di Marco Freccero. Pubblicato su YouTube il 16 gennaio 2020. Ripubblicato su questo blog nel medesimo giorno.
Tanto per cambiare…
Tanto per cambiare si torna a parlare di quelle strane creature che parlano, parlano, parlano.
I booktubers, esatto: che su YouTube parlando sempre di libri.
Buona visione!
E tu che pensavi di stare lì seduto a guardare solo un video di un tizio, magari il sottoscritto, che parla di libri.
Niente del genere: secondo alcuni fai parte di una cospirazione maligna!
Che vuole distruggere la cultura.
Hai notato?
Di tanto in tanto qualcuno, di solito un giornalista, prende carta e penna, anzi tastiera e computer e scrive un articolo per lamentarsi di tutta questa gente che su YouTube parla dei libri che ha letto. Scalzando quindi il ruolo della critica, dicono costui.
A che titolo? Chi ha dato loro il permesso? Qual è il loro fine, di certo subdolo? Chi li paga??
A parte le battute. La critica letteraria è qualcosa di molto serio e io infatti non faccio niente del genere. Leggo dei libri e poi ne parlo, fine.
La critica letteraria è essenziale perché, per esempio, è lei che ha rivalutato Herman Melville, lo scrittore del “Moby Dick”.
Dopo averlo bellamente ignorato per anni.
È la critica letteraria che ha rivalutato Charles Dickens; dopo averlo considerato uno scrittore di serie B per anni.
È la critica letteraria che parla di Georges Simenon come uno dei più importanti scrittori del Novecento francese. Dopo averlo snobbato per decenni perché “scriveva gialli”, quindi libri di serie C.
Ed è ancora la critica letteraria che sta rivalutando Stephen King dopo averlo ignorato per anni perché “Che ci vuole a scrivere libri horror? Ci metti una mano che cammina, due morti viventi, una porta che cigola, e hai l’horror”. Sì, come no.
Però sarebbe troppo facile passare in rassegna tutte le cantonate della critica letteraria; anche perché questo video dura cinque minuti solamente, e quindi non ci sarebbe tempo a sufficienza.
Io non sono molto intelligente, però so che la critica letteraria esiste e fa un buon lavoro, e poi ci sono un sacco di persone, come il sottoscritto, che parlano dei libri che leggono.
Per esempio qui si parla di Bruce Marshall; oppure di Werner Bergengruen. E non solo di questi autori; se non ne parlo io, chi ne parla?
Si tratta di due mondi differenti che possono coesistere tranquillamente, ma vivono di relazioni differenti. Grazie a un pubblico differente.
È come se il pianeta Giove dicesse: “Come osa questa minuscola Terra ruotare attorno al Sole con me, il grande Giove?”.
Non avrebbe senso.
Però Giove non parla. Forse dovrei usare un altro esempio!
Un po’ tutti cerchiamo di parlare dei libri che leggiamo. Chi lo fa bene; chi lo fa male. Infine c’è chi lo fa male ma riuscendoci benissimo.
E questo è davvero straordinario!
Queste persone, questi giornalisti, dovrebbero, a rigor di logica, prendersela anche con chi scrive le recensioni su Amazon. C’è gente che compra “Delitto e castigo” e poi scrive:
“Consegna veloce nei tempi previsti. Imballo perfetto. Lo consiglio”.
E non si capisce se queste persone hanno acquistato davvero il libro, oppure solo la consegna del corriere. Ecco, dovrebbero prendersela con queste persone che comprano un classico e parlano dell’imballo!
Ah, sì, giusto.
Noi booktubers abbiamo un pubblico che ci segue, ecco il nocciolo della questione. Me ne dimenticavo. E allora?
Vogliamo raccontare la fiaba rassicurante che se uno segue le recensioni dei libri su YouTube è di certo un troglodita? Sì, possiamo farlo. Ma è come affermare che chi legge i libri è di certo una persona perbene.
Il che è falso, come sanno tutti. I libri non ci rendono migliori finché noi non lo vogliamo. E di solito NON lo vogliamo.
Quando appare qualcosa di nuovo, che avvicina comunque le persone alla cultura, c’è sempre qualcuno che non ci sta. Quando si decise che la scuola era per tutti, molti si opposero. I figli dei bifolchi, si diceva, avrebbero distrutto la scuola, oltre a impedire a quelli meritevoli di studiare con profitto.
Adesso si dice che noi, che non siamo certo in concorrenza con la critica letteraria, distruggiamo la cultura perché parliamo senza averne le capacità, la preparazione necessarie.
Può darsi. Io di certo non avrei i requisiti per farlo. Però lo faccio, e continuerò a farlo.
È il progresso, bellezza. E tu non puoi farci proprio nulla.
In conclusione: se un giornalista non sa che cosa scrivere, non dovrebbe scrivere.
Alla prossima e: Non per la gloria, ma per il pane!
Le recensioni di Amazon non dovrebbe essere lette. A questo proposito di invito a vedere un video che ho condiviso l’altro giorno su Twitter, che parla di vere porcherie fatte su Amazon.
Ho visto anche io che alcune recensioni di libri, ma anche di altri prodotti, elogiano, o criticano, la velocità di consegna o l’imballo.
Riguardo a chi dovrebbe parlare di libri, be’, chiunque ne abbia voglia. Tu ne parli dal tuo punto di vista, in base alle impressioni che hai avuto dalla lettura. Idem per me.
Nessuno di noi si erge a critico affermato.
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Forse è quello di Girola? (Mi pare che si chiami così). Sulle recensioni “in massa”, positive o negative? L’ho visto, e non mi sorprende nemmeno un poco.
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Sì, è quel video.
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le recensioni di Amazon? Dipende. Visto che per essere considerato letto il libro devi mettere le stelline e scrivere qualcosa. Chiaro che se qualcuno non ha voglia di scrivere qualcosa – c’è un numero minimo di parole – per molti motivi – non ultimo che il testo fs pena – scrive quello che hai detto. e nella sua biblioteca compare la magica parola LETTO
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Questi giornalisti denigratori di chi parla di libri sono preoccupati (o invidiosi) del fatto che hanno più seguito di loro. Le recensioni scritte su Amazon sulla velocità del corriere sono assurde, poi non accettano recensioni di libri da chi non ha speso almeno una certa cifra per acquisti su Amazon, è successo a una mia amica che voleva recensire un mio eBook…
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Sì, è una regola che Amazon ha imposto prima negli USA e poi anche in Italia. Lo fanno per cercare di arginare le recensioni false di chi non compra il libro, e scrive comunque la recensione su richiesta dell’autore.
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Però la mia amica aveva l’ebook l’aveva comprato, certo aveva speso solo 0,99 ma quello era il prezzo…lei tra l’altro legge molti libri cartacei comprati in libreria, è una grande lettrice
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Però occorre che in un anno si sia speso in acquisti su Amazon una certa cifra (non ricordo: forse 50 euro). Allora puoi recensire.
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Non parliamo di certe recensioni su Amazon! E non parliamo dei giornalisti che dicono idiozie in base a presupposti vergognosi! Ma allora di cosa parliamo? Tanto vale stare zitti. 😉
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Ma non ce la fanno a tacere! 😀
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Ci sono certi film che era meglio il libro.
Ci sono certi libri che era meglio l’albero.
E poi ci sono certi alberi che si chiedono perché regalano l’ossigeno alla critica… 😀
Preferisco di gran lunga i lettori che parlano di ciò che li ha entusiasmati.
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Brava! Così si fa 😀
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