretende, e ottiene, che se ne separi.
Questo perché sono legati dall’amicizia, e questa è un tipo di relazione che non ama i succubi o i soldatini ubbidienti.
Gioca su un terreno aperto, in maniera trasparente. Non opaca come ama fare invece il male, ci dice Tolkien.
Non possono mancare gli attriti o gli scontri in un’amicizia. Bilbo a un certo punto si ribella alle pretese di Gandalf; infine cede. Si separa dall’anello e poi parte.
Direi che per questa volta ci si ferma qui. La lettura del signore degli anelli proseguirà nelle prossime settimane.
Alla prossima e: Non per la gloria, ma per il pane!
La solitudine, la separazione dai compagni, è la condizione perché il Male possa avere la meglio, e si manifesta in particolare nei conflitti tra le persone che perseguono lo stesso scopo buono; ma, come dice Gandalf, ci sono sempre molte forze in gioco, anche nascoste, perciò gli esiti non sono ovvi. Spero che la trilogia ti piacerà.
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Per adesso sì. Vedremo con i prossimi due libri.
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L’aspetto interessante ne “Il Signore degli anelli” è proprio che il Male non sta tutto da una parte, ma si insinua anche tra i personaggi cosiddetti positivi come una corrosione dell’anima. Sarebbe stato fin troppo facile per l’autore separare in opposti schieramenti buoni/cattivi, un po’ come si faceva a scuola. 🙂 L’amicizia è un valore importantissimo nella trilogia, penso sempre a Frodo e Sam: senza Sam Frodo non riuscirebbe a portare avanti nemmeno la metà del suo percorso.
Approfitto per dirti qui che ho comprato il tuo ultimo romanzo e ne inizierò la lettura a breve. 😉
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Come l’amicizia di Gandalf salva Bilbo, anche quella di Sam salverà alla fine Frodo.
La compagnia dell’anello li accompagnerà fino ad un certo punto, poi però saranno loro due da soli. E Frodo non avrebbe fatto nemmeno un passo senza Sam, e le sue patatine arrosto! 😉
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Buone! 😀
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